Bruciavano rifiuti legnosi derivanti da attività edile e si trovavano in un'area di stoccaggio non autorizzato di rifiuti speciali non pericolosi. Per questo quattro uomini, due operai e due imprenditori, sono stati denunciati per gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi e smaltimento illecito tramite combustione.
È successo in un'area industriale vicino all'abitato di Vicchio, da dove i carabinieri forestali di Borgo San Lorenzo hanno visto innalzarsi una colonna di fumo. Una volta sul posto, un'area recintata dietro fabbricati ad uso artigianale, i militari hanno accertato la presenza di due persone che stavano bruciando i rifiuti legnosi prelevandoli da un grande cumulo. I due uomini, albanesi, hanno riferito di essere stati incaricati da altri di bruciare i rifiuti derivanti da attività edile. Così sul posto sono arrivati due imprenditori, tra cui il titolare della ditta edile, che hanno confermato di aver commissionato l'abbruciamento agli operai.
I carabinieri hanno inoltre notato che nell'area in uso all'impresa edile erano stoccati rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. I rifiuti, in parte al suolo o all'interno di imballaggi e big bags, non erano etichettati né tracciati e depositati su un terreno a fondo naturale, omettendo i requisiti di legge a tutela delle matrici ambientali. Alle spiegazioni richieste dai militari, il titolare dell'impresa edile non ha fornito la documentazione sulla tracciabilità perché sprovvisto, così come di autorizzazione allo stoccaggio dei rifiuti. L'uomo avrebbe inoltre affermato che i rifiuti provenivano dai propri cantieri edili, sul luogo in attesa di essere smaltiti da una ditta apposita. Constatato però che il luogo di stoccaggio non era il luogo di produzione dei rifiuti, ma solo un sito di deposito, i militari hanno proceduto alle denunce per le mancate autorizzazioni.
I rifiuti, tra cui sacchi con rifiuti plastici, rifiuti misti, materiali isolante, imballaggi in plastica, big bags contenenti carta catramata, rifiuti derivanti dall’attività costruzione e demolizione edile, sono stati sottoposti a sequestro penale per una quantità stimata di venti metri cubi.
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