Cimitero di Monsanto, lavori terminati a Barberino Tavarnelle

Decoro e bellezza per uno dei luoghi della memoria più amati del territorio comunale. Nel cimitero di Monsanto, tra le vigne della Valdelsa, dove all’ingresso campeggiano 18 cipressi che portano il nome di altrettanti ventenni vittime del primo conflitto mondiale, ieri mattina il sindaco David Baroncelli ha presentato ai cittadini un importante intervento di manutenzione straordinaria. E’ la conclusione dei lavori che ha portato al completo rifacimento della copertura e alla risistemazione generale della cappella.

“Un’opera di riqualificazione – spiega – che è stata particolarmente impegnativa perché da anni il cimitero non veniva interessato da interventi di questa portata, abbiamo realizzato un investimento complesso che ha previsto anche l’illuminazione esterna e la risistemazione della strada di accesso”.

I lavori, illustrati nel dettaglio anche dall’assessore ai Lavori pubblici Roberto Fontani sono stati benedetti dal parroco di Monsanto, don Alfredo Iacopozzi.

Il Comune ha messo mano alla riqualificazione dei cimiteri di campagna, ponendo attenzione a quelli più decentrati. Nel bilancio sono state stanziate risorse per circa 300mila euro complessive, finalizzate alla risistemazione dei camposanti di diverse frazioni e località, da nord sud del territorio comunale di Barberino Tavarnelle.

“Dopo aver realizzato la riqualificazione del cimitero di Barberino Val d’Elsa e gli ossarietti del cimitero di Sambuca – continua l’assessore ai Lavori pubblici Roberto Fontani – procederemo con l’esecuzione di specifici interventi di riqualificazione nei camposanti di San Filippo, San Donato in Poggio, Marcialla, Romita, Pastine, Tavarnelle, abbiamo già stanziato le risorse necessarie”.

“Il cimitero, luogo di pace spirituale - conclude il sindaco - ha costruito nel tempo un legame indissolubile con la comunità, salvaguardare lo spazio architettonico, inserito in uno specifico contesto paesaggistico che nel nostro caso è di altissimo pregio, significa non solo tutelare dai segni del tempo e dal progressivo degrado il luogo di sepoltura e la sua stretta comunione con l’ambiente ma tutto il complesso di elementi che contribuiscono a renderlo prezioso, gli oggetti della sepoltura, cappelle, croci, sentieri, alberi, muri, e i valori che vi si coltivano, il patrimonio storico-monumentale e il ruolo sociale di un luogo della memoria e degli affetti che ci aiuta a conservare e tenere in vita il ricordo delle persone che ci hanno lasciati”.

Fonte: Ufficio stampa associato del Chianti Fiorentino

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