“Se operiamo tutti con regole uguali, allora l'arrivo di Uber non ci preoccupa. Se le autorità faranno valere per tutti gli operatori le leggi ed i principi a tutela dell'utenza che dominano su quello che in Italia resta un servizio pubblico, succederà quello che già successe nel 2016: quel tentativo di Uber fallì dopo appena dieci mesi”, è quanto dichiara il presidente nazionale di Uritaxi, Claudio Giudici a proposito dell'arrivo di Uber Black a Firenze. “Se diversamente verrà lasciata operare a dispetto delle norme, è evidente che la cosa debba preoccupare tutti: tassisti, istituzioni, cittadini. Sia i tassisti che gli ncc di Firenze – annuncia Giudici – non esiteranno a denunciare ai competenti comuni quei soggetti che pensassero di riversarsi in massa su Firenze, invece che operare per le comunità dei territori da cui sono autorizzati”. “Non consentiremo – aggiunge il presidente Uritaxi – che a Firenze e in Italia attecchisca il modello New York, dove dopo un decennio in cui i tassisti sono stati sottoposti ad una concorrenza sleale da parte di chi non era gravato dalle stesse regole, oggi esultano per la ristrutturazione dei loro debiti concessa dal sindaco De Blasio dopo l’ennesimo suicidio di un collega”. “Il paradosso è che oggi, dopo questo dramma socio-economico, al danno si è aggiunta la beffa, perchè le vetture delle multinazionali costano più di un taxi e ad averci guadagnato - conclude Giudici - sono solo i loro azionisti”.
Stella (FI): "Rispettare regole: rientri in rimessa e no servizio in piazza"
"Con l'arrivo di Uber Black a Firenze, occorre ricordare agli enti locali predisposti alla vigilanza (polizia locale) che le modifiche alla legge 21/1992 prevedono una serie di regole da rispettare. Le auto di Uber, che si appoggiano agli Ncc, hanno l'obbligo del rientro in rimessa dopo ogni corsa, non possono fare servizio su piazza e non possono esercitare al di fuori della provincia in cui sono registrate". Lo chiede il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.
"Noi continuiamo a ribadire la necessità di tutelare un settore, quello dei taxi - sottolinea Stella - che sta vivendo un momento difficile a seguito dell'inserimento nel ddl Concorrenza. Non è possibile far sottostare a logiche di mercato un settore come quello del trasporto pubblico non di linea, che proprio in quanto servizio pubblico ha tariffe e turnazioni stabilite per legge e non può quindi subire concorrenza da parte di soggetti privati, che a queste regole non sono sottoposti".
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