Pane, amore e 500: le auto di Vintage Rent alla conquista di Firenze

Le Fiat 500 d'epoca di Vintage Rent alla conquista di Firenze

“Passione, amore e… 500”. No, non siamo di fronte a un sequel apocrifo dei capolavori di Comencini e Risi, anche se in effetti si tratta di un altro pezzo storico della cultura italiana. Sono le parole di Giulia Bonaccorso, 28 anni, anima di Vintage Rent Firenze, autonoleggio fiorentino focalizzato su una macchina che ha segnato chilometro dopo chilometro l'immaginario italiano sin dagli Anni 50: la Fiat 500, o meglio la Fiat Nuova 500.

E dire che Giulia questo treno, anzi questo volante, lo stava quasi per perdere. È stato suo padre a convincerla, tre anni fa, a lasciare Milano e il mondo della moda per quello dei motori, così da intraprendere un’avventura a quattro ruote.

Le auto d’epoca sono state da sempre il suo hobby, che poi ha tramandato a me, ma il nostro cuore ha sempre battuto un po’ più forte quando le mani accarezzavano il volante di una 500. Infatti, quando sono tornata a Firenze mi ha regalato la mia prima 500, che poi era una gemella della sua prima: una 500 B del 1963 bianca.

Mio padre da giovane aveva sempre desiderato possedere una 500, ma costava troppo. Nel 2010, però, tornò nella sua Palermo per trascorrere le vacanze, ne vide una e non se la lasciò scappare. Convinse il proprietario a vendergliela e la portò a Firenze.

Fu la nostra prima 500, anche se appunto l’amore era sbocciato già da diversi anni: mio zio ne possedeva due e quando ero piccola una di queste, parcheggiata sotto un fico, si trasformava nella 'mia' auto. Facevo finta di guidare e con la fantasia percorrevo miglia e miglia, vivendo tante avventure. Ancora oggi, pur ridotta in cattivo stato, non me ne sono voluta separare e la tengo ‘ricoverata’ nel mio garage".

Il passaggio dal mondo della moda a quello dei motori è stato impegnativo, perché nonostante Giulia non fosse una novellina e le mani sotto il cofano le avesse già messe in più di un’occasione, trasformare il suo hobby in un vero lavoro necessitava di competenze più approfondite: "Certo, è stato impegnativo, ma non mi è costata fatica, anzi mi sono divertita a imparare. Ho trascorso giornate intere in officina con meccanici per apprendere il più possibile e ho messo a frutto gli insegnamenti di mio padre e mio zio, i miei ‘bracci destri’.

Nel garage, quindi, ho attrezzato la mia officina: per quanto riguarda la manutenzione ordinaria, me ne occupo io, ma per gli interventi più complessi, proprio per garantire la massima sicurezza, mi affido a meccanici più esperti".

Vintage Rent avrebbe dovuto aprire a marzo 2020, ma purtroppo a causa della pandemia l’inaugurazione è stata posticipata all’anno successivo, a maggio. L’anno di “ritardo”, tuttavia, ha permesso a Giulia di portare a termine tutti quegli accorgimenti, tecnici e burocratici, per garantire un noleggio senza conducente e con guida libera.

A prescindere dalle regole di sicurezza, queste non sono semplicemente auto, sono le mie ‘ragazze’, a cui sono legata e a cui voglio bene. Inoltre, hanno una particolarità: tutte hanno avuto una donna come precedente proprietario e tale particolarità mi ha spinto a dare un nome femminile a ognuna di queste. C’è Beatrice, Diletta, Wilma… hanno tutte una loro storia fatta da chilometri percorsi ed emozioni provate, una storia che io racconto ai miei clienti. D’altronde, il bello di un’auto d’epoca è proprio il suo ricco bagaglio di avventure ‘percorse’ sulla strada”.

Strada che Giulia, dopo un periodo di rodaggio, sembra ora aver trovato e abbracciato: "Sono partita da poco, ma già siamo seguiti sui social e ci sono stati molti momenti toccanti. Alcuni ragazzi, per il 50esimo anniversario di matrimonio dei genitori, i quali si erano recati in chiesa proprio in 500, ne hanno noleggiata una identica, pure nel colore, e si sono presentati sotto la loro finestra, facendoli commuovere.

Poi ci sono i turisti texani, che tornati negli Usa hanno mandato i loro saluti a Elisazabeth, l’auto da loro noleggiata. Mi piace che i clienti capiscano l’amore che provo e trattino le 500 come esseri viventi e non come mezzi di locomozione ‘cool’. La 500 è un’icona del made in Italy e fa parte del nostro bagaglio culturale.

Ma c’è di più: regala felicità. Nei periodi di pandemia, quando portavo 'le ragazze' in giro per non farle arrugginire, potevo distinguere – anche da dietro le mascherine! – i sorrisi di adulti e bambini alla vista di Gigliola - la mia 500 personale, quella regalata da mio padre – o delle sue sorelle.

Vedere quei sorrisi mi ha fatto capire che la scelta di vita che avevo compiuto era quella giusta. Perché è questo che fa una 500: regala un momento di irrazionale e spontanea felicità. Lo ha regalato a me, volevo che lo provassero anche gli altri".

Giovanni Gaeta

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