Le conseguenze della pandemia hanno profondamente cambiato molti aspetti di vita quotidiana, dal lavoro alla scuola, alla gestione della famiglia. A Pescia una mamma nel 2020, ha dovuto licenziarsi per seguire la figlia in Dad. Con la scuola chiusa, si sarebbe ritrovata senza nessuno a cui poteva affidare la bambina e il posto di lavoro, non le sarebbe venuto incontro.
"Le donne nel mondo del lavoro vengono penalizzate perché sulle loro spalle grava ancora tutto o quasi tutto il peso della "cura": serve un radicale cambio di pensiero strategico nella nostra società, servono servizi e infrastrutture che permettano di alleggerire questo carico, di conciliare vita familiare e attività professionale, non è possibile che le donne siano ancora costrette a scegliere tra lavoro e famiglia o debbano rinunciare a ruoli manageriali per accudire i figli o gli anziani". Così la presidente dell'Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d'Azienda (Aidda), Antonella Giachetti, commentando la notizia della mamma che ha dovuto lasciare il lavoro per poter restare a casa con la figlia.
"È l'ennesima dimostrazione dell'insufficiente organizzazione della nostra società sulle necessità della cura, sempre a carico delle donne, una situazione che si è aggravata ulteriormente con l'emergenza sanitaria. La pandemia ha dimostrato con evidenza che è necessario un cambio di rotta, non è più rimandabile, la dimensione della cura deve essere al centro dei criteri decisionali della società".
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