Claudio e Tatiana vivono a Limite sull'Arno, lei è originaria di Dnipro vicina alla Crimea, uno dei punti da cui provengono gli attacchi russi: "Gli amici ci parlano di gente in fuga, supermercati vuoti, code a benzinai e bancomat"
È l’alba e le paure di molti, ancora magari immersi nel sonno, si fanno vive. Giovedì 24 febbraio 2022, intorno alle 4 del mattino, ora italiana, la Russia ha invaso l’Ucraina, toccando l’apice di un’escalation di tensione internazionale che ormai durava da giorni, prima con l’arrivo dei mezzi militari poi con il riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Luhansk, nel Donbass. Con un discorso, il presidente russo Vladimir Putin, ha annunciato l’inizio di un’operazione militare speciale, per proteggere proprio la zona filo russa, dicendo che la volontà sarebbe quella di non occupare il Paese ma di demilitarizzarlo. Un intento che trova ulteriori timori nelle affermazioni fatte in seguito, "chiunque cerchi di interferire e ancora di più di minacciare il nostro Paese, il nostro popolo deve sapere che la risposta della Russia sarà immediata e porterà a conseguenze che non avete mai sperimentato nella vostra storia".
Un attacco che ha drammaticamente riacceso i riflettori della guerra nel cuore dell’Europa, accrescendo i timori di una crisi umanitaria, economica e la perdita di vite umane. E da lontano, per chi conosce bene l’Ucraina, "sembra un brutto sogno, non si pensava che potesse succedere davvero". A dirlo è una famiglia che vive a Limite sull’Arno, nell'Empolese Valdelsa, che da questa mattina è al telefono con gli amici e i parenti che abitano in Ucraina. Claudio Ometto, ex candidato sindaco di Capraia e Limite, e Tatiana Posidzei si sono spostati nel 1993. Da allora Tatiana, originaria di Dnipro, vive in Italia ma il suo legame con la patria non è mai venuto meno, tanto da trasmetterlo al marito Claudio e alla figlia Anastasia, anche tramite viaggi più volte l’anno. Perché là ci sono ancora gli affetti, le tradizioni, i ricordi. E tutto questo, da stamani, è in pericolo.
Mentre l’eco di condanna a livello mondiale si fa sempre più forte, le notizie che arrivano dall’Ucraina descrivono uno scenario di guerra. Si parla di esplosioni in più città, poiché l’invasione non si sarebbe fermata solo alla parte orientale del Paese, che intanto ha introdotto la legge marziale. Il presidente Volodymyr Zelensky tramite un messaggio, ha comunicato ai cittadini di restare tranquilli e di rimanere ognuno nelle proprie case. Ma molti civili starebbero cercando di fare scorte di alimenti, un rifugio o fuggire.
Abbiamo raggiunto la famiglia di Limite al telefono, ma Tatiana è scossa per parlare ed è costantemente in contatto con il suo Paese, svegliato dalle sirene e dai bombardamenti questa mattina. Dnipro si trova vicino alla Crimea, uno dei punti da cui provengono gli attacchi russi, e non molto distante dalle repubbliche separatiste del Donbass.
"Ci sembra impossibile che stia succedendo – racconta la famiglia – la diplomazia ai giorni nostri dovrebbe prevalere". La crisi, dopo anni di guerra nell’Ucraina orientale, prosegue anche dopo il 2014, anno di inizio degli accordi tra Russia e Ucraina. "Putin ha preso l’occasione per ratificare l’indipendenza – nelle regioni del Donbass – e attaccare il Paese. Gli ucraini sono un popolo orgoglioso, è un fatto storico culturale e dubito che si pieghino al volere russo" aggiunge Ometto. Ad oggi "c’è un rischio di allargamento della guerra e non ci aspettavamo che ci fosse il tentativo di invasione di un Paese indipendente, con una sua struttura politica autonoma, che ha fatto scelte europeiste. Ormai sono circondati e il rischio è che diventi una catastrofe umanitaria".
È un attaccamento molto forte quello della famiglia di Limite verso l’Ucraina, "è la nostra seconda terra e che la situazione precipitasse in questa maniera, non se lo immaginava nessuno". Tatiana e Claudio raccontano che da Dnipro e Kiev "c’è sgomento e rancore. Gli amici ci parlano di gente che scappa, i supermercati sono vuoti, non c’è più pane e le persone sono in coda per ritirare i soldi agli sportelli o fare rifornimento all’auto". Il presidente degli Stati Uniti d’America, nelle ultime ore ha parlato di guerra premeditata. "Nei giorni scorsi non si dava molto credito a quello che veniva detto da Biden, evidentemente bisognava crederci", concludono Claudio e Tatiana, seguendo costantemente le continue evoluzioni che si susseguono nella loro seconda casa e ricalcando i sentimenti dei molti cittadini lontani dai propri affetti.
Margherita Cecchin
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