Sarà Nadeesha Uyangoda la protagonista del secondo appuntamento di “Mappe”, la rassegna on line de L’Eredità delle Donne interamente dedicata ai libri che anticipa il festival diretto da Serena Dandini, a Firenze dal 22 al 24 ottobre. L'autrice presenterà il fortunato pamphlet “L'unica persona nera nella stanza” (66thand2nd) in dialogo con Irene Graziosi, martedì 7 settembre alle 18 in diretta sulla pagina Facebook della manifestazione (https://www.facebook.com/ereditadelledonne).
L’Eredità delle Donne è un progetto di Elastica insieme a Fondazione CR Firenze, con la direzione artistica di Serena Dandini e la partnership di Gucci. Il festival si avvale della co-promozione del Comune di Firenze, il contributo di Poste Italiane e la collaborazione di Manifattura Tabacchi.
L’AUTRICE, NADEESHA UYANGODA
Nadeesha Uyangoda è nata in Sri Lanka, ma vive in Brianza da quando aveva sei anni. Giornalista under-30, da tempo si occupa di identità, razza e migrazioni. I suoi lavori sono stati pubblicati da Al Jazeera English, Rivista Studio, Vice Italia, The Telegraph, Open Democracy. Recentemente è intervenuta sulla stampa nazionale a sostegno del diritto di cittadinanza, in occasione del dibattito sullo ius soli per gli atleti italiani alle Olimpiadi di Tokyo.
IL LIBRO, “L’UNICA PERSONA NERA NELLA STANZA” (66THAND2ND)
La razza è un concetto difficile da cogliere, pur non avendo fondamenti biologici produce grossi effetti nei rapporti sociali, professionali e sentimentali. La razza in Italia non si palesa fino a quando tu non sei l’unica persona nera in una stanza di bianchi. E quell’unica persona è Bellamy, Mike, Blessy, David... una moltitudine in parte sommersa, sotterranea. Quell’unica persona è chi si è sentito dire troppe volte che «gli italiani neri non esistono»: lo gridano negli stadi, lo dice certa politica, sembrano confermarlo le serie tv, la letteratura, i media. In un certo senso è persino vero: gli italiani neri non emergono, non si vedono negli ambienti della cultura, nei talk show e nelle liste della politica. O meglio, in quei luoghi esistono ma solo come oggetto del discorso, quasi mai come soggetto. La loro presenza è ridotta alla riforma della cittadinanza, ai casi di razzismo, all’«immigrazione fuori controllo», ai barconi, all’«integrazione». Con un approccio inedito e un linguaggio fresco e «social», la giovane Nadeesha Uyangoda apre in questo libro, che incrocia saggio e memoir, un’onesta conversazione per comprendere meglio la dinamica razziale nel nostro Paese.
Fonte: Ufficio stampa
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