Calda estate tutta d’oro, che cos’hai nel tuo tesoro? recita la filastrocca “Estate” di Romana Rompato. Prati verdi e biondi fieni erano alcuni dei tanti regali portati dalla stagione più amata dagli studenti. Purtroppo, qui a Firenze, l’estate non ha lasciato prati verdi e il biondo che molti giardini vanno ostentando è il giallo triste dell’erba seccata.
Basta fare un giro in uno dei parchi più grandi della città, nonché il più grande nel quartiere i Novoli: il Parco di San Donato. Inserito tra il Polo Universitario delle Scienze Sociali e il Palazzo di Giustizia, San Donato era un’oasi in una zona non certo famosa per le sue aree verdi. Eppure, a settembre inoltrato, di verde è rimasto ben poco. Sembrano passati anni, se confrontato al ricordo primaverile, ma tra quest’ultimo e il panorama odierno sono trascorsi soltanto pochi mesi.
I prati in cui i ragazzi si sdraiavano e i bambini giocavano hanno acquisito un colorito giallo tutt’altro che sano; in alcuni punti, anche estesi, l’erba ha ceduto il passo alla terra, trasformando la soffice moquette smeralda in un polveroso tappeto spelacchiato. La chioma di tanti alberi – fatta eccezione per gli alti e resistenti cipressi – sta virando verso un preoccupante color rame, con foglie raggrinzite e secche. Sembrerebbe quasi un paesaggio autunnale, se il sole non splendesse e le temperature non toccassero i 30 gradi. Sorte peggiore è stata riservata ad arbusti e cespugli, gran parte dei quali sulla via dell’appassimento definitivo se non avverranno interventi immediati.
La situazione di San Donato ha allarmato i residenti, i quali sui social hanno anche documentato l’incuria in cui è stato relegato il laghetto artificiale dimora di pesci, papere e tartarughe. In effetti, la superfice verdastra che non lascia quasi intravedere quasi nulla degli animali che si muovono al di sotto di essa è un inquietante campanello d’allarme, che poi diventa una sirena quando l’occhio coglie la sporcizia dentro e fuori lo stagno.
Il problema del “verde ingiallito”, tuttavia, ha colpito anche altre aree cittadine e non soltanto i parchi.
I giardini della Fortezza hanno subito un invecchiamento precoce, con i prati fortemente inariditi e quasi bruciati dalla calura agostana, mentre la fontana versa ancora in condizioni abbastanza buone.
L’erba che ricopre il parcheggio sotterraneo di Viale Strozzi, invece, ricorda per colore più un campo di grano maturo che il manto verde a cui i fiorentini erano abituati.
Non sono sfuggiti al degrado, e difficilmente avrebbero potuto, nemmeno gli spartitraffico, completamente lasciati a se stessi e inevitabilmente “seccati”.
Il sole ha picchiato duro a Firenze ed era prevedibile che piante e fiori ne avrebbero risentito; tuttavia la vista che si apre in alcuni giardini della città, una volta rigogliosi, non sembra giustificabile solo con la risposta “È stata colpa del caldo”.
Giovanni Gaeta
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