Maggio Fiorentino, Zubin Metha dirige il secondo concerto del ciclo Beethoven

Zubin Mehta (foto Simone Donati)

Dopo il primo concerto di sabato 25 settembre, domani alle ore 20, il maestro Zubin Metha, impegnato in questi giorni anche nelle recite di La traviata, sarà di nuovo alla guida dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino per il secondo appuntamento del ciclo dedicato al compositore di Bonn.

In questa occasione, oltre alle musiche di Beethoven, la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 e l’ouverture di Fidelio, in cartellone anche Gustav Mahler con l’Adagio dalla Sinfonia n.10 in fa diesis maggiore. Il concerto del 29 è tutto esaurito

Altri tre gli appuntamenti previsti per completare il Ciclo: giovedì 7 ottobre con la sinfonia n.6 e la Missa in tempore belli in do maggiore per soli coro e orchestra di Franz Joseph Haydn; venerdì 15 ottobre, con in programma la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55, la celebre Eroica, e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 6 e, infine, martedì 4 gennaio 2022, con la Sinfonia n. 8 in fa maggiore op. 93 e la Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 per soli, coro e orchestra; questo ultimo programma sarà inoltre proposto interamente anche per il concerto di fine anno, il 31 dicembre 2021.

Delle quattro ouverture composte per il Fidelio, la Leonore n. 3 op. 72 b è la più nota e rappresenta l’autentica summa musicale del dramma. Beethoven la compose nel 1806 per la seconda versione dell’opera, ma l’ampio respiro sinfonico e le dimensioni fin troppo dilatate per una sinfonia operistica lo spinsero nel 1814, in occasione della terza e ultima versione del Fidelio, a sostituirla con una nuova e ultima ouverture più breve e musicalmente meno impegnativa. Da allora la Leonore vive di vita propria essendo entrata di diritto nel repertorio orchestrale.

Gustav Mahler iniziò a lavorare alla Decima Sinfonia nell’estate del 1910 mentre si trovava in villeggiatura a Dobbiaco.

Il piano dell’opera prevedeva cinque movimenti - Adagio. Andante, Scherzo, Purgatorio, Scherzo, Finale - con il primo e l’ultimo in tempo lento a incorniciare i tre movimenti centrali secondo il modello della Sinfonia n. 7. Tuttavia quella fu l’ultima estate del compositore che, stroncato da un male incurabile, morì la primavera seguente lasciando incompiuta la sua ultima creazione sinfonica. Dei cinque movimenti solo il primo, l’Adagio, è stato orchestrato dall’autore, ragion per cui è entrato stabilmente nel repertorio sinfonico, mentre gli altri quattro mostrano lacune assai cospicue che ne hanno impedito una ricostruzione realmente convincente.

La Sinfonia n.7 in la maggiore op. 92, composta fra il 1811 e il 1812, debuttò a Vienna l’8 dicembre del 1813 diretta dallo stesso autore in una serata musicale a beneficio dei soldati austriaci reduci dalla battaglia di Hanau. La nuova composizione fu accolta favorevolmente dai viennesi a cui piacque soprattutto il secondo movimento, l’Allegretto, che venne addirittura bissato. Tuttavia alcuni critici e musicisti del tempo mostrarono perplessità nei confronti della Settima, ritenuta per alcuni aspetti stravagante e ai limiti dell’eccesso. Wagner, a cui va il merito di averne intuito da subito la vera essenza, la definì invece "l’apoteosi della danza".

Fonte: Maggio Musicale Fiorentino - Ufficio Stampa

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