"Quello che si è celebrato oggi è un grande traguardo per la Scuola di specializzazione in Radiodiagnostica dell’Università di Pisa. Trent'anni di attività ma, soprattutto, uno straordinario lavoro al servizio del nostro sistema sanitario regionale e nazionale e, dunque, di tutte le cittadine e i cittadini della Toscana":
Così il presidente del Consiglio Regionale, Antonio Mazzeo, che stamani ha partecipato al trentennale della nascita della Scuola.
"Voglio prima di tutto rivolgere un ringraziamento al professor Carlo Bartolozzi, fondatore della scuola che ha diretto poi per 25 anni, e uno all’attuale direttore Emanuele Neri i numeri ci raccontano che questa Scuola ha generato oltre 250 specialisti che sono riusciti nel tempo a soddisfare le richieste e le necessità sia della Aoup sia oggi della Asl Toscana Nord Ovest. Se Pisa e la Toscana oggi sono visti come centri di eccellenza nel campo della sanità e della medicina è anche grazie a questo lavoro, a questi professionisti e al lavoro di scuole di formazione come questa".
Mazzeo si è poi soffermato sull'importanza di sviluppare professionalità adeguate, specie in un settore come la sanità. "Sono profondamente convinto che le risorse che si spendono in questo ambito non possono e non devono essere considerati semplicemente dei 'costi'. Anzi. Sono piuttosto investimenti fondamentali per la collettività e per il futuro. E non possiamo permetterci di trattarli alla stregua di altre voci di bilancio da tagliare a piacimento in caso di necessità".
Di qui, ha sottolineato il presidente, l'impegno a lavorare, ad ogni livello, per avere "sempre più specialisti, sempre più formazione, sempre più donne e uomini in grado di mantenere alto, e se possibile migliorare ancora, il livello dei nostri servizi sanitari". "L’emergenza Covid - ha concluso - ci ha messi drammaticamente di fronte alla mancanza di personale medico e sanitario adeguatamente formato e specializzato in molti settori, compresa la radiologia. Ecco perché, anche come Regione, dovremo raccogliere la sfida finanziando più posti di specializzazione e mettendo in campo gli investimenti necessari non soltanto sulle infrastrutture, che sono ovviamente necessarie, ma anche nel capitale umano perché è anche e soprattutto quello che è in grado di qualificare il nostro sistema sanitario".
Fonte: Università di Pisa
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