Ancora una volta l'impegno dei carabinieri si sono rivelate determinanti per risolvere un mistero. Tuttavia, non per trovare un colpevole ma per salvare una vita. Una donna, infatti, la sera dell’Immacolata – ma la notizia è stata resa pubblica solo oggi – era stata soccorsa dal personale del 118, in preda alle convulsioni, nei pressi di un distributore a Livorno. Prima che i sanitari potessero chiederle qualcosa, questa ha perso i sensi e non aveva con sé documenti né cellulare. Trasportata in codice rosso all'ospedale, è stata ricoverata in terapia intensiva. E' apparso chiaro bisogno di terapie farmacologiche adeguate, ma appunto l'identità era ignota.
Solo il lavoro certosino condotto dai militari ha permesso ai medici del pronto soccorso di identificare e ricostruire la cartella clinica della donna, salvandola.
I carabinieri sono partiti dagli unici “dati” disponibili: due tatuaggi sul braccio, che i militari hanno supposto fossero i nomi dei figli. Parte così la ricerca, che “ha battuto” sia i registri dell'anagrafe e sia i social, finché i carabinieri non sono riusciti finalmente a individuarla
Una volta capito chi fosse, per i medici non è stato difficile individuare la terapia corretta, anche se la donna è rimasta in stato di incoscienza dall’8 fino al 13 dicembre scorso.
Ora, però, non è più in pericolo di vita.
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