Turismo, Guazzini (CambiaMenti): "Serve promuovere meglio la città"

Siamo davvero molto contenti che l'edizione 2021 del Festival “La luna è azzurra”, il Palio di San Rocco, così come l'edizione di quest'anno del Dramma Popolare col recital di Simone Cristicchi ispirato al Paradiso di Dante, abbiano avuto un grande successo, e testimonino una volontà di ripresa, anche in questo campo, dopo la crisi determinata dalla pandemia.

Ma è solo da fatti come questi che si giudica lo stato di salute dei settori connessi del turismo e della cultura a San Miniato?

A visitare la città nelle due settimane intorno a Ferragosto vengono davvero tanti dubbi.

Il Museo del Palazzo Comunale e il Loretino sono visitabili solo il sabato e la domenica; il Museo della Memoria sotto i loggiati di San Domenico il venerdì, il sabato e la domenica. Solo nel fine settimana è possibile visitare, e spesso solo con prenotazione, anche l'Accademia degli Euteleti, il Museo della Misericordia, la Via Angelica, il Museo del Conservatorio di Santa Chiara.

In sostanza, del patrimonio museale civico, chi arriva in città nei giorni infrasettimanali, può solo visitare, dalle 11 alle 18 la Rocca di Federico II.

Va meglio col patrimonio ecclesiastico: Il Museo dell'Opera del Duomo può essere visitato dal martedì alla domenica, con orari molto comodi, con prezzi dei biglietti decisamente bassi (addirittura gratis per gli ultrasessantacinquenni); le chiese sono quasi tutte aperte, e a chi sa cercarle riservano sorprese: ad esempio opere di Dilvo Lotti nell'oratorio della Misericordia e nell'oratorio di San Rocco e di Luca Macchi nell'atrio del Palazzo della Misericordia: tutto questo tuttavia non è minimamente segnalato né valorizzato.

Ma la Chiesa del Santissimo Crocifisso, che ha subito un lungo restauro, è stata fuggevolmente aperta qualche giorno a fine luglio ma in questi giorni risulta di nuovo chiusa.

Se si confrontano le code che si formano per visitare la Rocca di Federico II, ricostruita dopo la II Guerra Mondiale e da dove, in sostanza, si può solo ammirare il panorama, con il numero scarsissimo di visitatori del Museo dell'Opera del Duomo, dove ci sono tesori artistici di grande rilevanza ma di scarsissima notorietà, si ha la conferma fisica di due problemi: da un lato c'è una forte potenzialità dei flussi turistici in direzione della città di San Miniato; dall'altro manca un'adeguata valorizzazione e conoscenza del nostro patrimonio, c'è un'accessibilità del tutto insufficiente; non c'è nessun raccordo adeguato tra il patrimonio civico e quello ecclesiastico; tra l'itinerario della città e quelli che sarebbe necessario costruire negli altri borghi storici del territorio comunale e nella Valdegola: di conseguenza vengono a San Miniato meno visitatori di quelli che potrebbero venirci e, se anche vengono, trovando poco da fare, ci restano un paio d'ore e magari non si fermano neanche a pranzo.

Per quanto riguarda altri capitoli: la media di bar aperti nel centro storico nei giorni di lavoro è tre, meno ancora nei giorni festivi. Per quanto riguarda i ristoranti, invece non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ma se questi ristoranti potessero contare su un flusso distribuito anche per il pranzo e per i giorni feriali, anziché solo sulle punte dei week end e delle occasioni determinate dai grandi eventi e sulla movida serale, sarebbe meglio da moltissimi punti di vista.

Davvero non sarebbe possibile, come noi abbiamo chiesto molte volte, fare qualcosa di più per migliorare gli orari di apertura del sistema museale, per raccordare il patrimonio di proprietà pubblica con quello di proprietà ecclesiastica, magari creando una bigliettazione unica, per costruire percorsi tematici, per arrivare ad avere guide aggiornate e attendibili (oggi è più facile trovare all'ufficio informazioni dépliant in Inglese e Tedesco che in Italiano), per promuovere meglio ciò che abbiamo?

Il postpandemia premierà chi saprà dare risposte alle esigenze di un turismo meno concentrato e più diffuso, meglio distribuito, più sostenibile: San Miniato ha tutti i numeri per cogliere queste opportunità, ma la capacità operativa e progettuale fin qui ha fatto difetto. Un banco di prova sarà l'organizzazione della prossima Mostra Nazionale del Tartufo: una mozione approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale impegna l'Amministrazione a costruire una mostra più diffusa e più attenta alla valorizzazione del centro storico in tutte le sue parti. Vedremo se si terrà fede a questi indirizzi e all'impegno, contenuto in quella stessa mozione, a coinvolgere nella progettazione tutte le componenti del Consiglio Comunale e tutte le forze interessate.

Manola Guazzini-Capogruppo Lista Civica CambiMenti

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