Nella richiesta protocollata il 16 giugno, il gruppo consiliare Unione a Sinistra richiedeva al Presidente dell'Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa Falorni l'istituzione di una Commissione consiliare speciale che, prendendo spunto dalla nota vicenda "Keu" e dalla precedente e collegata "Blu mais", svolgesse approfondimenti e ricerche su eventuali responsabilità politiche a latere di quelle penali, essendo queste ultime esclusivamente di competenza dell'autorità giudiziaria.
Stupisce quindi che la risposta del Presidente Falorni, pervenuta oltre due mesi dopo la richiesta, parli di inopportunità della costituzione della Commissione richiesta "data la delicatezza dell'indagine in corso da parte dell'autorità giudiziaria".
La richiesta non su questo verteva, bensì sull'opportunita' di aprire finalmente una discussione ed una verifica approfondita sulle modalità consolidate di gestione della cosa pubblica da parte dei responsabili politici degli enti locali per verificare se e quanto queste siano permeate dalla soggezione ad interessi aziendalistici e privatistici, interessi che (come i fatti dimostrano) pochissimo o nulla hanno a che fare con una politica volta alla risoluzione dei problemi della cittadinanza.
Nel contesto di assemblee elettive svuotate dalle nefaste leggi elettorali maggioritarie in questi anni affermatesi, assemblee dove non solo le voci e le proposte delle opposizioni ma persino quelle dei consiglieri di maggioranza e financo quelle degli assessori, non contano più e dove si è affermata in modo preponderante la figura del sindaco "Deus ex machina" che tutto decide e dispone, è ormai non solo importante ma necessario un dibattito che una Commissione come quella da noi proposta potrebbe ingenerare e costruire.
È altresì evidente come il ruolo sopra richiamato dei sindaci abbia portato in molte occasioni loro e la stessa Regione ad una gestione personalistica che, inevitabilmente, si dispone ad affrontare i problemi affidandosi a rapporti personali nei confronti di titolari di imprese private.
È il caso sicuramente, nei fatti in questione, della fitta rete di relazioni personali intrattenuta da amministratori regionali e locali con l'imprenditoria conciaria (ma non solo), al di fuori di ogni tipo di controllo e dibattito da parte delle assemblee elettive.
La domanda da porsi è: Questi rapporti, pur non prefigurando nella maggior parte dei casi notizie di reato ma una concezione della politica, rappresentano una corretta e, soprattutto, democratica modalità di gestione della cosa pubblica?
Inoltre: È possibile separare queste modalità dalle loro cause ed effetti ? In sintesi, è ancora credibile un potere politico che non si fa carico del problema della democrazia nelle assemblee pubbliche
e delle leggi che queste assemblee formano e dei poteri che le stesse leggi alle assemblee attribuiscono?
Unione a Sinistra ritiene quindi che la risposta data alla richiesta di Commissione speciale sia politicamente irricevibile, in quanto facente riferimento ad un ambito giudiziario e penalistico mai richiamato dai richiedenti.
Susanna Rovai, consigliera Unione a Sinistra
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