Una pietra d'inciampo intitolata a Carlo Castellani, collocata in piazza San Rocco a Fibbiana, dove abitava il calciatore deportato nei campi nazisti.
Carlo Castellani è uno dei cittadini di Montelupo che nella notte tra il 7 e l’8 marzo 1944 venne arrestato con l’inganno e deportato nei campi di sterminio. Quando bussarono alla porta cercavano suo padre David, non lui. Ma il padre era malato e pensando ad un controllo di routine andò lui al suo posto.
Dalla caserma di Montelupo, fu trasportato a Firenze alle scuole Leopoldine e da lì a Mauthausen con un treno merci partito dall’attuale binario 6 della Stazione di Santa Maria Novella, dove morì di stenti e dissenteria nel sottocampo di Gusen nell’agosto del 1944. Il suo fisico atletico resistette 6 mesi agli stenti dei lavori forzati, il doppio rispetto ai 3 che i nazisti calcolavano per uccidere di lavoro ii malcapitati.
Carlo Castellani era nato il 15 gennaio 1909 a Fibbiana.
Il padre era proprietario di una segheria e questo consentì al giovane Carlo di potersi dedicare alla scuola (frequenta l’istituto dei Padri Scolopi) e alla propria passione, il calcio.
I suoi meriti sportivi sono noti. A 17 anni era già un giocatore fortissimo della neonata società dell'Empoli Calcio.
In pochi anni arriva a giocare a Livorno, poi a Viareggio e infine torna ad Empoli. In cinque stagioni Castellani ottiene risultati importanti, raggiungendo le 61 reti segnate, record rimasto intonso per oltre 70 anni nell'Empoli, e adesso detenuto da Francesco Tavano.
«A Montelupo nessuno aveva partecipato agli scioperi del marzo 1944 che i nazisti volevano reprimere con la deportazione. Con l’inganno e senza nessuna colpa i fascisti locali strapparono ai propri cari nel pieno della notte semplici cittadini inermi: alcuni perché antifascisti, altri per antipatia, vendetta o invidia personali, altri ancora semplicemente per fare numero. Queste persone, non hanno potuto raccontare l’orrore dei campi e non hanno neppure una tomba su cui poter piangere e ricordare: le pietre d’inciampo vanno a colmare questa lacuna.
Dopo Castellani proseguiremo con la posa delle pietre d’inciampo dei vetrai della Torre e finiremo l’8 marzo con quelle in centro storico» spiega Lorenzo Nesi, assessore alla memoria del comune di Montelupo Fiorentino.
Le pietre, un piccolo blocco a forma di cubo di pietra (10×10×10 cm), ricoperto di una placca di ottone lucente, vogliono essere un inciampo emotivo e mentale, non fisico. Il loro obiettivo è mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana – l’ultima loro casa o il luogo di lavoro scelti liberamente – invitando chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data, per non dimenticare.
Proprio per l'alto valore simbolico il comune di Montelupo Fiorentino ha aderito al progetto promosso da ANED e coordinato da Empoli come comune capofila.
L'inaugurazione delle pietre è il filo conduttore delle iniziative promosse dal comune di Montelupo Fiorentino legate alla memoria che iniziano il 27 gennaio e che si concluderanno l'8 marzo.
Il primo appuntamento è quindi a Fibbiana giovedì 27 gennaio dalle ore 11, con la partecipazione anche degli altri Comuni dell’Empolese e di alcune delle squadre dove Castellani ha militato.
Si prosegue il 5 marzo con l'inaugurazione al MMAB della mostra “Campioni della memoria”, dedicata agli atleti deportati nei lager.
Si continua con l'inaugurazione delle pietre d’inciampo dei vetrai della fabbrica della Torre, per arrivare all'8 marzo quando saranno inaugurate le pietre dedicate ai cittadini che furono rastrellati nel centro cittadino.
La messa in ricordo sarà celebrata in Pieve domenica 6 marzo alle 11.15 con successiva deposizione di una corona al monumento ai caduti di piazza Giacomo Matteotti.
Tutte le iniziative sono svolte di concerto con l'Istituto Baccio da Montelupo e prevedono il coinvolgimento degli studenti e dei parenti dei deportati.
Fonte: Comune di Montelupo Fiorentino - Ufficio Stampa
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