Un’occasione persa. Non va tanto per il sottile Emanuele Rossi, segretario FLC CGIL Firenze, nel descrivere quanto è stato fatto, o meglio non fatto, per la ripartenza in sicurezza del nuovo anno scolastico. Con l’inizio delle lezioni fissato in Toscana per il 15 settembre, studenti, professori, dirigenti e personale Ata si troveranno ad affrontare una situazione ben più problematica rispetto al settembre 2020.
“Si tratta di problemi strutturali ormai consolidati – spiega Rossi – che esulano dalle ‘recenti’ criticità legate a Covid e green pass. L’anno scorso, infatti, la ripartenza fu sostenuta da una grande attenzione da parte del governo, che fece approvare al Parlamento un miliardo e 800 milioni di investimento straordinario. Tale finanziamento permise alle scuole di assumere docenti e personale Ata in più, nonché l’acquisto dei vari Dpi necessari, come le mascherine. Il risvolto positivo più importante dell’incremento di personale scolastico – continua – fu la possibilità di dividere alcune classi eccessivamente numerose e garantire accessi scaglionati degli studenti”.
Insomma, nonostante le varie critiche all’approccio tenuto, secondo il segretario FLC CGIL Firenze gli interventi ci furono e pure rilevanti. Quest’anno, invece, si è verificata una vera e propria regressione: “Rispetto allo scorso anno il finanziamento destinato alle scuole nel 2021 copre solo le briciole di quello straordinario del 2020. Sono stati investiti solo i soldi avanzati dall’investimento dell’anno scorso, con la possibilità di avere sì qualche docente in più, ma solo fino a dicembre. Quindi è con gli avanzi del 2020 che si intende attuare la prevenzione Covid per il 2021”.
In più, è rimasta sul tavolo la questione trasporti, affrontata per il momento soprattutto nell’ottica green pass. “È dalla primavera passata – quindi dalla ripartenza scolastica dell’anno scorso – che stiamo puntando il dito sul nodo trasporti, ossia sulle possibilità di far arrivare in sicurezza alunni e lavoratori della scuola con i mezzi pubblici. Il ministro Giovannini, invece, se ne sta occupando solo ora e questo vuol dire che probabilmente avremo di nuovo numeri altissimi su bus e treni. La capienza fissata all’80% non è che una soluzione di ripiego. Vanno creati, negli orari giusti, trasporti dedicati a chi deve andare a scuola. Questo governo non ha voluto finanziare intervenire su distanziamento e classi pollaio, così ci ritroviamo a settembre con i soliti problemi denunciati da mesi. Anzi – rivela Rossi – a Firenze nello scorso giugno è stato registrato un taglio ulteriore, che ha generato addirittura nuove classi pollaio”.
Per quanto FCL CGIL Firenze ribadisca ancora una volta il massimo impegno per sostenere la vaccinazione, il sindacato aggiunge come la questione green pass sia diventata quasi uno specchietto per le allodole, un argomento che ha fatto passare in cavalleria altri problemi ben più pressanti, soprattutto dal momento che circa il 90% del personale scolastico toscano è vaccinato.
Un nodo da sciogliere poi sarà il controllo degli accessi: a tal proposito sembrerebbe in cantiere una app e una piattaforma digitale dedicate ai dirigenti scolastici che ogni mattina vedranno chi tra prof e Ata sarà munito di certificazione verde. Tuttavia, ribatte Rossi, “il presidente dell’Autorità Garante della Privacy ha dichiarato che non si possono stilare elenchi di chi possiede o meno il green pass; quindi il bilanciamento tra privacy e diritto alla salute prevede che il Gp venga controllato tutti i giorni”.
Senza dubbio sarà un lavoro importante perché andranno controllati tutti: non solo gli interni come alunni e personale scolastico, ma anche esterni come genitori, tecnici e fornitori, con pesanti sanzioni per i dirigenti in caso di inottemperanza. “Pare che chi abbia definito questa normativa non abbia idea di come funziona la scuola – riflette il segretario –. Detto questo noi siamo a favore di provvedimenti leggi generali che promuovano la vaccinazione. L’importante è non far gravare sul mondo scuola una situazione che si presenta ben più complicata rispetto all’anno scorso.”
Carenza personale Ata: il caso Empoli Ovest
Infine, oltre al costante precariato che attanaglia il corpo docente, con supplenti che ogni anno vanno e vengono senza concedere stabilità a loro e continuità didattica ai ragazzi, resta la carenza di personale Ata, calcolato “seguendo le tabelle numeriche e non prestando attenzione alle necessità delle scuole”.
Ne è un esempio l’Istituto Comprensivo Empoli Ovest, che 'racchiude' Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado.
“Con 19 plessi dislocati sul territorio, l’Istituto empolese avrebbe bisogno di più personale. Le tabelle di assegnazione Ata si basano appunto sul numero degli alunni, mentre non tengono conto del numero di plessi, se le sedi dell’istituto siano distanti fra loro o situate in zone collinari e meno facilmente raggiungibili. Abbiamo puntualmente richiamato l’attenzione sul caso empolese a causa delle difficoltà e dei disagi che il personale Ata si trova ad affrontare, spesso spostandosi da una sede all’altra per garantirne il corretto funzionamento. Bisognerebbe che ci fosse un passo in avanti su questo – conclude Rossi –. Meno importanza ai numeri, più attenzione alle esigenze”.
Anche il Dirigente scolastico del Comprensivo Empoli Ovest, Salvatore Picerno, conferma le criticità: “Abbiamo segnalato all’Ufficio scolastico regionale che con le regole attuali l’avvio dell’anno scolastico potrebbe risultare difficoltoso. L’anno scorso abbiamo distribuito il personale aggiuntivo Covid nelle sedi con più criticità, ma al momento non sappiamo quante risorse di questo tipo avremo. Comunque la normativa è in via di definizione, quindi non ci resta che aspettare e restare attenti, in modo da adeguarci il prima possibile. In ogni caso, il personale Covid rimarrà operativo fino al perdurare dell’emergenza, quindi fino al mese dicembre. Fortunatamente – conclude – il Comune di Empoli, con il quale si è tenuta la Conferenza dei servizi, ci è stato sempre molto vicino. Da questo punto di vista siamo molto fortunati”.
Giovanni Gaeta
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