Prendersi cura del malato oltre che della malattia attraverso una particolare prescrizione. E’ il filo conduttore del progetto di umanizzazione delle cure, che prenderà avvio in alcune degenze dell’ospedale Santo Stefano, nel day hospital oncologico, nel day service multidisciplinare e nell’ Hospice di Prato.
Non si tratta di prescrivere una medicina o una terapia ma una persona particolare: Zia Caterina, professionista a tutti gli effetti di umanizzazione.
Non ci sono controindicazioni a questa prescrizione, solo il beneficio di una dose massiccia di amore e sincera vicinanza alle persone che sono particolarmente fragili e vulnerabili e che devono affrontare lunghi percorsi di cura.“Devi esserci nel bene e nel male, devi vivere il momento con straordinaria forza e fare ciò che devi fare”.
È questa la ricetta consigliata da Zia Caterina, la conosciuta tassista di Firenze che oltre ad assistere i bambini dell’ospedale Meyer si mette a disposizione di tutti e chiede di essere “prescritta” per raggiungere chi ha bisogno e cercare di allontanare il senso di solitudine e turbamento che può accompagnare la malattia.
Il progetto “Prescrivete Zia Caterina”: innovativo ed in linea con il percorso di umanizzazione delle cure già avviato nell’ospedale Santo Stefano, propone una particolare prescrizione. Non si tratta di farmaci, terapie o esami come abitualmente sono indicati in una ricetta medica, ma di una prescrizione particolare, quella di Zia Caterina.
E’ proprio lei a chiedere di essere “prescritta” per iniziare un rapporto di vicinanza con i pazienti ed instaurare un legame affettivo che può proseguire, per chi lo desidera, con un viaggio nel coloratissimo taxi.
Il progetto è stato ideato dalle direzioni sanitaria ed infermieristica e dalla Struttura di Oncologia del Santo Stefano. Hanno partecipato: Daniela Matarrese, direttore sanitario dell’ospedale, Daniela Ammazzini, direttore assistenza infermieristica, Elettra Pellegrino, medico della direzione sanitaria, Laura Biganzoli, direttore ff Oncologia, Daniele Pozzessere Direttore degenza ordinaria oncologia, Marco Bracciotti, Luisella Litta Direzione Infermieristica e Simone Anderini coordinatore Day Hospital Oncologico.
Nella prima fase il progetto prenderà avvio nel Day Hospital Oncologico, successivamente nel Day service multidisciplinare per i pazienti con sclerosi multipla e sarà poi implementato anche nell’Hospice.
L’obiettivo è quello di rendere il sistema di umanizzazione delle cure il più efficace possibile in settori estremamente sensibili. Le direzioni infermieristica e sanitaria dell’ospedale pratese sono impegnate a costruire una rete pre-organizzata nella quale il paziente viene accolto ed ascoltato tenendo conto della componente emotiva, psicologica e relazionale.In questo scenario è stata coinvolta Zia Caterina che potrà far visita nei reparti, nel rispetto delle misure anti Covid ed essere contattata dai pazienti che lo desiderano nel corso della somministrazione della chemioterapia o altre terapie.
Una persona che “assiste” altre persone, Zia Caterina busserà alla porta e chi vorrà potrà aprirla ed invitarla a trascorrere un po’ di tempo insieme.
“Questo è solo un punto di partenza dal quale potranno nascere amicizie anche fuori dall’ambiente ospedaliero – spiega Daniela Matarrese - Sarà proprio Zia Caterina a mettere a disposizione il suo Taxi Milano 25 per accompagnare i pazienti che lo desiderano all’appuntamento per la chemioterapia settimanale.”
“Questo progetto - continua Daniela Ammazzini - rappresenta un ulteriore tassello da aggiungere all’aspetto dell’umanizzazione delle cure. Medici ed infermieri assistono e curano la persona con competenze specifiche, Zia Caterina con vicinanza e condivisione anche per facilitare la relazione tra i pazienti e gli operatori sanitari.”
"Crediamo che la presenza di Zia Caterina potrà migliorare l’esperienza del paziente durante la somministrazione della chemioterapia e allo stesso tempo facilitare la comunicazione tra operatori e pazienti, aggiunge Daniele Pozzessere".
"Il progetto con Zia Caterina, conclude Biganzoli, si integra perfettamente con la nostra visione di una presa in carico globale del paziente e dei suoi bisogni"
Alcuni dati:
Nel 2020 presso il day hospital oncologico sono stati trattati 850 pazienti e 450 nel day service. Sono state effettuate oltre 10.000 visite ambulatoriali, 1.200 prime visite e 5.700 accessi per somministrazioni chemioterapiche. I ricoveri sono stato 520, le prenotazioni di visite ed esami presso l’Aiuto Point 22.000.
Sempre nel 2020 i pazienti trattati nel day service multidisciplinare con sclerosi multipla sono stati 90.
Queste le percentuali per fasce di età registrate in oncologia nel 2020:
dai 18 anni ai 39: 2%
dai 40 anni ai 49: 8%
dai 50 anni ai 59:28%
dai 60 anni ai 69:35%
dai 70 anni ai 70: 20%
oltre gli 80 anni: 7%
Chi è Zia Caterina:
La storia di Caterina Bellandi, in arte Zia Caterina è una storia d’amore. Amore per il suo Stefano morto per un tumore. Lui era un tassista di Milano 25, alla guida dell’attuale taxi che sta utilizzando Zia Caterina. Come dice lei, questo taxi è un “dono d’amore” e lo ha voluto trasformare in un luogo magico che oltre a svolgere il servizio di taxi pubblico effettua corse gratuite per l’ospedale a favore dei familiari e dei bambini malati, quelli che lei chiama i suoi Supereroi, tanti personaggi dei fumetti dipinti sul suo taxi.
I Supereroi sono ragazzi speciali, bambini e bambine che ogni giorno devono affrontare sfide importanti e sopportare dolori.
Tutti hanno voglia di vivere e vincere la loro battaglia e tutti possono imparare a sconfiggere le proprie paure. Caterina è una vera zia, una figura vicina ai bambini che può permettersi di viziare ed essere permissiva.
Il suo abbigliamento è molto appariscente, capelli ingombranti e molto colorati, indossa un mantello avvolgente ed un capello. I bracciali, le collane e gli oggetti appesi nel suo taxi sono tutti ricordi donati dai bambini, ognuno con una storia particolare.
“Stefano mi ha insegnato l’amore, sono tutto ciò che risponde alla sofferenza di un bambino, di una persona - ha detto Zia Caterina - mentre è impegnata a riparare il suo taxi. E’ un mezzo importante che mi aiuta a fare cose belle e a condividere la sofferenza. Il dolore deve essere condiviso, non mi stanco mai di dirlo alle persone che ho incontrato lungo il viaggio della mia vita. Ogni giorno sono a disposizione di chi vuole vivere con me il momento della sofferenza, ogni istante della vita deve essere vissuto e possiamo rendere bello ogni momento solo attraverso la condivisione.”
Fonte: Asl Toscana Centro
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