Come abbiamo denunciato intervenendo in sede di discussione del Bilancio Preventivo, lo stesso giorno in cui la legge finanziaria per il 2022 era in approvazione alla Camera e non si conoscevano ancora le partite di trasferimento, come non erano ancora stati emessi i bandi per accedere ai finanziamenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, “l'atto di delibera con cui ci si chiede oggi di approvare il Bilancio di Previsione preannuncia la necessità di un numero indefinito di variazioni (l'anno scorso sono state più di dieci)”.
Puntuale come un orologio, nel Consiglio del 3 febbraio è arrivata una variazione del Documento Unico di Programmazione per alcuni milioni di euro e una serie di variazioni al Piano delle Opere Pubbliche, alcune delle quali ricalcavano nostre proposte di emendamento respinte.
Se si fossero approvati il Bilancio e i suoi atti preliminari entro il mese di febbraio, oltre ad avere la possibilità di organizzare un percorso partecipativo reale nelle commissioni consiliari (i gruppi invece hanno avuto la bozza di bilancio venti giorni prima del Consiglio stabilito per l'approvazione) e nelle consulte territoriali, che la bozza non l'hanno mai vista, si sarebbe approvato uno strumento più realistico. Il Sindaco considera questo problema irrilevante. Lo è se si pensa che l'approvazione del Bilancio di Previsione sia un noioso adempimento burocratico. Ma allora si dovrebbe dire questo ai cittadini e agli elettori, ed evitare di intitolare un capitolo del DUP “Il bilancio si costruisce insieme”.
Nessuno più di noi auspica che su San Miniato piovano i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Ma perché cadessero nei punti giusti bisognerebbe, in primo luogo, che questi fossero individuati attraverso una seria scelta di programmazione preventiva, e magari segnalati nel Piano delle Opere pubbliche come opere da finanziare “con fondi speciali”. Invece si ha l'impressione che ci si limiti a cogliere le occasioni appena si presentano, magari sulla base di esigenze giuste (la palestra è certamente una necessità per gli alunni delle scuole medie di Ponte a Egola, che devono fare mezzo chilometro a piedi tutte le volte che hanno un'ora di scienze motorie e sportive), ma senza porsi in alcun modo l'obiettivo di migliorare più complessivamente le situazioni (la scuola media di Ponte a Egola è andata formandosi attraverso l'aggiunta di pezzi diversi, ad ogni inizio d'anno scolastico si constata la mancanza di aule, servirebbe un progetto di riqualificazione e ristrutturazione complessiva e non è detto che aggiungere la palestra come se fosse un altro pezzo migliorerebbe le cose).
In secondo luogo, a quanto si legge, questi fondi dovranno essere assegnati sulla base di una valutazione della qualità dei progetti. A questo scopo avevamo proposto (ed è una delle poche proposte nostre che erano state accolte) di costruire all'interno della macchina comunale una task force per realizzare queste progettazioni e accedere ai bandi. Invece si è scelto ancora una volta di ricorrere a consulenze esterne. Ne valuteremo i risultati, ma non crediamo che continuare a indebolire la macchina comunale sia il modo migliore di accedere ai fondi del PNRR.
Manola Guazzini, capogruppo gruppo consiliare CambiaMenti
Notizie correlate
Tutte le notizie di San Miniato
<< Indietro