“Audio Universo: Viaggio attraverso il Sistema Solare” è un nuovo spettacolo per planetari che accompagna gli spettatori in un viaggio spaziale all’interno di una navicella molto speciale, dotata di una “macchina del suono” che trasforma la luce dei corpi celesti in suoni. Si possono “ascoltare” le stelle che appaiono, sul far della sera, nel cielo sopra il Very Large Telescope dell’ESO (European Southern Observatory) in Cile: a ogni stella corrisponde una nota musicale a seconda del colore, mentre il volume ne indica la luminosità e la posizione sulla volta celeste viene resa attraverso il sistema audio surround del planetario. C’è anche un’interpretazione sonora degli otto pianeti alla corte del Sole e delle loro orbite.
“L'affermazione – commenta Donatella Lippi, presidente della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze - che esista nell'universo un'armonia cosmica fu sostenuta da molti autori del passato e anche Dante non sfuggì al fascino dell'armonia sonora, prodotta dal moto delle sfere celesti, e alle sue implicazioni scientifico-astronomiche. Per questo, nel 700° anniversario della sua morte (1321-2021), vogliamo dedicare al Sommo Poeta lo spettacolo Audio Universo: Viaggio attraverso il Sistema Solare, un percorso inclusivo per non vedenti. La magia della tecnica trasforma la luce dei corpi celesti in suoni, permettendo di ascoltare le stelle che si accendono nel cielo sopra il Very Large Telescope dell’ESO (European Southern Observatory) in Cile”.
Lo spettacolo rappresenta dati astronomici reali attraverso il suono, un processo chiamato sonificazione, mediante un software sviluppato inizialmente per usare l’udito nella ricerca astronomica da James Trayford dell’Università di Portsmouth, che ha curato il design sonoro dello spettacolo. Al contrario di quanto accade solitamente in queste produzioni, la colonna sonora è stata progettata per prima, in collaborazione con non vedenti e ipovedenti, per poter essere informativa, piacevole e accessibile per tale pubblico, e solo in un secondo momento sono state aggiunte le animazioni visive. Lo spettacolo risulta così fruibile per tutto il pubblico, anche senza l’uso della vista.
Lo spettacolo sarà presentato in anteprima mondiale venerdì 3 dicembre, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, presso il Planetario Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze, il Planetario di Città della Scienza di Napoli, il Parco Astronomico Gal Hassin di Isnello (Palermo) e Infini.to Planetario di Torino. Le proiezioni proseguiranno il 4 e 5 dicembre; in particolare, sabato 4 dicembre ci sarà anche una proiezione al Planetario dell’INAF di Cagliari.
“L’interesse nell’uso del suono per rappresentare i dati astronomici è cresciuto negli ultimi anni perché gli astronomi hanno capito l’importanza di utilizzare l’udito al posto della vista, o anche insieme alla vista, per esplorare le grandi quantità di dati che raccogliamo con i telescopi moderni”, afferma Anita Zanella, ricercatrice presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) a Padova, che ha curato la traduzione e la diffusione dello spettacolo in Italia e ha collaborato alla produzione con il regista, l’astronomo Chris Harrison dell’Università di Newcastle.
“Inoltre”, prosegue la ricercatrice, “alcuni astronomi professionisti non vedenti usano il suono per la loro ricerca, dato che le tecniche visive tradizionali non sono utilizzabili per loro. Con il progetto Audio Universo intendiamo sviluppare risorse astronomiche basate sul suono che siano utili sia a livello didattico nelle scuole che a livello professionale per la ricerca, per dare a tutti la possibilità di apprezzare le meraviglie dell’Universo e aumentare la percentuale di astronomi professionisti non vedenti”.
I membri della comunità di non vedenti e ipovedenti hanno partecipato attivamente allo sviluppo dello spettacolo. L’astronomo non vedente Nic Bonne dell’Università di Portsmouth, oltre ad aver fatto da consulente, recita nella parte di sé stesso nella versione inglese dello spettacolo, facendo da guida agli spettatori. Nella versione spagnola, questa parte viene recitata dall’astronomo non vedente Enrique Pérez Montero dell’Instituto de Astrofísica de Andalucía. Uno studente completamente cieco appassionato di astronomia è stato coinvolto nella realizzazione dello spettacolo, dedicando un incontro a settimana per parecchi mesi e fornendo importanti consigli, come anche il gruppo di aiuto per ipovedenti VIEWS Group Newcastle.
“Risorse didattiche come queste sono davvero innovative e fondamentali per l’autodeterminazione di tutti gli studenti oltre che per l’equità nell’accesso alla cultura scientifica”, dice Stefania Varano, coordinatrice del gruppo di lavoro INAF sull’inclusione nella didattica e divulgazione dell’astronomia. “Gli studenti ciechi e ipovedenti scoprono che esistono astronomi che come loro non vedono ma che, nonostante questo, hanno fatto dell’astrofisica il loro lavoro. Gli studenti vedenti scoprono che il loro modo di vedere con gli occhi e capire è solo uno dei tanti modi possibili, aumentando così la loro consapevolezza della diversità del mondo”.
“I planetari sono tra gli strumenti più potenti per l’attività di divulgazione e didattica, perché permettono un’esperienza veramente immersiva e coinvolgente”, afferma Alessandra Zanazzi, esperta di divulgazione dell’INAF. “La creazione di uno spettacolo come questo permette di far conoscere a tutti la meraviglia dei planetari, indipendentemente dalle loro abilità”.
A partire dal 7 dicembre, lo spettacolo sarà rilasciato al pubblico, sia in versione per planetario che per la visione da casa, attraverso l’archivio online dell’ESO. Lo spettacolo è attualmente disponibile in tre lingue – inglese, spagnolo e italiano; si rivolge principalmente a bambini e ragazzi tra i 7 e i 14 anni ma può essere apprezzato dal pubblico di ogni età.
La versione italiana è stata prodotta dall’INAF nell’ambito del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale “Astronomy for equity, diversity and inclusion”.
Fonte: Ufficio Stampa
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