La ‘Cerca e della cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’ è ufficialmente iscritta nella lista UNESCO del Patrimonio culturale immateriale. La decisione è stata comunicata giovedì 16 dicembre a seguito del pronunciamento del Comitato intergovernativo UNESCO.
L'annuncio era stato già proposto durante la Mostra del Tartufo di San Miniato lo scorso novembre e adesso è diventato realtà.
Una candidatura di carattere nazionale per l’Italia, che ha visto il coordinamento tecnico-scientifico istituzionale del Servizio II- Ufficio UNESCO del Segretariato Generale del Ministero della Cultura (MiC), il cui percorso è stato seguito e implementato dalla partecipazione diretta e costante della vasta comunità che si identifica nell’elemento, una rete interregionale nazionale composta dall’Associazione nazionale Città del tartufo (Anct), soggetti riuniti in gruppi associati nella Federazione nazionale associazioni tartufai italiana (Fnati), da altre libere Associazioni e da singoli Tartufai.
La ‘Cerca e cavatura del Tartufo in Italia’ rappresenta un patrimonio culturale immateriale di conoscenze e pratiche tramandate oralmente per secoli che caratterizzano la vita rurale dei tartufai nei territori tartufigeni italiani.
Un patrimonio di conoscenze vaste, incentrate sulla profonda conoscenza dell’ambiente naturale e dell’ecosistema, che enfatizza il rapporto tra uomo e animale, riunendo le competenze del tartufaio e quelle del cane con la sua capacità olfattiva, di cui l’uomo è abile addestratore e con il quale crea un rapporto simbiotico. Una tradizione antica che racconta di una pratica che accomuna l’Italia dal Nord al Sud declinata secondo l’identità culturale locale, tramandata attraverso storie, aneddoti, pratiche e proverbi che raccontano di un sapere che riunisce vita rurale e tutela del territorio.
"Siamo entusiasti di questo risultato, finalmente ce l’abbiamo fatta – ha commentato Michele Boscagli, presidente di Anct –, la Cerca e cavatura del tartufo in Italia è diventata Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Otto anni di lavoro sono stati apprezzati, è stato un percorso che, grazie alle istituzioni competenti, ha dato l’opportunità a tutti i soggetti coinvolti di comprendere l’importanza di salvaguardare saperi e conoscenze della tradizione dei tartufai italiani. Un patrimonio collettivo, prezioso anche per le generazioni future, che va ben oltre il valore del prodotto in sé".
Il percorso che ha accompagnato la candidatura ha consentito di acquisire consapevolezza di essere comunità e di portare avanti un lavoro di catalogazione, finora mai realizzato, per documentare una lunga tradizione praticata e tramandata in gran parte del Paese.
"È un obiettivo che ci eravamo posti e dopo un lungo lavoro siamo riusciti a raggiungerlo – ha precisato Fabio Cerretano a nome delle associazioni dei tartufai italiani – la Cerca e cavatura del Tartufo è un grande patrimonio culturale immateriale tramandato di generazione in generazione fatto di storia, di cultura e di tradizioni che abbraccia tutta l’Italia, da nord a sud, e ora ottiene questo prestigioso riconoscimento dall’UNESCO. Un sogno che finalmente si avvera".
I commenti dalla Toscana
Gabbanini (San Miniato Promozione): "Un bellissimo regalo di Natale"
"Sono felice per questo riconoscimento e faccio i complimenti a tutto il gruppo che da anni lavora affinché la cerca e la cavatura del tartufo in Italia diventi patrimonio immateriale dell'umanità. Per San Miniato (Pisa) è una bella giornata". Lo ha detto Marzio Gabbanini, presidente di Fondazione San Miniato Promozione. "Dopo essere riusciti a organizzare con successo la 50/a edizione della nostra Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Colline Sanminiatesi - ha aggiunto Gabbanini - questo è sicuramente un bellissimo regalo di Natale".
"Per noi tartufai è una grande soddisfazione, perché siamo i "custodi" di questa tradizione che oltre a regalarci delle prelibatezze enogastronomiche e a far girare la nostra economia, ci consente di mantenere i nostri boschi incontaminati - dichiara Renato Battini, presidente della associazione tartufai delle colline sanminiatesi -. Anche quelli sono un vero e proprio patrimonio da tutelare in ogni modo".
"E' un grande successo, un risultato importante che dà valore assoluto ad un'eccellenza del nostro territorio, un volano per la nostra economia oltre che per il turismo - dichiara il sindaco di San Miniato Simone Giglioli -. Vedere riconosciuta la cavatura del tartufo come patrimonio culturale immateriale, significa aver attuato, negli anni, politiche a tutela del territorio e dell'ambiente, oltre ad aver lavorato su una progettualità condivisa basata sulle competenze, che oggi ci premia con questo splendido risultato".
A Montopoli si festeggia col tagliolino
Invece nei boschi di Montopoli in Val d'Arno, nella Tenuta Varramista, si sono infatti dati appuntamento personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo insieme ai tartufai dell'associazione tartufai delle Colline Sanminiatesi, alla giunta di Montopoli e ai sindaci e amministratori dell’area come Paolo Pomponi di Montaione e Ilaria Parrella di Santa Maria a Monte, Simone Giglioli di San Miniato e Gabriele Toti di Castelfranco di Sotto, insieme al consigliere regionale Andrea Pieroni in rappresentanza del Consiglio Regionale.
Due ore in bosco insieme ai cani campioni, per una cerca del tartufo bianco pregiato nei minuti di attesa dell'annuncio da Parigi dell'esito della candidatura, ricerca del tartufo a cui ha partecipato anche Renzo Uliveri, presidente dell'associazione nazionale degli allenatori di Calcio, Alessio Battini, campione mondiale di beach soccer, Carlo Sestini e una delegazione dei campioni del mondo di Tiro a Volo, tra cui
Alessandro Gaetani, e della Federazione Italiana Tiro a Volo (FITAV) sporting compak.
Il tartufo trovato in bosco, fresco e profumato è stato poi servito dalla chef Shamira Gatta su un tagliolino e per concludere, un brindisi finale con il vino della tenuta Varramista per festeggiare l'entrata del tartufo nel patrimonio immateriale Unesco a cui si sono uniti tutti i presenti.
Montopoli in Val d'Arno sta, in questi giorni, proponendo la rassegna "Bianco (tartufo) fino a Natale" per sottolineare anche che si stanno aprendo nuovi spazi temporali per la ricerca del tartufo bianco, che i cambiamenti stagionali portano la raccolta fino a Natale.
Gioia a Montespertoli
Anche Montespertoli, Città del tartufo, esprime la propria soddisfazione per questo importante riconoscimento con il Sindaco Alessio Mugnaini: "Questo riconoscimento è frutto di un grande lavoro di tutte le istituzioni e associazioni di tartufai. Il riconoscimento ci consentirà di avere ancora più forza nelle politiche di tutela delle tartufaie anche in una logica di gestione rispetto ai cambiamenti climatici. Questo riconoscimento è per la nostra storia, della nostra tradizione ma anche per il nostro futuro."
San Giovanni d'Asso festeggia per la Val d'Orcia
“La ‘cerca e cavatura del tartufo in Italia’ è finalmente patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco. Un primo traguardo, ma che vuole rappresentare un punto di partenza, nella valorizzazione di questo pregiato prodotto della natura”. Così il Sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli commenta l’iscrizione della Cerca e cavatura del tartufo in Italia nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità Unesco.
“Un obiettivo – spiega il primo cittadino - raggiunto grazie al percorso sinergico intavolato dall’Associazione nazionale città di tartufo che proprio a San Giovanni d’Asso, nel comune di Montalcino, ha la sua sede e che vede salire a due i riconoscimenti dopo quello ottenuto nel 2004 come Val d’Orcia. Pur essendo un prodotto della terra spontaneo, l’iscrizione vuole rappresentare la valorizzazione della tradizione culturale che si tramanda di generazione in generazione”.
“Più che il prodotto tartufo, oggi l’Unesco – conclude il vice sindaco e assessore alle attività produttive Angelo Braconi - riconosce e tutela le tradizioni, le memorie e le pratiche che coinvolgono le persone, dall’addestramento dei cani, alle tecniche di ricerca, dalla conservazione all’utilizzo in cucina. Al presidente dell’associazione Michele Boscagli i più vivi complimenti per il risultato ottenuto”.
Mazzeo: "Orgogliosi del riconoscimento"
"Oggi è un giorno storico per i tartufai toscani e per le comunità di San Miniato e di San Giovanni d'Asso. La ‘Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’ entra nel patrimonio culturale immateriale dell'umanità tutelato dall'Unesco. È un riconoscimento di cui andare orgogliosi, perché il tartufo bianco rappresenta un'eccellenza toscana, e al tempo stesso è un riconoscimento alla coppia cavatore-cane, custode del territorio e simbolo della perfetta simbiosi tra uomo e natura". Così il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, ha commentato il riconoscimento dell’Unesco all’attività di ‘cerca e cavatura’ che premia alcuni territori della regione.
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