Volontariato, l'allarme di Cesvot: in difficoltà Empoli, Firenze e Prato

Luisa Peris

Resiste ma chiede aiuto. Durante la pandemia si è messo al servizio della comunità, si è inventato nuovi servizi ma ora è alla ricerca di nuove forze e nuove collaborazioni, col pubblico e col privato. Per guardare alle sfide del futuro con più certezze. E' la fotografia del settore del volontariato pratese che emerge dalla rilevazione promossa da Cesvot e pubblicata nel Quaderno “Le organizzazioni di volontariato. Identità, bisogni e caratteristiche strutturali in Toscana” a cura di Irene Psaroudakis e Andrea Salvini dell’Università di Pisa.

La ricerca è stata svolta da aprile a novembre 2020 e su un campione di 598 Organizzazioni di volontariato (Odv) della provincia di Firenze (compreso l'empolese) sono state effettuate 341 interviste, ha partecipato al questionario di Cesvot il 57% delle organizzazioni sul territorio. Quelle che durante il 2020 hanno dichiarato la propria estinzione o hanno cambiato natura diventando associazioni di promozione sociale sono il 5,5%. “È un volontariato che è stato colpito in modo consistente dalla pandemia – spiega Marco Esposito, presidente di Cesvot Firenze – ma che ha saputo giocare un ruolo importante nella tenuta delle relazioni sociali, costituendo un mezzo effettivo di resilienza sociale, di fronte al lockdown e al distanziamento sociale. Ora senza volontariato non c'è ripresa che tenga. Cesvot sarà sempre più accanto alle associazioni, la campagna di promozione del volontariato sta dando buoni risultati”.

Le organizzazioni fiorentine ed empolesi che hanno partecipato al questionario radunano 24.267 volontari, di cui il 51,3% maschi e il 48,7% donne. Il  2,2% di questi volontari appartiene alla classe di età dei minori  di 18 anni, il 13,8% alla classe di età 19-29, il 31,9% alla classe  di età 30-54, il 23,3% alla classe di età 55-64 e, infine, il 28,9%  appartiene alla classe dei volontari con età pari o superiore a  65 anni. Segno di “un'adultizzazione” sempre più marcata del settore, che richiede un cambio di marcia: per il 40% circa delle associazioni il tema del reperimento di risorse economiche è fondamentale mentre per 2 associazioni su tre il trend dei volontari è che stanno rimanendo uguali o addirittura calando. Nel dettaglio, rispetto agli ultimi 5 anni, il 41% delle Odv fiorentine ed empolesi dichiara che il numero di volontari è aumentato, il 29,7% segnala che tale disponibilità è diminuita, mentre per il 28,3% il numero di volontari è rimasto il medesimo.

Per migliorare la propria presenza sul territorio, il 32% delle  Odv delle province di Firenze ed Empoli dichiara che sarebbe necessario incrementare la collaborazione con gli enti pubblici nello spirito della co-progettazione; il 23,7% segnala invece la necessità di aumentare il numero dei volontari mediante attività mirate di “reclutamento”. Il 15,2% indica l’importanza di incrementare la collaborazione con altri enti del terzo settore (fare “rete”). Il 7,9% segnala il rilievo di aumentare i finanziamenti mediante attività mirate di fundraising. Per il 5,3% sarebbe necessario sviluppare una maggiore capacità di progettazione.

Il settore comunque denota resilienza pur in una fase difficile. Il 61,4% delle associazioni fiorentine ed empolesi ha organizzato attività in risposta all’emergenza sanitaria; tra queste, il 17% ha realizzato attività nuove rispetto a quelle normalmente svolte, e il 34% ha continuato a erogare servizi già presenti.  Il 49%, infine, ha introdotto interventi nuovi, pur continuando a svolgere anche le attività consuete.

Per quanto riguarda la situazione nel Pratese, la ricerca è stata svolta da aprile a novembre 2020 e su un campione di 143 Organizzazioni di volontariato (Odv) della provincia di Prato sono state effettuate 83 interviste, ha partecipato al questionario di Cesvot il 58% delle organizzazioni sul territorio. Quelle che durante il 2020 hanno dichiarato la propria estinzione o hanno cambiato natura diventando associazioni di promozione sociale sono il 2,8%.

“È un volontariato che è stato colpito in modo consistente dalla pandemia – spiega Luisa Peris, presidente di Cesvot Prato – ma che ha saputo giocare un ruolo importante nella tenuta delle relazioni sociali, costituendo un mezzo effettivo di resilienza sociale, di fronte al lockdown e al distanziamento sociale. Ora senza volontariato non c'è ripresa che tenga. Cesvot sarà sempre più accanto alle associazioni, la campagna di promozione del volontariato sta dando buoni risultati”.

Le organizzazioni della provincia di Prato che hanno risposto al questionario, possono contare su 4.945 volontari, di cui il 49,9% maschi e il 50,1% donne. Solo lo 0,6 % di questi volontari appartiene alla classe di età dei minori di 18 anni, l’8,2% alla classe di età 19-29, il 22,9% alla classe di età 30-54, il 27,7% alla classe di età 55-64 e, infine, ben il 40,6% appartiene alla classe dei volontari con età pari o superiore a 65 anni. Segno di “un'adultizzazione” sempre più marcata del settore, che richiede un cambio di marcia: quasi per il 40% delle associazioni il tema del reperimento di risorse economiche è fondamentale mentre per 2 associazioni su tre il trend dei volontari è che stanno rimanendo uguali o addirittura calando.

Rispetto agli ultimi 5 anni, il 32,9% delle Odv di Prato dichiara che il numero di volontari è aumentato, il 39% segnala che tale disponibilità è diminuita, mentre per il 28,1% il numero di volontari è rimasto il medesimo. Per migliorare la propria presenza sul territorio, il 43,6% delle Odv pratesi dichiara che sarebbe necessario incrementare la collaborazione con gli enti pubblici nello spirito della coprogettazione; il 21,8% indica l’importanza di aumentare il numero dei volontari mediante attività mirate di “reclutamento”. Il 9% rileva la necessità di incrementare la collaborazione con altri enti del terzo settore (fare “rete”).

La medesima percentuale di Odv pratesi (6,4%) segnala rispettivamente il rilievo di comprendere appieno le implicazioni del Codice del Terzo settore per la vita dell’organizzazione, di sviluppare una maggiore capacità di progettazione, e di aumentare i finanziamenti mediante attività mirate di fundraising. Il settore comunque denota resilienza pur in una fase difficile. Il 52,5% delle associazioni pratesi ha organizzato attività in risposta all’emergenza sanitaria; tra queste, il 34,15% ha realizzato attività nuove rispetto a quelle normalmente svolte, e il 31,7% ha continuato a erogare servizi già presenti. Il 34,15%, infine, ha introdotto interventi nuovi, pur continuando a svolgere anche le attività consuete.

Fonte: Ufficio Stampa

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