Ha tradotto in italiano Haruf e non solo, ora Fabio Cremonesi inizia una nuova avventura a Empoli: "Sarà una libreria di proposta. La città ha fermento culturale"
Fabio Cremonesi ha studiato storia dell'arte, è stato dirigente di una multinazionale, ha ricoperto quasi tutti i ruoli nell'editoria e grazie a lui possiamo leggere in italiano diversi capolavori, specie quelli di Kent Haruf.
Da poco più di un mese Cremonesi è direttore del progetto culturale dietro la San Paolo, storica libreria nel centro di Empoli riaperta grazie a Cooperativa Sintesi Minerva. Assieme a lui la direttrice Marta Menichetti, che ha ricoperto il ruolo alla Feltrinelli International di Firenze.
La San Paolo adesso è 'San Paolo Libri & Persone', una boutique del libro aperta a tutti con incontri, corsi, eventi, gruppi di lettura e tante iniziative. Fabio Cremonesi lo ha spiegato a gonews.it.
Come è nato il progetto e cosa l'ha portata a Empoli?
Sono stato contattato da Sintesi Minerva, che voleva riaprire una storica libreria. Ho esperienza in ambito editoriale, conosco come muovermi. Quindi la cooperativa ha deciso di offrirmi questa chance. Questo compito era un pezzo che mi mancava nel percorso editoriale. Siamo una rarità in Italia, una libreria gestita da una cooperativa sociale non si vede facilmente.
Cosa rimarrà della 'vecchia' San Paolo?
Il progetto è sì culturale, ma anche sociale. Abbiamo tre persone che stanno facendo inserimento lavorativo. Inoltre una parte della programmazione tocca le tematiche sociali attuali, come l'inclusione. La nuova San Paolo sarà una libreria di proposta, ma che rimane espressione di una sensibilità cattolica e religiosa, basti pensare al percorso che faremo 'San Paolo Spiritualità'. Non sarà una libreria cattolica in senso stretto come poteva esserlo un tempo, ma non rinnega il suo passato.
Cosa sarà 'San Paolo Libri & persone'?
Come detto, vogliamo che sia una libreria di proposta. Il punto di forza è un certo tipo di editoria, chi entra lo vede subito. Si trovano libri di case editrici indipendente e non necessariamente novità. Selezioniamo libri meritevoli di attenzione. Valutiamo anche proposte estere, d'altronde l'esperienza internazionale è forte anche nella direttrice Marta Menichetti. Vogliamo far luce su realtà meno affermate.
Avete già fatto eventi a Empoli, sfruttando il corridoio all'uscita della libreria.
L'idea, se il meteo lo consente, è di trasformarlo in una sorta di passage parigino. Ci siamo resi conto che per il pubblico è uno spazio rassicurante, perché all'aperto.
Che tipi di eventi avete in programma?
Non solo presentazioni di libri. Abbiamo iniziative in programma con la pro loco, abbiamo in calendario una degustazione di vini e veniamo da un focus sul mondo femminile in cui è stata raccontata la storia di tre donne che hanno segnato il Novecento. L'approccio è variegato.
Come giudica Empoli, è una città dove la cultura è viva nonostante il periodo di chiusura?
Per ora le cose stanno andando bene. Sicuramente adesso c'è molta voglia di uscire e ritrovarsi, di socializzare in uno spazio sicuro e gradevole. Empoli non è di certo terra vergine da dissodare, ci sono librerie che hanno un forte background. Il fermento culturale cittadino è importante, basti pensare che quando vogliamo organizzare un evento dobbiamo vedere se non c'è altro in calendario... È una piccola grande città con una stagione musicale importante, con appuntamenti culturali interessanti.
Passando alla sua attività di traduttore, la domanda su Kent Haruf è d'obbligo. Come lo ha scoperto?
Lo ho scoperto grazie a Eugenia Dubini di NN Editore. Non sono un gran 'lettore professionale', ma mi ha dato da leggere Haruf, di cui in Italia era stato pubblicato un solo libro nel 2001. Il libro era 'Benedizione' e me lo sono letto d'un fiato. L'ho detto a Dubini che, curiosamente, era rimasta bloccata a Londra per la cancellazione di un volo e l'ha letto in una notte. Il libro venne pubblicato, così come la trilogia e anche 'Le nostre anime di notte', il primo romanzo di una casa editrice indipendente a entrare in classifica al primo posto.
Qual è il suo Haruf preferito?
Sono un po' tutti figli miei! Battute a parte, dico che 'Benedizione' è un romanzo perfetto, compiuto, senza una parola di troppo. L'ho riletto in un momento difficile della mia vita, è stato importante e confortante. Però su Haruf c'è una sorpresa adesso.
Dica pure.
Uscirà a breve un libro di racconti per bambini, scritto per il nipote e illustrato dal figlio. La San Paolo sarà la prima libreria in Italia assieme a Lo Spazio di Pistoia, con cui collaboriamo, a presentarlo. Uscirà giovedì 11 novembre.
Per concludere, quali libri consiglia ai nostri lettori?
Ne dico due. 'Chimica' di Weike Wang, edito da Clichy e che ho tradotto io. L'ho adorato, è breve e leggero e ha già avuto riscontri positivi. Poi 'La cicala di Belgrado' di Marina Lalovic, edito da Bottega Errante Edizioni. Un libro scritto da una donna intelligente e che parla di una delle città più interessanti del mondo.
G.L.
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