Progetto Hugo, tornare a vivere l'area della stazione a Empoli

Valorizzare di nuovo il quartiere della Stazione di Empoli, luogo di passaggio di migliaia di persone ogni giorno ma vissuto spesso come area di degrado. È questo il progetto che si è prefissato Hugo, acronimo di Human Geography Organizer, co-finanziato dalla Regione Toscana con il Consorzio Co&So di Empoli, la Rete Ergo e SocioLab a fianco del Comune di Empoli.

Avviato a luglio 2020, il progetto ha subito rimodulazioni a causa della pandemia e delle limitazioni imposte. Tante idee si sono susseguite per portare i cittadini a conoscenza del progetto. Dal Bar che non c'è, una chiacchierata di fronte a un caffè virtuale nei pressi della stazione, ai Secret Garden per trovare di nuovo un luogo di discussione e confronto. Sabato 18 dicembre il prossimo incontro dalle 12.30 alle 18 con giovani artisti che porteranno in piazza Don Minzoni alcune opere ispirate ai luoghi di cui si occupa Hugo. Ci sarà anche spazio per un 'pranzo collettivo' da acquistare nelle attività ristorative di zona per sostenere anche il commercio locale.

I commenti

"Il quartiere della Stazione - ha detto il sindaco Brenda Barnini - è sicuramente il più conosciuto dai non empolesi. È luogo vitale sotto vari punti di vista, compreso quello commerciale. Nonostante gli interventi fatti siano stati tanti, penso per esempio all’impianto di videosorveglianza, il senso di sicurezza da parte dei cittadini non è migliorato. Per questo continueremo a lavorare, a coinvolgere i cittadini, i residenti. In questo si inserisce anche il grosso intervento privato previsto per l'area della Ex Vitrum che si trasformerà presto in zona residenziale. Hugo è davvero un'esperienza di grande innovazione sociale e sono contenta che il consorzio Co&So l'abbiamo fatta insieme al Comune perché dà anche uno spunto sicuramente di riflessione su come in futuro potrebbero ripetersi esperienze come questa".

"In questi mesi - racconta Sara Spini, community manager del progetto - abbiamo cercato di valorizzare le storie e il vissuto del quartiere, compreso di chi passa o sosta brevemente in piazza. Quello che è emerso è il frutto di tante piccole azioni generative, di prendersi cura delle cose, a partire dalle panchine".

"Ci auguriamo – continua Fabrizio Fioretti, coordinatore della Rete Ergo – che questa modalità di lavoro possa coinvolgere sempre più gli abitanti e coloro che lavorano nella zona stazione, perché con la partecipazione di tutte le energie vitali presenti è possibile costruire una nuova e moderna identità del quartiere, abbattendo stereotipi e garantendo sicurezza ai cittadini".

"Nei pomeriggi di giovedì 16, venerdì 17 dicembre è poi possibile accomodarsi in Piazza Don Minzoni ai tavolini del Bar che non c’è – racconta Mattia Cutolo, educatore – uno spazio di conversazione e di narrazione di storie davanti ad un caffè inesistente o a una tisana immaginaria, mentre nel sottofondo si potrà ascoltare musica suonata dal vivo grazie al circuito Open Stage, una piattaforma digitale e un totem “autogestito” da artisti di strada".

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