Dal caldo record in estate ai nubifragi, 2021 da codice rosso per Legambiente: "Numeri sempre più preoccupanti". La Toscana negli ultimi dieci anni è al sesto posto su base nazionale
È tempo di bilanci per il 2021, un anno in cui si sono accesi nuovamente i riflettori sul clima grazie alla COP26 di Glasgow, ma anche in cui si sono manifestati, in maniera sempre più lampante e frequente, gli effetti dei cambiamenti climatici, con fenomeni meteorologici estremi come alluvioni, ondate di calore, trombe d'aria, grandinate record e nubifragi. In Italia nel 2021 sono ben 187 gli eventi che hanno provocato danni ai territori, causando la morte di nove persone. Nello specifico, si sono verificati 97 casi di allagamenti da piogge intense, 46 casi di danni da trombe d’aria, 13 casi di frane causate da nubifragi, 11 casi di esondazioni fluviali, 9 di danni da siccità prolungata, 8 casi di danni alle infrastrutture e 3 di danni al patrimonio storico da piogge intense. Molti gli eventi che riguardano due o più categorie, ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni anche alle infrastrutture. Rispetto al 2020 nell’ultimo anno in aumento i danni da grandinate intense (17 rispetto ai 9 nel 2020) e le frane da piogge intense (13 rispetto alle 10 nel 2020), mentre allo stesso livello record i dati sugli allagamenti (97 nel 2021 e 102 nel 2020).
Tra le città più colpite nel corso di quest’anno svetta al primo posto Roma con 9 eventi estremi, seguita da Napoli con 5, Catania con 4, Palermo e Milano con 2. A livello regionale, invece, se andiamo a studiare il trend decennale, nel periodo 2010/2021, la Sicilia e la Lombardia sono in testa alla classifica con 144 e 124 eventi estremi. Rilevanti nello stesso arco temporale le casistiche registrate nel Lazio (111), in Puglia (94), in Emilia-Romagna (86) e in Toscana (80).
È quanto emerge in sintesi dalla fotografia di fine anno scattata dall’Osservatorio Nazionale «CittàClima» di Legambiente, realizzato in collaborazione con Unipol e con il contributo scientifico di Enel Foundation, che traccia un bilancio complessivo sugli eventi estremi che hanno colpito l’Italia nel 2021, oltre che offrire un quadro aggiornato di quanto avvenuto dal 2010 ad oggi. Un anno da codice rosso per il clima, segnato da un’estate che ha registrato temperature record in Europa (in Italia, a Floridia, in provincia di Siracusa, l’11 agosto si sono toccati i 49°C!), ma anche da piogge intense, forte siccità, violente trombe d’aria e il passaggio del funesto «medicane» Apollo.
"Anche il 2021 è stato un anno con impatti terribili in tutto il mondo e nel nostro Paese. – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Proprio questi numeri ci ricordano quanto le città italiane abbiano bisogno di urgenti interventi di adattamento a un clima che rende piazze, strade e linee ferroviarie sempre più pericolose durante le piogge di forte intensità e le case sempre più invivibili durante le ondate di calore. La nostra richiesta al Governo per il nuovo anno è che finalmente si approvi il piano nazionale di adattamento climatico, come hanno fatto tutti gli altri grandi Paesi europei, con chiare priorità di intervento in modo da indirizzare le risorse nazionali e i 2,5 miliardi di euro previsti dal PNRR verso interventi davvero utili di messa in sicurezza e la riqualificazione delle città e dei territori italiani".
"Nell’ultimo decennio in Toscana abbiamo registrato ben 80 eventi estremi, di cui 10 solo nel 2021. – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – È la prova inconfutabile di quanto stia diventando grave e attuale la sfida della crisi climatica. Non in un’isola del Pacifico, ma da noi, in Toscana. Non domani o dopodomani, bensì oggi, anno di grazia 2021. D’altronde, se oggi ricordiamo date come il 5 marzo 2015 (grecalata a 190 km/h) o quella del 1° agosto 2015 (tromba d’aria a Firenze Sud) o, ancora, quella del 10 settembre 2017 (alluvione di Livorno), lo facciamo non per spaventare i cittadini, ma per renderli consapevoli del fatto che eventi che una volta si ripetevano con cadenza ultrasecolare oggi si stanno ripetendo con frequenza inaudita. Quasi ogni anno. Per questo dobbiamo contrapporre subito politiche di mitigazione e di adattamento efficaci, anche e soprattutto in una regione come la nostra, straordinariamente ricca dal punto di vista paesaggistico e ambientale!" – conclude Ferruzza.
Ecco la mappa del rischio climatico: http://www.cittaclima.it
In questo report di fine anno, Legambiente ha anche aggiornato i dati dal 2010 ad oggi. Nella Penisola, dal 2010 ad oggi sono stati 1.181 i fenomeni meteorologici che hanno provocato danni nel territorio italiano con 637 Comuni dove si sono registrati eventi con impatti rilevanti, l’8% del totale. Ma ancora più rilevante è il tributo che continuiamo a pagare in termini vite umane e di feriti, 264 le persone vittime del maltempo dal 2010 ad oggi. A questo si aggiunge, come monitorato dal CNR, l’evacuazione di oltre 27mila persone, a causa di eventi quali frane ed alluvioni tra il 2016 ed il 2020, che diventano 320mila se si considerano gli eventi avvenuti dal 1971. Le Regioni più colpite dal 2010 ad oggi da eventi estremi sono Sicilia e Lombardia, “in testa” in questa non felice classifica (rispettivamente con 144 e 124 eventi) anche per quanto avvenuto nel 2021 (30 e 23). Ma rilevanti sono gli impatti avvenuti nel 2021 in Campania con 16 eventi, in Veneto e Sardegna con 14 e Lazio con 13. Così come dal 2010 in Lazio (111), Puglia (94), Emilia-Romagna (86), Toscana (80), Veneto e Campania (78).
Dati e numeri che, ancora una volta, dimostrano l’urgenza di intervenire per ridurre le emissioni di gas serra – che sono la causa dei cambiamenti climatici – e per limitare gli impatti nei territori e i rischi per la vita e la salute delle persone. Infatti, secondo i dati del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration di Mauna Loa), le concentrazioni di CO2 hanno raggiunto le 416 ppm (unità di misura "parti per milione" utilizzata per esprimere la concentrazione di una sostanza presente in una miscela) in ogni parte del globo per diversi mesi nonostante i quasi due anni di pandemia e i relativi lockdown.
Fonte: Legambiente - Ufficio stampa
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