Il Presepe dei migranti, don Zappolini: "Cerchiamo la vera solidarietà"

Il presepe denuncia a Ponsacco, "quali sono le radici cristiane dell'Europa?"


Il filo spinato passa nella capannuccia, circondando la Madonna, San Giuseppe e Gesù bambino. È il presepe denuncia di don Armando Zappolini, parroco di Ponsacco, che si domanda con questo allestimento della natività 2021, "quali sono le radici cristiane dell'Europa?". Alla destra e alla sinistra del bambino, la Madonna e San Giuseppe hanno il volto di due profughi e, accanto al presepe, don Zappolini ha appeso anche le fotografie dei bambini in Bielorussia, Polonia e Lesbo.

"Davanti al grave e complesso fenomeno delle migrazioni - spiega una nota - molti si pongono a difesa dei "sacri confini" della patria e dell’integrità della propria cultura, come baluardi insuperabili e determinati. Il nostro tempo ha visto sorgere più muri e steccati di quanti se ne potevano immaginare noi che abbiamo visto crollare il muro di Berlino e pensavamo che in Europa non se ne facessero mai più! Queste barriere di filo spinato e di paura attraversano i confini degli stati, ma anche le strade dei nostri paesi: sono barriere che ci costruiamo dentro di noi, alimentate dalla paura e dalla chiusura. Davanti alla complessità di certe situazioni si preferisce alimentare la paura e le chiusure piuttosto che rafforzare il faticoso cammino dell’incontro e dell’integrazione e dividere le persone non in base alla etnia o al colore della pelle ma alla propria onestà e dignità". Il problema è quando tutto questo si afferma in difesa delle "radici cristiane"".

La nota, di don Armando, don Luca e i giovani di Talea Aps e Caritas Young spiega dunque il senso del presepe con il filo spinato. "Gesù ha usato parole molto dure verso questo ipocrita atteggiamento di chi si batte per poter fare il presepe e non si indigna per i bambini avvolti dai fili spinati ai confini della Bielorussia o del Marocco e della Croazia, per chi si sente aggredito nei propri valori dal velo di una donna musulmana o non si sente il cuore spezzato nel vedere donne violentate e bambini sfruttati nel disperato tentativo di salvare la propria vita". E quindi anche Gesù è impigliato in un filo spinato, "in uno dei tanti passaggi verso l' "Europa cristiana", impaurito, infreddolito, affamato, con quegli occhi che non hanno più lacrime ma che continuano a chiedere il perché di tanta cattiveria".

Da Ponsacco, il presepe di don Zappolini propone un'ultima riflessione: "La maggior parte dei migranti che arrivano in Italia sono di religione cristiana, nostri fratelli nella fede. Quanto siamo lontani dalla bella immagine della chiesa nascente quando i primi cristiani erano riconosciuti soprattutto dall’amore che li univa gli uni agli altri, a prescindere dalla condizione sociale, dall’età, dalla lingua, quanto siamo lontani dal Vangelo! Cerchiamo allora le vere radici cristiane dell’Europa - concludono - sono nella concreta solidarietà che ci porta a camminare gli uni accanto agli altri, sono nelle "lanterne verdi" delle famiglie polacche che vogliono indicare una casa accogliente a chi è riuscito a superare il filo spinato.

Sono nel nostro quotidiano impegno accanto ai poveri, nel nostro tentativo – come ci ricorda continuamente Papa Francesco – di essere una chiesa che esce sulle strade, che rischia anche di sporcarsi, ma che non vuol rimanere lontana dalla gente e dalle sue difficoltà. Buon Natale. Che sia un tempo bello di rabbia, di sogno e di impegno per tutti noi".

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