I fatti risalgono al novembre 2018. Per la difesa, sarebbe stato riconosciuto in secondo grado "l'attenuante dell'aver agito in stato d'ira"
Accusato di aver ucciso la sua compagna, a distanza di tre anni in appello è stata dimezzata la pena, da 30 anni di reclusione a 16. È la condanna inflitta ad un 32enne, originario del Myanmar, accusato dell'omicidio della compagna, una 21enne cinese. I fatti risalgono alla notte tra il 23 e il 24 novembre 2018 in un ostello a Firenze. La coppia si trovava in vacanza quando nella camera, come sostenuto dall'accusa, l'uomo strangolò la giovane al culmine di una lite. Fu lui stesso ad allertare i soccorsi, chiedendo aiuto ad un addetto alla reception.
Secondo quanto spiegato dal difensore dell'uomo, il dimezzamento della pena sarebbe dettato, tra l'altro, dal riconoscimento dei giudici di secondo grado, dell'attenuante dell'aver agito in stato d'ira. Dalla tesi sostenuta dalla difesa nell'appello, l'imputato avrebbe commesso il delitto reagendo a ripetuti soprusi e prevaricazioni a cui, sempre secondo la difesa, sarebbe stato sottoposto dalla giovane.
La procura generale aveva chiesto la conferma della condanna in primo grado a 30 anni di reclusione.
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