L’Università di Pisa presenta il suo Gender Equality Plan, approvato nel dicembre 2021 dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione, in attuazione delle indicazioni europee che lo individuano come strumento necessario per la sottoscrizione di Grant Agreement con la Commissione Europea da parte di tutti gli enti di ricerca europei.
Il Piano è stato redatto dal gruppo di lavoro, nominato dal Rettore Paolo Maria Mancarella a questi fini, composto oltre che dal Rettore stesso e dal Direttore Generale, Rosario Di Bartolo, da Mauro Bellandi, Elena Dundovich, Francesco Giorgelli, Alessandra Nucci, Francesca Pecori, Nadia Pisanti, Elettra Stradella e Francesca Zampagni.
Non è irrilevante nella costruzione di un GEP significativo e condiviso, il procedimento che ha condotto alla sua realizzazione. Ricorda infatti il Rettore che “l’Università di Pisa ha attivato questo processo attraverso l’istituzione, per mia iniziativa, di un gruppo di lavoro che ha visto la partecipazione di soggetti diversi per genere, per età e per ruolo all’interno dell’organizzazione, portatori di esperienze culturali, amministrative e politiche differenti. La condivisione dello strumento è stata assicurata dal confronto e dall’approvazione avvenuti sia all’interno del Senato Accademico, sia del Consiglio di Amministrazione, con la partecipazione, dunque, di tutte le componenti della comunità universitaria. Tali passaggi hanno teso a garantire da un lato la piena e convinta assunzione di responsabilità da parte degli organi di vertice sugli obiettivi contenuti nel documento, dall’altro la più diffusa condivisione e l’impegno da parte di tutti e tutte verso l’implementazione delle misure progettate. Così il GEP non rappresenta il mero assolvimento di un adempimento burocratico, ma un piano strategico di innovazione e sviluppo dell’Ateneo”.
Come illustra, inoltre, il Direttore Generale “il GEP non è un atto, ma un processo, che si articola ciclicamente. Si parte da una fase di raccolta di dati quantitativi, normativi, e pratiche all’interno dell’istituzione, procedendo attraverso la pianificazione, durante la quale si stabiliscono obiettivi e target e una tempistica delle misure da realizzare, nonché le risorse necessarie per farlo. Si giunge quindi all’implementazione, che richiede anche un’attività di sensibilizzazione e formazione per costruire consenso e condivisione intorno al progetto di cambiamento strutturale all’interno della comunità universitaria. Infine, le fasi di monitoraggio e valutazione sullo stato di avanzamento del piano sono essenziali per consentire correzioni e integrazioni delle linee di intervento, nel quadro della strategia di Ateneo per l’eguaglianza di genere”.
Il GEP si articola intorno a cinque aree tematiche: equilibrio tra lavoro e vita privata e cultura organizzativa; equilibrio di genere nella leadership e nel processo decisionale; parità di genere nel reclutamento e nella progressione di carriera; integrazione della dimensione di genere nei contenuti della ricerca e dell'insegnamento; misure contro la violenza di genere, comprese le molestie sessuali.
Tra le misure si segnala l’attivazione di uno sportello antiviolenza dedicato alla comunità universitaria, il cui avvio è previsto per questa primavera; l’introduzione di uno strumento specifico per la valutazione dei rischi sul lavoro in ottica di genere; il potenziamento delle misure di conciliazione e bilanciamento tra tempi di vita e tempi di lavoro da anni realizzate dal CUG; l’adozione di linee guida per l’equilibrio di genere nelle nomine e le designazioni da parte degli organi collegiali e monocratici; l’introduzione di incentivi per le chiamate dirette di studiosi/e del genere sottorappresentato, rientranti nelle categorie previste dalla legge per le chiamate dirette; l’istituzione per ciascuna struttura (Dipartimenti/Direzioni) di delegati/e per le questioni di genere e le pari opportunità; l’attivazione, già a partire dal prossimo anno accademico, di un insegnamento transdisciplinare e trasversale a tutti i corsi di laurea di “Studi di genere” e l’avvio di un master in “Studi, istituzioni e politiche di genere”.
Una scelta particolarmente importante che il GEP effettua, sulla scorta di quanto indicato dalla Commissione Europea e in linea con le università europee che già si sono dotate di un GEP è, infine, quella di istituire una unità organizzativa apposita per la parità di genere, l’Ufficio per l’eguaglianza e le differenze, per la quale sarà reclutato personale dedicato, che fungerà da spazio di raccordo tra il/la Delegato/a del Rettore alle politiche di genere, il Comitato Unico di Garanzia, il GEP Team, i/le delegati/e alle questioni di genere dei Dipartimenti e delle strutture dell’Ateneo (introdotti dal GEP), e guiderà in modo unitario il ciclo della governance di genere che passa attraverso le diverse fasi di redazione e monitoraggio del Bilancio di genere, del Piano di Azioni Positive, e del Gender Equality Plan.
Inoltre, l’Ufficio promuoverà, in sinergia con il Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura dell’Ateneo (CIDIC), l’essenziale attività di disseminazione e comunicazione necessaria a promuovere la conoscenza del GEP all’interno dell’Ateneo e funzionale alla sua effettiva implementazione.
Il GEP 2022-2024, nella versione in italiano e in quella in inglese, è consultabile al link: https://www.unipi.it/index.php/presentazione/item/23013-gender-equality-plan
Nardini: "Segnale importante"
"Trovo che il Gender Equality Plan presentato dall'Università di Pisa rappresenti un segnale importante, con cui l'Ateneo si fa carico di un problema antico, ma che con la pandemia si è ulteriormente acuito: le disuguaglianze di genere nell'accesso all'istruzione, all'università e al mondo del lavoro. Tutto ciò affonda le radici in insopportabili stereotipi che dobbiamo combattere, perché fanno parte di quella cultura della subordinazione della donna che è origine di mali profondi. Ringrazio l'Ateneo per questa iniziativa, perfettamente in linea con le indicazioni che vengono dall'Europa e anche con le politiche che, come Regione, stiamo mettendo in campo per contrastare questo tipo di disuguaglianze".
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