Villa Crastan a Pontedera: serate dedicate a Glauco Ballantini e Aldo Moro

Libri e documentari. Continuano gli eventi estivi di Lucciole e Lanterne nel giardino di Villa Crastan a Pontedera.

Domani alle 21 sarà ospite lo scrittore livornese Glauco Ballantini con il suo libro "Alborán 110 racconti in centodieci parole" (Editore Asterione).

Una raccolta di storie e personaggi che fanno parte di una piccola comunità. Vite intere raccontate in meno di un minuto o in centodieci parole appunto. Alborán è un'isola, un mare. Una Spoon River nel Mediterraneo fatta di gente con le sue piccole storie di paese che riflettono il mondo. Fervidi combattenti e disertori, vite concluse o mai iniziate, troncate a metà. Ambulanti e militari, barboni ed egocentrici, maestre e professoresse. Personaggi inventati, storie reali e canzoni d'autore. Accenni senza particolari eccedenti, soggetti senza sceneggiatura.

Lunedì 6 settembre alle 21.15 il Comune di Pontedera, in collaborazione con Produzione l'Eguaglianza, Associazione Villa Crastan e Regione Puglia, ha organizzato una serata in ricordo di Aldo Moro dal titolo "Chi e perché ha ucciso Aldo Moro". L'onorevole Gero Grassi, promotore della seconda commissione Moro, presenta il testo "Aldo Moro la verità negata" e a seguire ci sarà la proiezione del documentario "Com'è nato un golpe" del regista pontederese Tommaso Cavallini. Il film ripercorre le ultime fasi della vita politica del presidente della Democrazia Cristiana, dal viaggio negli States del 1974 fino al rapimento, alla prigionia e all’uccisione del 9 maggio 1978.

Una narrazione condotta dal senatore Sergio Flamigni, dall’ex magistrato Carlo Palermo, da giornalisti e autori come Marcello Altamura, Rita Di Giovacchino e Carlo D’Adamo, che si contrappone al Memoriale Morucci: portando una nuova analisi balistica, un filmato inedito che svela la targa di un’auto presente in via Fani le indagini non hanno mai tenuto conto e la fonte “Beirut2”, intervistata da Carlo Palermo, che riferisce di una foto scattata ad Aldo Moro in un cortile durante la prigionia.

Fonte: Ufficio Stampa

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