Fine dei campi rom, a Prato 6mila euro una tantum e percorso di inclusione

Matteo Biffoni

Prato è una delle prime città in Italia a dotarsi di strumenti per il superamento dei campi rom e sinti e lo fa attraverso la revisione completa del Regolamento per la permanenza delle aree attrezzate: secondo il Rapporto di monitoraggio della società civile sull’implementazione della Strategia nazionale di inclusione Rom, Sinti e Caminanti in Italia, pubblicato nel 2020, circa il 60-80% dei rom, sinti e caminanti in Italia vive oggi in abitazioni, mentre circa 40.000 di loro vivono ancora in campi o aree attrezzate, in una situazione spesso di forte emarginazione sociale. A Prato si contano oggi 240 persone residenti nelle aree attrezzate di  viale Manzoni, via Pollative, Traversa di via per le Calvane e viale Marconi, disciplinate appunto dal regolamento Comunale adottato dal Consiglio Comunale nel 1999. Le famiglie ospitate, da anni presenti a Prato e autorizzate alla permanenza nelle aree, sono legate tra loro da parentela, hanno cittadinanza italiana e origine Sinti  e solo in misura marginale sono di origine rom. L’analisi delle residenze mostra oggi una forte propensione dei nuclei familiari alla stanzialità e non più al nomadismo.

Sia la Strategia nazionale per le popolazioni rom, sinti e caminanti 2012/2020, che esperienze pilota nel territorio nazionale hanno dimostrato che occorre agire tramite una programmazione condivisa degli interventi, per promuovere l’inclusione sociale ed economica delle famiglie presenti nelle aree, tramite l’attivazione di politiche attive e di misure idonee a sostenere e attuare un graduale processo di superamento della residenzialità nelle aree monoetniche, ponendo al centro la persona e la famiglia e favorendo la sua autonomia. Per quanto riguarda i tempi, il primo campo, quello di viale Manzoni, sarà chiuso entro il dicembre 2023, mentre quello successivo sarà l'area di via Pollative e poi nell'arco dei prossimi 5-6 anni gli altri due.


Precedente Regolamento approvato dal Consiglio comunale con delibera 74 DEL 1999

Il Comune di Prato ha una propria regolamentazione delle aree residenziali attrezzate risalente al 1999, con alcuni aspetti oramai superati o da integrare e ancora basata sul ruolo delle Circoscrizioni del decentramento amministrativo, da anni soppresse. Già nel Documento Unico di Programmazione 2021-2023 era stato previsto che l’Amministrazione Comunale impostasse azioni per il superamento delle aree attrezzate, anche con interventi di sostegno verso l’autonomia alloggiativa e adottasse un nuovo regolamento. Il Regolamento necessitava così di una completa revisionesia finalizzata ad aggiornare alcuni aspetti, che per accogliere le indicazioni del DUP e della Giunta verso un processo di programmazione orientato al graduale superamento delle aree, in modalità condivisa con le popolazioni presenti.

Nuovo Regolamento proposto dalla delibera 156 del Consiglio comunale dell'11 febbraio 2022

Il nuovo regolamento, esaminato dalla Giunta Comunale il 15 febbraio in bozza, è ora in attesa di essere discusso nelle competenti commissioni consiliari, per poi approdare in consiglio comunale. I principali aspetti che sono stati modificati o integrati risultano i seguenti:

Gestione delle aree: in precedenza assegnata alle Circoscrizioni, oggi è assegnata ai servizi comunali competenti e ad un Comitato di Gestione e Partecipazione composto da esperti, tecnici, terzo settore e da rappresentanti delle comunità.

Patto di responsabilità: E’ stato previsto che si redigano delle regole per la permanenza nelle aree, da sottoscrivere nel Patto di responsabilità con il Comune;

Rilascio autorizzazioni e motivi di decadenza: sono stati inseriti ulteriori elementi che comportanto l’impossiblità di rilascio di nuove autorizzazioni ( per esempio la presenza di reati e condanne, la mancata sottoscrizione di patti con il Comune di Prato, l’allontanamento da altre aree attrezzate etc)

Partecipazione: è prevista la nomina nelle aree, a completo titolo gratuito, di rappresentanti delle comunità, allo scopo di creare dei referenti per l’amministrazione in grado di rappresentare le esigenze e le proposte provenienti dalle aree.

Valorizzazione culturale: E’ stato previsto di promuovere la conoscenza degli aspetti culturali e storici delle comunità, e azioni contro la discriminazione.

Superamento aree: E’ stata inserita la programmazione del superamento delle aree, che vede nella Giunta l’organismo che può programmare la chiusura in tempi di breve-medio periodo, con modalità condivise;

Sostegni per autonomia alloggiativa e per il lavoro: sono definiti alcuni strumenti a sostegno dell’uscita dalle aree che saranno chiuse per volontà dell’Amministrazione Comunale, ossia un contributo massimo per i nuclei familiari di 6.000 Euro per locazione di altri immobili, ristrutturare case proprie o per trovare ospitalità altrove. In alternativa si apriranno le porte per soluzioni di emergenza alloggiativa, al pari di altri cittadini e in presenza dei requisiti necessari. Sono previsti strumenti di accompagnamento al lavoro, in progetti con il terzo settore e con accesso agli strumenti in uso all’Amministrazione comunale per tutti i cittadini.


Rispetto alle necessità che hanno portato alla realizzazione del nuovo Regolamento si è espresso il sindaco Matteo Biffoni, che ha commentato "La scarsa sostenibilità di campi rom e sinti formati ormai 35 anni fa; il fatto che i 250 occupanti siano a tutti gli effetti cittadini italiani; la maggiore consapevolezza, soprattutto tra i più giovani, delle loro condizioni di vita attuali. Tutti questi rappresentano dei presupposti che, nel medio periodo, possono permettere il superamento dei campi, riportando le persone che abitano questi luoghi ad un percorso di vita meno condizionato e condizionante e ad un maggiore decoro dei luoghi interessati.
È una scelta che marchia in maniera importante la civilità e lo sviluppo della nostra città - ha aggiunto il sindaco Biffoni - soprattutto se si considera che questa nuova misura apporterebbe un livellamento alla pari di queste persone, delle loro opportunità, dei loro diritti e dei doveri con quelli già in capo a tutti gli altri cittadini".

Su quest'ultimo punto si sono soffermati l'assessore alle Politiche Sociali Luigi Biancalani e Simone Faggi, consigliere delegato del sindaco per le politiche legate alla marginalità, che in merito alla ratio del nuovo Regolamento ha dichiarato: "Abbiamo considerato la persona che decide di uscire dal campo come una persona senza abitazione - spiega Faggi, quindi in emergenza alloggiativa. Questo è un passaggio determinante per percorrere dinamiche già previste e percorsi già predisposti per tutti gli altri cittadini. Si rende necessario, per ottenere risultati raggiungibili e accessibili nel medio periodo un principio di uguaglianza sostanziale alla base del Regolamento, un modello di dialogo e di confronto con le comunità interessate e degli strumenti di aiuto concreto". Come ha sottolineato anche l'assessore Biancalani infatti l'obiettivo è riportare queste persone all'interno dei parametri già adottati dai Servizi Sociali che quotidianamente si occupano di emergenza alloggiativa ed aiutano le famiglie sotto sfratto. Paradossalmente, il fatto di essere ospitati in aree di sosta non permetteva a questi nuclei familiari di accedere agli strumenti dell'emergenza alloggiativa.

Fonte: Comune di Prato - Ufficio stampa

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