"Nemmeno il tempo di rodare i nuovi protocolli sulle quarantene, introdotti di fatto a metà novembre, almeno nelle Regioni capaci di attrezzarsi, e già si torna indietro, precipitosamente".
E' l'attacco lanciato dal comitato Priorità alla scuola, che denuncia come un il dietrofront sul "protocollo anti Dad"
"Le dichiarazioni del Governo, ripetute con la gran cassa a inizio anno scolastico, sulla priorità alla didattica in presenza, indipendentemente dai colori delle Regioni, e DAD da considerare unicamente come extrema ratio anche in zona rossa, non hanno retto nemmeno fino alla fine dell’anno solare.
Con la nota di lunedì 29 novembre 2021 si torna indietro di un anno, senza tenere in nessuna considerazione la mutata situazione epidemiologica, non paragonabile ai numeri del 2020, e che non tiene conto del livello di vaccinazione tra personale scolastico (altissimo) e studenti over 12 (molto elevato).
Per di più si rinuncia a un obiettivo fondamentale del protocollo dell’ISS del 3 novembre scorso: migliorare il sistema di tracciamento e sorveglianza in ambito scolastico, circoscrivendo in maniera tempestiva i casi positivi. Le quarantene tornano a essere indiscriminate e non selettive, come avevamo chiesto con gran forza nei mesi scorsi e ottenuto a fine ottobre.
Questo dietrofront imbarazzante usa la nuova variante Omicron come foglia di fico. I motivi sono infatti ben altri, a partire dall’evidente impreparazione e ritardo delle Regioni – solo la Toscana e il Veneto erano riuscite a applicare in tutta la regione il nuovo protocollo– nella attuazione della sorveglianza con testing. Nulla è stato fatto per potenziare le risorse per i tracciamenti e la medicina territoriale, nulla per introdurre tamponi salivari.
Assistiamo a un’ennesima dimostrazione del disinteresse e dell’incuria versi i servizi di welfare pubblico, di cui la scuola è un pilastro. Nella conferenza Stato-Regioni queste ultime hanno espressamente dichiarato 'troppi i casi da tracciare per le ASL in affanno da giorni per garantire il tracciamento con doppio tampone come previsto dal protocollo del 6 novembre scorso' come se fossimo ancora fermi all’aprile-maggio 2020. Pur consapevoli delle carenze strutturali del sistema scolastico, le Istituzioni competenti continuano a non dotarsi di una pianificazione e programmazione, a partire dal Ministero all’Istruzione e alla Salute, all’altezza dei bisogni di tutta la Comunità scolastica, scaricando sul corpo docente, sul personale ATA e sulle famiglie le conseguenze dell’assenza di servizi pubblici adeguati.
La scuola non si chiude ma si occupa: nelle ultime settimane gli studenti e le studentesse, con le loro azioni, hanno denunciato il limitato accesso al diritto allo studio a causa di un sistema scolastico a pezzi, soprattutto per chi vive in condizioni economiche o psicologiche precarie, creando carenze formative e danni psicologici senza precedenti.
Proseguiamo la loro azione nelle strade e nelle piazze. Non siamo più disposti ad accettare l’ennesimo sacrificio, l’ennesima negazione del diritto allo studio, pertanto Priorità alla Scuola tornerà a mobilitarsi in tutte le Regioni per ribadire che Scuola e welfare pubblico sono la priorità per il Paese".
Fonte: Ufficio Stampa
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