Difendere l’autonomia del Consorzio Agrario di Siena, tutelare il rapporto con gli agricoltori e garantirne i servizi, per salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti. E’ stato ribadito in modo forte e perentorio il ‘No’ all’ingresso dello storico Consorzio Agrario senese (che proprio quest’anno ha tagliato il traguardo dei 120 anni di storia) in CAI – Consorzi Agrari d’Italia, da parte di numerosi agricoltori senesi, soci del Consorzio stesso.
E’ in sintesi quanto è emerso da un incontro che si è svolto quest’oggi a Serre di Rapolano (Si) organizzato da un gruppo di agricoltori della provincia di Siena (Alfio Barbagallo; Valentino Berni; Luigi Fanciulli; Roberto Luongo; Luca Marcucci e Daniela Zingarelli).
Conto alla rovescia in vista dell’assemblea dei soci fissata per il 17 dicembre – la cui convocazione è stata richiesta da 140 aziende agricole associate al CAP -, momento in cui si deciderà il futuro del Consorzio Agrario di Siena e Arezzo. “Il Consorzio Agrario deve restare senese e aretino, il proprio futuro deve essere deciso dagli agricoltori senesi e aretini - hanno sottolineato gli organizzatori dell’incontro -. Con CAI, gli immobili del Consorzio Agrario di Siena andrebbero in mano ad una holding controllata lontano da questo territorio; mentre i debiti rimarrebbero sul territorio di Siena e Arezzo. Debiti che il Piano industriale della precedente maggioranza del CdA – interrotto la scorsa estate a seguito del decesso del presidente Bicocchi - stava portando risultati di risanamento positivi e concreti, oggi ulteriormente consolidati. Un Piano di risanamento e sviluppo che anche grazie all’ingente patrimonio che il Consorzio detiene nelle proprie disponibilità, riscuote il sostegno del sistema bancario, offre garanzie ai lavoratori della struttura consortile e a tutti gli agricoltori delle province di Siena e Arezzo che conferiscono al Consorzio”.
E’ intervenuto Stefano Repetti socio Consorzio agrario Terrepadane (Piacenza), realtà che con il voto degli agricoltori è riuscito a mantenere l’autonomia del Consorzio agrario locale, sventando l’ingresso in Consorzi Agrari d’Italia. “Il Consorzio Agrario deve rimanere autonomo e guidato dal territorio per il bene degli agricoltori”.
L’auspicio è che i soci che parteciperanno alle assemblee parziali boccino la proposta CAI – è emerso dall’incontro -, e si ritorni ad impegnarsi sul piano industriale già precedentemente approvato dalla assemblea dei soci del CAP, anche con un allargamento del Consiglio di Amministrazione per garantirne una corretta gestione.
Fonte: Ufficio Stampa
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