Il 2021 è stato davvero l’anno di Dante: sono molte le iniziative organizzate per celebrare la figura e l’opera del poeta in occasione del settimo centenario dalla morte. Tra le ultime, non per importanza, la pubblicazione del volume “«A riveder la china»: Dante nei fumetti (e vignette) italiani dal XIX al XXI secolo”, uscito lo scorso 18 novembre. Leonardo Canova, post-doc del Dipartimento di filologia, letteratura e linguistica dell’Università di Pisa, ha curato il libro insieme a Luca Lombardo (Università Ca’ Foscari di Venezia) e Paolo Rigo (Università degli Studi Roma Tre). Il volume è fruibile in open access e scaricabile gratuitamente sul sito di Edizioni Ca’ Foscari a questo link.
Il saggio, nato dalla passione condivisa da curatori e autori per Dante e la cosiddetta “nona arte”, unisce il mondo dei dantisti e quello di fumettisti e illustratori che hanno tratto ispirazione dalla sua opera e dalla sua figura. Il libro è infatti diviso in due parti.
La prima sezione ripercorre la presenza del poeta nei fumetti italiani dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri, fornendo ai lettori una sorta di atlante del fumetto dantesco. La seconda parte, curata da Valentina Rovere (University of Helsinki), accosta la parte artistica a quella scientifica, ospitando una galleria di illustrazioni e scritti inediti realizzati appositamente da artisti emergenti e importanti esponenti del mondo della nona arte.
Il libro s’inserisce nel filone di studi che analizza Dante come fenomeno pop, approfondendone aspetti che, numeri alla mano, risultano ancora poco esplorati: basti pensare che su circa 1400 saggi pubblicati ogni anno sull'opera o sulla vita di Dante, solo una sessantina negli ultimi 20 anni ne ha trattato il rapporto con la nona arte.
Eppure è sufficiente scorrere l’indice del volume per cogliere la ricchezza e varietà del materiale a disposizione: dall’archetipo Gustave Doré alle più recenti realizzazioni per il web, Dante viaggia attraverso i più importanti snodi della storia del fumetto in Italia, al fianco di alcuni tra i più famosi protagonisti di questi albi.
“Che si trovi a sostituire Lucifero in chiave di tormentatore - commenta Leonardo Canova - come accade nel celebre Inferno di Topolino firmato da Guido Martina, o ad interpretare una versione ipermoderna di se stesso, come nella straordinaria opera di Marcello Toninelli o ancora che sia ridotto ad un vecchietto scappato dall’ospizio, come in Cattivik, o ad un cantautorucolo squattrinato, come in Geppo, Dante è sempre Dante”.
Infatti, per quante possano essere le reinterpretazioni, la “faccia” del sommo poeta resta sempre la stessa: naso sporgente, abito e cappello rossi, eventuale corona d’alloro. In queste vesti il poeta diventa una vera icona pop. E il fumetto, lungi dall’essere un mezzo basso e lontano dalla Commedia su un’ipotetica scala della cultura, condivide anzi con l’opera dantesca la capacità di trattare qualunque aspetto della realtà.
“Dante volle essere popolare, decidendo in maniera quasi rivoluzionaria di scrivere in volgare, e di fatto lo fu fin da subito: imparato a memoria, trascritto, commentato come nessun altro autore al mondo - conclude Leonardo Canova - Abbattendo l’innegabile barriera linguistica che oggi allontana l’opera del poeta dai lettori, il fumetto può restituire alla Commedia quella popolarità della quale ha sempre goduto.”
Il libro esce grazie ai contributi delle Università di Pisa, nell'ambito del progetto PRIN Hypermedia Dante Network, Ca’Foscari di Venezia, nell'ambito del progetto Vertexcult, e Roma Tre.
Fonte: Università di Pisa
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