'Ndrangheta in Toscana, imprenditori agricoli riciclano denaro sporco: sequestro milionario

Avrebbero utilizzato denaro proveniente dalla 'ndrangheta, dalle cosche Grande Aracri e dalla Petilia Policastro, per le attività agricole che svolgevano in Toscana. Per questo è stato operato un sequestro da parte della Dia di Firenze e della polizia verso due imprenditori di origini calabresi operanti da anni in Toscana.

Le indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia a Firenze e vagliate dal gip, affermano che i due "si sarebbero messi a disposizione delle cosche calabresi per consentire investimenti e impieghi di proventi derivanti dalle attività criminali della ‘ndrangheta".

Sono stati sequestrati porzioni di un immobile a uso rurale nel comune di Chiusdino, acquistate in un unico fondo con annessi rurali e vecchi fabbricati, nel comune di Chiusdino (Siena). Il valore commerciale complessivo è di 5 milioni di euro, su 350 ettari di estensione.

Tutta l’attività d’indagine ha trovato ulteriori riscontri volti a consolidare l’ipotesi investigativa riguardante sia la ricostruzione degli investimenti effettuati in Toscana, sia i legami con soggetti appartenenti alle cosche calabresi.

Il nome della cosca Grande Aracri fa suonare un altro campanello d'allarme in Toscana. Un altro sequestro era stato effettuato pochi giorni fa in merito all'inchiesta Keu, con i collegamenti rilevati dalle indagini tra l'imprenditore Francesco Lerose e la cosca di Cutro.

I commenti

“Occhio toscana! Corri il rischio di essere divorata dalla mafia”

Alla 'ndrangheta piace la Toscana. A distanza di una settimana è stata effettuata un'altra brillante operazione da parte della Dia insieme alla squadra mobile della polizia di stato di Firenze. Effettuato un sequestro preventivo emesso dal Gip del tribunale di Firenze nei confronti di due imprenditori del settore agricolo, di origini calabresi, provenienti dalle province di Catanzaro e Crotone, ma da anni trapiantati in Toscana.

“Dall’operazione di oggi”, dichiarano Salvatore Calleri presidente della Fondazione Caponnetto e Renato Scalia dell’Ufficio di Presidernza, “emerge che:
1) la cosca calabrese dei "Grande Aracri" era presente dal 2007 a Chiusdino in provincia di Siena;
2) il fondo agricolo in questione è molto grande, ben 350 ettari ed il valore del sequestro è pari a 5 milioni di euro;
3) l'agricoltura piace alla 'ndrangheta.

"Il danno che i clan possono apportare alla nostra ricca regione - concludono Calleri e Scalia - è altissimo e pertanto non possiamo che rilanciare l'allarme: "Occhio Toscana! Corri il rischio di essere divorata dalla mafia".

Torselli (FdI): "Preoccupante infiltrazione, sinistra smetta di guardare altrove"

Firenze, 27 gennaio 2022: “C'era una volta la mafia lupara e coppola che dominava quattro regioni meridionali e si arricchiva con spaccio di droga e controllo del territorio. Oggi le grandi organizzazioni criminali, 'Ndrangheta in primis, reinvestono i loro enormi guadagni al centro e al nord. La Toscana, in questa ottica, viene vista come un territorio perfetto da questi malviventi. Nel senese la Dda di Firenze ha sequestrato beni immobili per oltre 5milioni di euro a due imprenditori riconducibili alla 'Ndrina del Grande Aracri, la stessa a cui sarebbe stato affiliato l'imprenditore immischiato nella vicenda Keu. Non passa settimana senza che nella nostra Regione non si venga a conoscenza di un'inchiesta avviata dalla Dda di Firenze. L'ultimo rapporto di Legambiente sulle ecomafie è drammatico: la Toscana è la prima Regione del centro Nord per reati ambientali commessi dalla criminalità organizzata. Siamo fortemente preoccupati per il muro di omertà e silenzio che continua a formarsi ogni volta che si parla di mafia in Toscana. La sinistra è ancora convinta che 'la Toscana non è terra di mafia'. Intanto stiamo ancora aspettando risposte politiche alla squallida vicenda Keu: per ora tutti gli esponenti del Pd implicati nella vicenda sono fermamente al loro posto. Ancora una volta ringraziamo le forze dell'ordine per il loro impegno quotidiano al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata”. Lo dichiara Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano.

 

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Alessia Benelli
Giornalista
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