Tatiana guarda il suo bimbo, Ugo, che ha sei mesi, e sente di aver raggiunto la felicità. Addosso porta ancora le tracce della mastectomia e della ricostruzione del seno sinistro. Fa ancora fatica ad accettare quel suo corpo provato dal carcinoma. Per fortuna che accanto a sé ha un compagno dolce e sensibile, e un figlio che ha potuto allattare al seno destro. Non è stato facile, a 37 anni, accettare una diagnosi di tumore, ma Tatiana ce l'ha fatta, grazie alla propria forza e a quella che ha ricavato dal percorso fatto, fino a pochi giorni fa, al Cerion, a Villa delle Rose. Ecco la sua storia.
«Una mattina di tre anni fa, senza neanche pensarci, mi sono toccata il seno. Sotto le dita, un nocciolino durissimo mi ha fatto saltare il cuore in gola. Dopo tre mesi, tanto ci è voluto per farmi visitare e arrivare a una biopsia, ho avuto la diagnosi: era un carcinoma. In quel momento mi è crollato il mondo addosso. Avevo quasi quarant'anni. Io e il mio compagno stavamo provando ad avere un bambino, e una diagnosi di tumore stava facendo calare una scure su tutti i nostri sogni.
Fino ad allora non avevo avuto grandi esperienze con la sanità pubblica. Non sapevo che cosa fare ma non ne ho avuto bisogno perché a Careggi mi sono sentita supportata, quasi presa in braccio. Non ho dovuto pensare a nulla. Gli esami erano buoni: non avevo metastasi, il test genetico era andato bene, il mio tumore non era di tipo ormonale. Avrei dovuto fare la mastectomia solo a sinistra e poi la chemio. Avrei affrontato tutto. Iniziare a perdere i capelli, però, fu una vera tragedia: li avevo lunghissimi. Quando arrivò il momento, chiamai mia sorella per farmi rasare a zero. La parrucca, però, non l'ho mai portata: su Youtube imparai a farmi i turbanti e così mi dimenticai di non avere più la mia chioma. Durante la chemio un'amica mi parlò del Cerion. Decisi subito di contattare il servizio di Psiconcologia. Per me fu una svolta.
Io sono una che combatte, ma il gruppo ti dà una marcia in più. Ho praticamente seguito tutti i corsi proposti a Villa delle Rose. Ricordo di aver iniziato con quello di rilassamento perché la notte non riuscivo a riposare bene.
Poi musicoterapia e arteterapia, il mio preferito. Anche danza egiziana mi è piaciuta tantissimo e continuerò a farla. Infine, il corso, bellissimo, di mindfullness che ho appena finito e che mi ha fatto conoscere donne favolose. Il Cerion è una grande cosa, un aiuto prezioso che tutti dovrebbero avere. A me è servito soprattutto per imparare a guardarmi dentro. Eppure in molti non lo conoscono. Io, a tutte le persone che incontravo in ospedale, consigliavo di prendere contatto con Villa delle Rose. I vari percorsi che ho seguito mi hanno aiutato a elaborare quello che mi era accaduto, ad acquisire consapevolezza e a tenere a bada le mie paure.
Ho acquisito coraggio e anche la consapevolezza dei miei desideri. Così, quando ho ricominciato a pensare a un figlio, ho capito che avevo bisogno di guardare avanti. Mi avevano detto che avrei dovuto aspettare almeno due anni e mezzo dalla fine della chemio: mi sembrava un tempo infinito. Così, sono andata dal mio compagno e gli ho detto: “Vuoi ancora diventare babbo?” Lui mi ha risposto di sì e io mi sono improvvisamente rilassata. Ci siamo detti: vada come vada. Dopo pochi mesi sono rimasta incinta di Ugo che ora è qui con me a regalarmi felicità e la promessa di un futuro da costruire».
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