All’ Ospedale S. Stefano di Prato si festeggia la giornata mondiale del bambino prematuro che a livello mondiale è il 17 novembre, con un bellissimo lancio di palloncini viola dal Giardino Interno dei Donatori a ricordare i bambini che ogni anno nascono all’Ospedale di Prato.
Al flash mob organizzato dalla Fondazione AMI erano presenti Claudio Sarti Presidente della Fondazione AMI, Paolo Dal Poggetto in rappresentanza dei medici pediatri del reparto di Pediatria, Anna Franca Cavaliere, direttore del reparto di ostetricia e ginecologia, Elettra Pellegrino medico della Direzione Sanitaria Ospedaliera, Prato, Stefano Collini membro dell’Associazione Piccino Picciò e Consuelo Ruggiero mamma di Daniel.
La Fondazione AMI, sottolinea Claudio Sarti, sostiene questa importante giornata contribuendo a sensibilizzare la comunità al tema della prematurità realizzando due video pillole informative che saranno pubblicate nella sezione “InformAMI” del nostro sito www.amiprato.it e accessibili a chiunque voglia restare aggiornato in tema di maternità, crescita del bambino e genitorialità. Nello specifico la pediatra Gianna Chiti parlerà dell’importanza della marsupio terapia per i bambini nati prematuri ed il direttore del reparto di Ostetricia-Ginecologia Anna Franca Cavaliere dei possibili fattori di rischio che portano ad un parto prematuro.
Anche l’Associazione Piccino Picciò manifesta la propria vicinanza alle famiglie ricoverate in terapia intensiva neonatale, regalando loro una serie di “Millestone cards”, dove poter registrare le pietre miliari del percorso durante il ricovero e del primo anno di vita del bambino. Perché è importante ricordare sempre da dove si è partiti, le difficoltà superate e gli obiettivi raggiunti, soprattutto durante il periodo del Covid-19.
A proposito di nascere al tempo di Covid, oggi la mamma Consuelo Ruggiero, ha regalato alle mamme ricoverate in ostetricia e Tin all’Ospedale di Prato, un piccolo racconto illustrato dal titolo “Tartarughino Daniel” che ha scritto in occasione del primo compleanno del suo Daniel, nato prematuramente all’Ospedale di Prato al tempo del Covid. Il libro narra l'avventurosa nascita di "Tartarughino Daniel", una storia ambientata nel regno animale che attraverso personaggi metaforici intende valorizzare le caratteristiche legate ai bambini prematuri e affrontare il pregiudizio che a volte si crea intorno a queste nascite. Il libro è diventato anche un video racconto grazie alla collaborazione con due artiste: Cristina Maccà e Gabriella
Nel 2021 al Santo Stefano di Prato sono nati 90 bambini prematuri. Le dichiarazioni
Il Dott. Paolo Dal Poggetto in rappresentanza del reparto di Pediatria/Neonatologia/TIN dell’Ospedale ricorda che nell’ Ospedale di Prato viene prestata assistenza, come secondo punto nascita della Regione, ad un elevato numero di nati. Il percorso assistenziale riguarderà per l’anno in corso circa 2000 nati in linea con i dati dell’anno precedente. Nell’assistenza globale alla diade madre/bambino la dedizione al neonato prematuro assume straordinaria importanza per le peculiarità cliniche e i bisogni assistenziali particolari ed individualizzati. La mission del reparto è sempre stata quella di curare nel senso più ampio del termine il bambino, la propria madre ed in modo estensivo la famiglia che lo accoglierà al rientro a casa. Fanno parte di queste procedure assistenziali la care individualizzata, il sostegno all’allattamento e l’apertura del reparto TIN 24 h per la madri. Da pochi mesi, dopo chiusura ai padri per emergenza COVID 19, abbiamo con criteri di sicurezza riaperto la possibilità ai papà di accedere al reparto proprio per valorizzare gli aspetti psicorelazioni che un assistenza globale ben fatta non può tralasciare. La “Giornata Mondiale della prematurità” è come sempre una straordinaria occasione per ricordare che valorizzare l’assistenza ad un neonato per di più se prematuro è un investimento per il futuro della nostra società. Quest’anno in particolare va portato un ringraziamento al personale tutto per il sacrificio di lavorare in emergenza COVID ed alle famiglie per aver affrontato con noi le difficoltà inevitabilmente sopravvenute.
Anno 2021 Ospedale Santo Stefano in Prato, 90 nati prematuri, ci racconta Anna Franca Cavaliere, direttore della UOC di Ginecologia e Ostetricia. Tra questi 90 neonati alcuni erano molto prematuri. Per ognuno di questi casi il team della ginecologia e ostetricia ha condiviso con le mamme tutte le strategie per “guadagnare” tempo gestazionale, attuando terapie opportune affinché quel bimbo restasse in utero una settimana in più o, talora, qualche giorno in più, giorno utile per indurre e favorire la maturazione dei polmoni fetali. Cosa comporta il parto al di sotto della 37a settimana di gravidanza? Avere un figlio prematuro significa ritrovarsi “genitori prematuri”, significa avere paura che le settimane di gestazione non siano state sufficienti a garantire che lui o lei respiri da solo, significa accudirlo in una incubatrice nell’attesa che stia bene e torni a casa il prima possibile.
Vi sono parti che avvengono perché inizia prematuramente un travaglio inarrestabile ma vi sono nascite prima del termine che devono essere espletate per i rischi materni e/o fetali che comporterebbe proseguire la gravidanza stessa. Ogni ginecologo e ogni neonatologo sa bene quanta preoccupazione e responsabilità vi è nel decidere che quel bimbo deve nascere prematuro!
Questa giornata ci ricorda che noi ginecologi e ostetriche abbiamo un obiettivo gestazionale che sia garanzia di attuare tutto quanto possibile per evitare la prematurità. Cosa fare allora? La prevenzione del parto prematuro inizia da prima del concepimento e prosegue durante la gravidanza: fumo di sigarette, alcol, abuso di sostanze, comportamenti alimentari scorretti, sono alcuni dei fattori che aumentano il rischio di nascita prematura. L’individuazione in gravidanza di condizioni e/o fattori di rischio - come le infezioni contratte in gravidanza tra cui SARS-CoV2- deve comportare una opportuna prevenzione e/o correzione.
Il punto nascita vede il team ginecologico e ostetrico e neonato logico ogni settimana accettare e trattare gestanti che presentano rischio o minaccia di parto prematuro e ogni giorno affronta la sfida di “guadagnare tempo”, un tempo prezioso per la salute del nascituro, una sfida importante che spesso funziona grazie anche all’alleanza terapeutica con la futura mamma.
“I neonati prematuri sono piccoli e fragili che hanno bisogno di sostegno e attenzione”, interviene Elettra Pellegrino della Direzione Sanitaria, “questa giornata, celebrata a livello internazionale, ci aiuta a sensibilizzare l’opinione pubblica e a ricordare un tema così importante; ringraziamo tutti gli intervenuti per la condivisione e la partecipazione ”.
L’Associazione Piccino Picciò, ricorda il Presidente Monica Ceccatelli, che sostiene da anni le famiglie con bambini nati prematuri, in questo periodo di pandemia ha cercato attraverso collegamenti on line di far sentire la loro presenza e supporto alle famiglie, soprattutto nella fase della post dimissione dall’Ospedale. La TIN è un ambiente “protetto” che contiene neonato e famiglia. Una sorta di famiglia allargata che però è fatta di professionisti formati e competenti. Fuori ci si sente meno protetti, più vulnerabili e siamo stati presenti proprio in questo momento. Abbiamo cercato di trasformare una criticità in una possibilità. Il nostro modo di dare un abbraccio ai bambini e alle famiglie che oltre alla prematurità hanno dovuto anche affrontare le difficoltà del nascere in tempo di COVID-19.
“Un modo per rielaborare la particolare esperienza e trasformarla in un evento positivo, racconta Consuelo Ruggiero mamma di Daniel e autrice del libro Tartarughino Daniel, con il desiderio di incoraggiare chi si ritrova ad affrontare le difficoltà di nascite così complicate, e nel mio caso anche in un periodo storico così eccezionale, e spiegarle ai bambini che spesso vivono con paura l'arrivo di un fratellino o sorellina cosi "piccoli e delicati". Voglio inoltre con questo omaggio ringraziare tutti gli operatori sanitari per l’umanità, la professionalità e l’assistenza che mi hanno dedicato per la nascita di Daniel”.
Fonte: Fondazione AMI
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