Parterre Pistoia luogo di tutti, 76mila euro raccolti

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Si è concluso il 10 ottobre il crowdfunding Parterre luogo di tutti, promosso dalla sezione soci Coop di Pistoia per sostenere il recupero del Pantheon, il monumento dedicato alla memoria degli uomini illustri della città che campeggia nella centralissima piazza San Francesco, già piazza Napoleone e che necessita di un intervento di riqualificazione. La campagna di crowdfunding è sostenuta da Unicoop Firenze, dalla Filarmonica Pietro Borgognoni e dall'Associazione Borgognoni- Parterre, con il patrocinio del Comune di Pistoia.

La campagna si era aperta il 10 maggio e negli scorsi cinque mesi ha coinvolto oltre 4700 sostenitori in oltre 100 eventi organizzati dal comitato promotore. Grande la partecipazione dei pistoiesi e delle associazioni cittadine, prima fra tutti la Banda Borgognoni, che è in prima persona l'anima del Parterre. Ma la raccolta fondi ha davvero toccato il cuore di tutti i pistoiesi e lo dimostra, al di là del risultato economico, la grande mobilitazione che si è sviluppata intorno al Parterre questa estate. Sono infatti oltre 30 gli enti e le associazioni coinvolte sul territorio.

Fra le iniziative più partecipate si ricordano lo spettacolo teatrale "La Panne, una storia ancora possibile" andato in scena il 27 luglio presso la Fortezza Santa Barbara e il cui ricavato è stato destinato al restauro del Parterre, le visite guidate nei luoghi storico artistici di Pistoia e gli eventi organizzati sul Parterre durante tutta l'estate.

Rispetto a quanto raccolto, erano stati attivati più canali: le donazioni si potevano fare online su Eppela, partecipando agli eventi o donando alle casse. Complessivamente sono stati raccolti e donati, compreso il raddoppio delle donazioni dei soci da parte di Unicoop Firenze ed un ulteriore contributo della Cooperativa, 76mila euro.

"Siamo molto soddisfatti per il risultato della raccolta fondi e perché con questa campagna ci eravamo dati l'obiettivo di far conoscere la storia del Parterre e far appassionare i pistoiesi alle vicende del monumento, della piazza e alle sue potenzialità - spiega la presidente della sezione soci Coop di Pistoia, Paola Birindelli - i numeri dicono che ci siamo riusciti e che oggi il Parterre è davvero molto più "luogo di tutti". "

"La partecipazione della città alla raccolta fondi promossa dai soci Coop è la dimostrazione di quanto il Parterre sia un luogo del cuore per noi pistoiesi. Gli sforzi di tutti e l'unione di tanti soggetti stanno portando ad un grande risultato di cui già vediamo i primi frutti, con i lavori in corso per il recupero del Pantheon degli uomini illustri. Per l'Amministrazione Comunale restituire questo luogo alla città era prioritario. Lo stiamo facendo accompagnati e sostenuti da tante persone. Grazie ai soci Coop, a chi sostiene questo recupero e grazie a chi, per anni, ha mantenuto vivo il Parterre: la Banda Borgognoni" afferma il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi.

Parterre Pistoia, cos'è

È il luogo dove fu piantato l’Albero della Libertà, simbolo della Rivoluzione Francese. Parliamo del Prato del Parterre di Pistoia, che per un breve periodo, dal 1811 al 1814 assunse il nome di piazza Napoleone o Foro Bonaparte. E proprio qui fu deciso di costruire un edificio per rendere omaggio alle glorie locali: il Pantheon degli uomini illustri. Ma le sue fortune sono state alterne e la destinazione è cambiata più volte nel tempo: caffè-concerto, ma anche canile, gelateria, sala da ballo, fino all’abbandono e al progressivo degrado, in parte mitigato dalla presenza della Filarmonica Borgognoni che ha sede in alcuni degli spazi interni del Pantheon e che non ha mai smesso di prendersi cura dell’area esterna. La lunga storia di questo luogo prende ora un’altra direzione, con l’operazione di recupero avviata dal Comune con l’obiettivo di mettere in sicurezza e riqualificare l’edificio monumentale e restituire alla città uno dei suoi luoghi simbolo, collocato in quella piazza San Francesco che di avvenimenti e personaggi ne ha visti passare davvero tanti. Operazione sostenuta anche da Unicoop Firenze.

Il Pantheon si trova nel punto più alto del Parterre, una sorta di piazza rialzata di grandi dimensioni. Quello che anticamente veniva chiamato “Prato a San Francesco” e ancor prima “Prato di Piunte” (cioè di piante, per i suoi ampi spazi verdi), era luogo di incontri e passeggiate, vi si tenevano occasionalmente feste popolari e religiose e rappresentazioni teatrali; ma diventò anche accampamento militare per le truppe spagnole, svizzere, napoletane, francesi. Una piazza che per lungo tempo si è trovata sul tracciato del Palio dei Barberi (antenato dell’attuale Giostra dell’Orso), ma che ha ospitato anche commemorazioni civili - come quella in occasione della morte di Garibaldi nel 1882 - oppure iniziative di promozione economica e culturale, come l’Esposizione circondariale per l’industria, la floricoltura e l’orticoltura del 1899.

Un legame di lunga durata, dunque, quello fra il Parterre e i pistoiesi; legame che si è esteso successivamente al Pantheon: «Quando si parla di Parterre, i pistoiesi intendono tutta l’area, quindi anche il Pantheon» dice Leonardo Fabbri, giovane architetto che di una ipotesi di recupero del Parterre ha fatto l’oggetto della sua tesi di laurea, e che durante il tirocinio presso il Comune di Pistoia si è occupato della progettazione degli interventi di restauro e rifunzionalizzazione del Pantheon.

È, quest’ultimo, «un edificio piuttosto strano, se lo mettiamo a confronto con altri della Toscana di quel periodo, con uno stile un po’ rivoluzionario che viene dalla Francia», aggiunge. Perché è proprio sotto la dominazione napoleonica che il progetto viene avviato, quando il Maire di Pistoia (cioè il sindaco) Francesco Tolomei sostiene la necessità di realizzare una costruzione monumentale addossata alla cerchia delle mura che faccia da fondale scenografico a chiusura della piazza. Un primo progetto viene steso a quattro mani dall’ingegnere Marco Gamberai e dal pittore Bartolomeo Valiani, ma i lavori vengono interrotti prima di entrare nel vivo della costruzione, e il disegno passa a Cosimo Rossi Melocchi, che si ispira alla lezione degli illuministi francesi e in particolar modo alla “architettura parlante”, ossia quella che adotta un linguaggio chiaro e diretto, che fa capire subito a chi osserva qual è la funzione dell’edificio. In questo caso, rendere omaggio agli uomini illustri della città.

Anche se il pessimo stato di conservazione rende difficile la lettura sia degli episodi narrati che delle altre decorazioni presenti all’interno del Pantheon, alcuni personaggi sono riconoscibili. Ci sono fra gli altri Niccolò Forteguerri, cardinale a metà del XV secolo, nonché fondatore della Biblioteca Forteguerriana; Clemente IX, al secolo Giulio Rospigliosi, papa per due anni alla fine del Seicento; Carlo Agostino Fabroni, il cardinale che fondò la Biblioteca Fabroniana donandole oltre 2000 volumi. E Corilla Olimpica, al secolo Maria Maddalena Morelli, l’unica poetessa laureata di Pistoia, che fra l’altro si esibì in occasione delle nozze di Pietro Leopoldo con Maria Luisa di Borbone.

Fonte: Unicoop Firenze

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