Riconoscimenti in casa Arca Azzurra. Massimo Salvianti, attore e fondatore della nota compagnia toscana, vince il Premio Giacomo Matteotti 2021, istituito dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. A convincere la giuria è stato il suo testo "Un abito chiaro". Scritto nel 2020 per le celebrazioni del 40° anniversario della strage di Ustica su commissione dell'Associazione dei Parenti delle vittime della strage e interpretato da Amanda Sandrelli con Rita Marcotulli al pianoforte e prodotto da Arca Azzurra con Cronopios.
È il secondo anno consecutivo che Arca Azzurra vede un suo spettacolo raggiungere questo riconoscimento, che si aggiunge al Premio Enrico Maria Salerno assegnato nel 2008 al testo di Ugo Chiti scritto con Massimo Salvianti "Agosto '44 - La notte dei ponti" sulla liberazione di Firenze.
Il Matteotti 2021 premia il continuo impegno della compagnia sui temi della memoria storica e sociale di cui Massimo Salvianti è il capofila con una serie di attività che coinvolgono scuole e cittadini del territorio toscano. Soprattutto dedicate alla rievocazione delle numerose stragi compiute dai nazisti nel corso della ritirata oltre la linea gotica tra la primavera e l'inverno 1944.
Massimo Salvianti, attivo dagli anni ’70 nelle compagnie di base del circuito toscano, dal 1983 è fondatore, animatore e soprattutto attore della compagnia Arca Azzurra. Collabora con il Centro per la sperimentazione e la ricerca teatrale di Pontedera, con Aldo Rostagno, e nel 1997 è in Danubio di Claudio Magris, regia di Giorgio Pressburger per il Mittelfest. Per il cinema è nel cast di: La vita è bella di Benigni, e recita in numerosi film con i fratelli Frazzi, i Taviani, Ugo Gregoretti, Ugo Chiti, Chabrol, Zeffirelli, Nuti, Veronesi e Benvenuti. Come drammaturgo è finalista in 2 edizioni del Premio Riccione e nel 2006-07 vince con il suo “Lina” i premi Vallecorsi ed ExtraCandoni. Numerosi i testi di impegno storico sociale tra cui, ultimo, Un abito chiaro.
Il testo e lo spettacolo secondo Massimo Salvianti - «“Un abito chiaro” è uno sfogo, un accavallarsi di pensieri, domande tante e risposte pochissime, in prosa e in musica, in immagini, in secondi sospesi, in battere e in levare – spiega l’autore Massimo Salvianti -. Partire dalle cose più piccole, più private, più banali-normali-comuni per dire di quest’incredibile tragedia senza farsi soffocare dalla commozione e dalla retorica e dal senso di inutilità, di sconfitta che dopo quarant’anni pesa su tutti noi, sulla nostra comunità di uomini e donne, di ragazze e ragazzi, di vite che misurano la propria precarietà sulla difficoltà, anzi sull’impossibilità di sapere, di districarsi in un ammasso contorto di misteri ed evidenze, di depistaggi e ovvietà».
Pochissime risposte. Parole che si aggiungono a un libro che ha ormai troppe pagine e pesa come un macigno, che si interrogano proprio sulla loro scarsa utilità, ma che percorrono anche le strade virtuose che donne caparbie e uomini instancabili hanno tracciato per non perdere la speranza della giustizia e del diritto.
«Esempi e precetti, i punti fermi, i paletti del nostro vivere civile – prosegue Salvianti - e il confronto con i più giovani, con le ragazze, con i bambini, figlie e figli che domandano, anche loro e a cui va data almeno la certezza che non ci siamo arresi e che abbiamo bisogno della loro forza, della loro scapestratezza, del loro coraggio».
Lo spettacolo è stato trasmesso su Radio Rai 3 sabato 27 giugno 2020 nella rubrica Piazza Verdi ed è stato rappresentato il 7 luglio 2020 al Museo per la Memoria di Ustica a Bologna.
Fonte: Ufficio Stampa
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