Montagna e aree interne motore dello sviluppo sostenibile


Qualche giorno fa l’Asvis (Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile) ha pubblicato un importante documento sul tema “Le aree interne e la montagna per lo sviluppo sostenibile”,  dove la prestigiosa istituzione fa il punto su presente e futuro di questi luoghi in Italia. Un dossier che guarda al futuro e che per molti aspetti indica gli stessi temi e strategie sui quali Anci Toscana in questi ultimi anni ha puntato le sue politiche di settore, a partire dal più importante: attivare un patto tra aree montane e urbane per uno sviluppo coordinato, che trasformi le fragilità di questi territori in opportunità.

“I territori montani rappresentano in Italia la gran parte delle aree interne, dove in Toscana vivono 1 milione e 140 mila cittadini, circa il 30 % del totale; e tra questi 576 mila in comuni montani - spiega Luca Marmo, coordinatore della Consulta della Montagna Anci Toscana e sindaco di San Marcello Piteglio - Il concetto chiave deve essere quello della connessione tra centro e periferie. Si è riscoperto che la montagna è portatrice di valori come  l’aria pura, l’acqua, l'energia pulita, gli spazi aperti, la storia e l’identità dei territori. Ora dobbiamo comprendere che non possiamo gestire il futuro solo dalle città, soprattutto rispetto all’ambiente: ci deve essere interconnessione e reciprocità. Questo principio è alla base del Manifesto che come sindaci abbiamo adottato che stiamo promuovendo con azioni e progettualità specifiche, ultimo l’evento del dicembre scorso all’Abetone. Il documento di Asvis che condivide questa visione ci fa molto piacere, e ci fa capire una volta di più che siamo sulla buona strada”.

Oltre a questo, i temi che accomunano il dossier Asvis e il Manifesto della Montagna toscana sono molti: il ruolo delle comunità nella definizione di nuove forme di governance di area; lo sviluppo dei  servizi ecosistemici (sui quali Anci e Regione stanno facendo una sperimentazione su due aree montane della Toscana; il contrasto allo spopolamento, in particolare con la capacità di essere attrattivi per i giovani; servizi essenziali; e non ultima la sostenibilità ambientale, una carta che i territori delle aree interne e montane possono giocare con maggiore decisione, con  forme innovative di gestione sostenibile di un territorio, con una decisiva valenza sociale ed  economica.

“Proprio in questi giorni, sulla base di questi principi, stiamo formulando le osservazioni al disegno di legge-quadro sulla Montagna collegato alla legge di Bilancio 2022, che sta per essere presentato in Parlamento - conclude Marmo - Ci auguriamo che finalmente la specificità di questi territori trovi riconoscimento e tutela”.

Fonte: Ufficio Stampa

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