Piantato in piazza D’Azeglio
In piazza D’Azeglio un albero di gingko biloba ricorda la scienziata naturalista di origine ebraica Enrica Calabresi che nel 1938, in seguito alle leggi razziali fasciste, fu allontanata dall’insegnamento universitario perché ‘appartenente alla razza ebraica’. La pianta, messa a dimora un anno fa, è stata donata dal Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Firenze. Per ricordare la scienziata, gli assessori Cecilia Del Re (Ambiente) e Alessandro Martini (Cultura della memoria) e la presidente della Commissione Segre Barbara Felleca hanno preso parte alla cerimonia di commemorazione in piazza D’Azeglio insieme al presidente dell’Ordine degli avvocati di Firenze Giampiero Cassi e alla presidente del Comitato Pari opportunità degli Avvocati di Firenze Sibilla Santoni.
“In un momento così delicato abbiamo voluto anche qui rafforzare la presenza del Comune di Firenze - hanno detto Del Re, Martini e Felleca -, ricordando la figura di Enrica Calabresi e tutto l’orrore delle leggi razziali. L’albero donato lo scorso anno dal Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Firenze è qui a testimoniare la necessità di portare avanti con caparbia la cultura della memoria, perché quella immane tragedia non si ripeta più. È un albero d’inciampo che sta crescendo in questo giardino così vissuto dai cittadini e dai bambini, che ci auguriamo cresca insieme alla memoria della storia di Enrica Calabresi”.
Sulla targa apposta in corrispondenza dell’albero si legge: “Questo albero è dedicato ad Enrica Calabresi (Ferrara 1891-Firenze 1944), scienziata naturalista, docente universitaria, ebrea, vittima delle leggi razziali. Perché il ricordo della sua vita coraggiosa metta radici profonde, resti per sempre nella memoria di Firenze e sia di insegnamento alle giovani generazioni. Il Comitato Pari Opportunità delle Avvocate e degli Avvocati di Firenze nel marzo 2020”.
Il CPO ritiene importante questa iniziativa, assunta in coerenza con la sua missione, che consiste nella promozione delle pari opportunità e nella lotta a tutte le discriminazioni, per perpetuare il ricordo della nostra concittadina, la cui brillante vita e carriera di scienziata, eccezionale in quell’epoca per una donna, è stata brutalmente interrotta a seguito della discriminazione razziale. Il CPO ritiene molto appropriato dedicare ad Enrica Calabresi un albero, sia per la sua esperienza di scienziata naturalista, zoologa ed entomologa, sia per la sua appartenenza alla cultura ebraica, per la quale piantare un albero è simbolo di pace, fratellanza ed amore verso la terra, rappresenta la continuità della vita ed è segno di ricordo verso i defunti.
La vita
Nata il 10 novembre 1891 a Ferrara, Enrica Calabresi è vissuta a lungo a Firenze, dove è deceduta il 20 gennaio 1944. La sua biografia è particolarmente significativa: zoologa ed entomologa, si è laureata giovanissima all’Università di Firenze in Scienze naturali, ha lavorato alla Specola, è stata docente sia all’Università di Firenze che all’Università di Pisa e segretaria della Società Entomologica Italiana. Il 14 dicembre 1938, in seguito alle Leggi razziali fasciste, è stata allontanata dall’insegnamento universitario perché "appartenente alla razza ebraica". Margherita Hack è stata sua allieva al liceo classico "Galileo" e testimone della sua cacciata, dopo l'introduzione delle leggi razziali. Dal 1939 al 1943 ha insegnato scienze nella Scuola ebraica di via Farini.
Nel gennaio del 1944 è stata arrestata dai fascisti come ebrea nella sua abitazione fiorentina e portata nel carcere femminile di Santa Verdiana. Sapendo che da lì sarebbe stata deportata al lager di sterminio di Auschwitz, si è sottratta a questo tremendo destino con un veleno, che da tempo portava sempre con sé. A lei è stato intitolato il reparto di entomologia del Museo la Specola di Firenze. La sua coraggiosa e travagliata vita è stata raccontata nel libro Un nome di Paolo Ciampi, nello spettacolo teatrale Un nome nel vento e nel film documentario di Ornella Grassi Una donna. Poco più di un nome (Italia, 2019) che è stato insignito del premio Gilda, nell’ambito del Festival Internazionale di Cinema e Donne. Il film è stato proiettato il 24 gennaio 2020 per gli avvocati di Firenze a cura del CPO e della Fondazione per la Formazione Forense presso il Cinema La Compagnia per celebrare il Giorno della Memoria.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
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