Nonostante la grande paura, questa estate si è rivelata abbastanza positiva per il turismo toscano. Nelle città d’arte e sulla costa, passando per la zona tra Empoli e Certaldo, bar e ristoranti hanno accolto molti visitatori stranieri e italiani, rimpinguando le casse in precedenza salassate da tutti i problemi causati dalla pandemia.
Partendo dalla città d’arte per eccellenza, Firenze ha vissuto un’estate che potremmo definire quasi schizofrenica. “Firenze ha vissuto due periodi – afferma il Presidente Confesercenti Metropolitana di Firenze, Claudio Bianchi – fino al 20 luglio il centro sembrava il deserto dei Tartari, poi dagli ultimi dieci giorni di luglio e per tutto agosto c’è stato il boom del turismo europeo (francesi, olandesi, austriaci, svizzeri). Quindi la situazione si è molto ripresa, anche se non ai livelli pre covid.
Per intenderci: rispetto all’anno scorso, fino a luglio siamo rimasti quasi sugli stessi bassi numeri, ma da agosto questi sono raddoppiati. Il rapporto con l’epoca pre covid, ovviamente, lascia sempre l’amaro in bocca: fino a luglio 80% meno rispetto al 2019, mentre abbiamo registrato il 30% in meno nel periodo che va dagli ultimi dieci giorni di luglio fino alla fine di agosto.
Nei primi giorni di settembre – prosegue – abbiamo registrato un leggero calo, che speriamo non preluda a una tendenza negativa. Gli alberghi ci dicono comunque che settembre è ancora da decifrare perché ci sono prenotazioni ma non tante quante ce ne aspettavamo. La differenza la fa l’aria che tira in Europa, perché i turisti americani torneranno solo nella prossima primavera. A Firenze sono tornati per ora solo gli studenti.
In questi prossimi sei mesi – conclude Bianchi – dovremo essere capaci di ridefinire il turismo di domani e fare chiarezza su quale tipo di Firenze vogliamo promuovere. Se non avremo fatto nulla, saranno i flussi turistici a decidere il futuro per noi”.
Sorrisi anche in quel di Certaldo, dove Franco Brogi, Presidente Fiepet Confesercenti Firenze, conferma il trend positivo. “Forse è presto per bilanci precisi, ma è andata meglio di quanto avevamo previsto. A giugno la ripresa è stata abbastanza lenta e c’era molta preoccupazione, mentre luglio e agosto sono andati bene: bar e ristoranti hanno lavorato parecchio. Non si sono visti tanti turisti stranieri, da sempre una presenza importante a Vinci e a Certaldo, ma il grande afflusso di turisti italiani ne ha compensato la mancanza. I turisti ‘nostrani’ tendono a stare pochi giorni, mentre gli stranieri rimangono anche una settimana, tuttavia gli incassi sono stati soddisfacenti. Siamo in linea con luglio e agosto dell’anno scorso, che già erano andati molto bene. Chiaramente – ammette Brogi – la stagione è partita più tardi: abbiamo riaperto ad aprile con timori, informazioni non precise e la zona gialla, quindi la stagione estiva è durata due mesi scarsi: luglio e agosto. Quindi, per quanto positiva, non c’è confronto con stagioni intere come quelle del 2019 o del 2018”.
La costa livornese ha registrato dati più che confortanti, ma in fondo non è una sorpresa. “Il turismo in provincia di Livorno è andato molto bene – dichiara Alessandro Ciapini, Direttore Confesercenti Provinciale Livorno – con numeri al di sopra delle nostre più rosee aspettative di maggio. Segno che il turismo balneare non è più semplicemente ‘a traino’ del turismo generale, ma ricopre un ruolo di asset fondamentale, specialmente quest’anno e nel 2020. Il vice presidente nazionale Fiba Confesercenti, Fabrizio Lotti, ha stimato che nella zona della Val di Cornia, rispetto all’anno scorso, già molto remunerativo, ci sia stato un aumento di turisti del 20%. L’Isola d’Elba, poi, ha fatto il pieno: le case private sono state prese d’assalto già da maggio, con giugno, luglio e agosto da tutto esaurito.
Per quanto riguarda Livorno città – continua – siamo di fronte a un caso particolare, perché ha visto comunque un buon afflusso di turisti stranieri e italiani, ma soffre la mancanza delle crociere visto che fondava la gran parte del suo turismo sul crocierismo. A Livorno sbarcavano circa 750mila passeggeri, di cui il 25% rimanevano in zona, mentre gli altri si spostavano per la Toscana.
A questo punto – conclude – la vera domanda è: l’ascesa del turismo balneare e costiero è legata ai cambiamenti che ha imposto la pandemia o è legato a un cambiamento nei 'rapporti di forza' tra le tipologie di turismo? Io credo che la nostra costa abbia passato l’esame e si sia dimostrata matura per le prossime sfide di accoglienza e innovazione”.
A ogni modo - in questo Bianchi, Brogi e Ciapini sono d’accordo - non si dovranno ripetere ulteriori chiusure imposte dall’alto, perché gli esercenti non potrebbero sopportarle. E se il green pass sarà uno strumento utile per mantenere aperti i locali, allora ben venga. Pur con tutte le criticità che si porta dietro.
Giovanni Gaeta
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