Il 3 dicembre 2021, nel palazzo Podestarile di Montelupo Fiorentino, si inaugura la mostra "Cantieri Montelupo: TRITUME. Arte contemporanea ceramica letteratura" a cura di Christian Caliandro. Il concetto di "cantiere" rimanda all'idea del processo, della costruzione passo dopo passo, della relazione. E il progetto che ha animato l'estate scorsa la città di Montelupo, curato da Christian Caliandro, si è fondato proprio su questi presupposti: durante i mesi estivi designer e artisti, artigiani e scrittori hanno lavorato insieme per la creazione di un'opera d'arte originale e la mostra che adesso si inaugura ne restituisce gli esiti.
Sino al 9 gennaio 2022, nelle sale del Palazzo Podestarile, si potranno vedere i lavori in ceramica prodotti durante il programma di residenze artistiche estive che ha unito l’arte visiva, la ceramica di Montelupo e la letteratura, come dice il titolo stesso del cantiere, promosso dalla Fondazione Museo Montelupo e dal Comune di Montelupo Fiorentino, con il contributo della Regione Toscana nell’ambito del programma di iniziativa regionale Toscanaincontemporanea2021.
La città della ceramica non è nuova ai laboratori di sperimentazione artistica, che negli anni si sono spinti negli ambiti più diversi, ricercando l’incontro, l’integrazione, la valorizzazione delle capacità del territorio e la sperimentazione di nuovi linguaggi. Il cantiere di Christian Caliandro si è contraddistinto per l’inserimento di un linguaggio ulteriore, quello della letteratura e della poesia.
Gli artisti Marco Ulivieri, Laura Cionci, Emanuela Barilozzi Caruso e Marco Raparelli hanno avviato una collaborazione con alcune realtà formative, artigianali e imprenditoriali del territorio, con cui hanno condiviso il loro metodo e il loro approccio creativo. Gli autori invitati, Claudia di Palma, Simone Innocenti e Angelo Ferracuti hanno tradotto in parole il processo creativo che si è instaurato durante i workshop, i talk, i cantieri, dedicando un loro testo a Montelupo.
«Siamo partiti a inizio estate proponendo quattro residenze, con altrettanti artisti e ognuno di loro – racconta Christian Caliandro – ha collaborato con ceramisti, aziende: Laura Cionci con ceramiche Tombelli, Emanuela Barilozzi Caruso con Il Giglio, Marco Raparelli con Ceramiche Arno e Marco Uliveri con il Centro Ceramico Sperimentale. Questo progetto nasce come un incontro fra diversi linguaggi, che comprende il mio racconto, ma si arricchisce della narrazione di altri scrittori come la giovane e talentuosa poetessa Claudia Di Palma, lo scrittore Angelo Ferracuti e poi l’occhio del giornalista montelupino, Simone Innocenti. Elemento centrale della residenza è stata la relazione, il processo creativo. Ciascun appuntamento è andato oltre la semplice presentazione del lavoro degli artisti, ma è stato un’immersione nella loro poetica. All’artista, al ceramista, allo scrittore si aggiunge poi un quarto elemento: la microcomunità dei partecipanti, coinvolti nell’intero processo creativo, anche se con modalità diverse. Un coinvolgimento che emerge nella mostra che inauguriamo adesso, il cui scopo è quello di costruire un racconto con immagini, opere e testi».
«Ogni componente di questo processo, al centro del quale abbiamo posto “l’ingrediente Montelupo” - dichiara Benedetta Falteri, Direttore Fondazione Museo Montelupo ha generato imprevisti e scenari inesplorati, facendo leva anche sulle differenti sensibilità e propensioni a aderire, realmente, al processo collettivo che il curatore ha proposto in maniera paritaria agli artisti, alle botteghe, agli autori, ai partecipanti e alle persone, stabilendo un non confine tra gli attori e il pubblico. Quello che abbiamo visto nascere, l’esito del processo creativo che oggi restituiamo alla collettività, è la somma delle suggestioni che ogni persona che ha preso parte ai Cantieri, anche solo di passaggio, ha aggiunto (o anche sottratto, alimentando la gestione dell’imprevisto verso una naturale quadratura del cerchio), al progetto. Questo insieme di apporti, osservazioni, incursioni, tecniche e gesti si è tradotto nello sviluppo dei contenuti dell’opera collettiva, questa mostra e questo catalogo, che danno forma e sostanza a relazioni, immagini, terra, colori e parole».
«Restituire centralità (quella centralità negata per mesi) alle relazioni umane – conclude Aglaia Viviani, Assessore alla Cultura del Comune di Montelupo Fiorentino - è stato il tratto costitutivo di questo lavoro collettivo, caratterizzato dall’esperienza, dal dialogo, dall’incontro. Non era un obiettivo facile da raggiungere, ma la profonda capacità di ascolto di Caliandro gli ha permesso di operare una sorta di magia. Gli esiti dei cantieri sono il risultato di questo ascolto: ascolto attento del nostro paese, dalla storia e dalla tradizione affascinante; ascolto degli abitanti di Montelupo (con i quali - da persona vera qual è - è riuscito a stabilire in poco tempo vere e proprie relazioni di amicizia); ascolto dei suoi luoghi, degli edifici e dei negozi; ascolto, perfino, degli alberi e dei fiumi sui quali da sempre si modella la nostra vita: all’incrocio fra Pesa e Arno.»
Assieme alla mostra sarà presentato anche il catalogo, un vero e proprio diario di bordo, edito da Sfera Edizioni, nel quale Christian Caliandro cuce le immagini, i testi prodotti dagli autori, i commenti in un racconto unico ed emozionante.
#CANTIERE1 di Marco Ulivieri
Volevo disegnare un piatto
testo di Claudia di Palma
#CANTIERE2 di Laura Cionci
Speculare dentro
testo di Angelo Ferracuti
#CANTIERE3 di Emanuela Barilozzi Caruso
Le farfalle non vanno spolverate
testo di Angelo Ferracuti
#CANTIERE4 di Marco Raparelli
Un ritratto collettivo
testo di Simone Innocenti
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