Femminicidio a Monterotondo Marittimo, proclamato il lutto cittadino

Bandiere a mezz'asta a Monterotondo Marittimo (foto da facebook)

A Monterotondo Marittimo è calato il silenzio, le bandiere sono a mezz'asta mentre il paese resta incredulo, sconvolto. Nella notte tra l'11 e il 12 agosto una donna, mamma di due bambini, è stata uccisa dal compagno che poi ha telefonato ai carabinieri, confessando. Una tragedia che "ha sconvolto e sconcertato la nostra comunità" scrive il sindaco Giacomo Termine su facebook, proclamando il lutto cittadino. "Mai avremmo nemmeno potuto pensare che nella nostra piccola comunità potesse accadere un gesto simile. Un gesto isolato che getta ancora più sgomento e preoccupazione su una tematica come la violenza di genere". E' "una ferita profonda - prosegue il sindaco - che ci avvicina alle cronache dei femminicidi, purtroppo sempre più frequenti in Italia.
All'orrore e allo sgomento, Monterotondo M.mo ha risposto con una profonda vicinanza ai figli della vittima. Le istituzioni, la rete parentale ed amicale hanno formato una catena solidale di tutela dei ragazzi, per aiutarli a guardare al futuro. Per questo insieme alla Giunta ed al Consiglio Comunale, anche per sottolineare la condanna e ricordare la donna uccisa, abbiamo deciso di proclamare la giornata di lutto cittadino".

L'assessora regionale Nardini si unisce al lutto cittadino

"È successo ancora. La scia di orrore e violenza si allunga e succede nel nostro territorio, in Toscana. Ad essere uccisa da un uomo, il compagno, è l'ennesima donna, una mamma. La violenza contro le donne è un fenomeno contro al quale dobbiamo davvero mettere in campo ogni sforzo, a partire dalla promozione della cultura del rispetto e della parità”. Così Alessandra Nardini, assessora alle pari opportunità della Regione Toscana, sul femminicidio avvenuto a Monterotondo Marittimo (Gr), dove una donna, madre di due ragazzi, è stata uccisa dal suo compagno. Nardini ha inviato un messaggio al sindaco del comune del grossetano per unirsi al dolore della comunità e al lutto cittadino proclamato per la giornata di oggi.

"Bene ha fatto il Sindaco di Monterotondo Marittimo, Giacomo Terrmine, a proclamare lutto cittadino perché le istituzioni devono essere in prima linea in questa battaglia" – ha proseguito l’assessora che ha aggiunto: "La Toscana tutta si stringe attorno alla sua comunità sconvolta da questa tragedia ed il pensiero non può che correre ai figli della vittima. Una vita di donna brutalmente interrotta. Una famiglia distrutta. Bambine e bambini, ragazze e ragazzi privati per sempre della propria madre".

"Questo sono i femminicidi – ha concluso Nardini - un fenomeno che chiama tutti noi a lottare con ancora più determinazione contro stereotipi, discriminazioni e violenze di genere, ogni giorno".

Intervento del sindaco di Altopascio Sara D’Ambrosio

Un'altra vittima. Un altro femminicidio. L'ennesimo. Il terzo in 24 ore in Italia.

Se ne è andata così Silvia Manetti, uccisa dal compagno, a Monterotondo Marittimo, dove si era trasferita da un po' di tempo, dopo aver vissuto per un periodo a Marginone.

Se ne va così, ingiustamente, in modo inaccettabile, insopportabile. Insopportabile come il peso di questo nuovo femminicidio, che coinvolge indirettamente anche il nostro territorio, dopo la tragedia di Maria Carmela di qualche mese fa.

Silvia ha vissuto qui, qui risiedono i suoi figli minorenni, qui vivono la madre e la sorella. Il Comune di Altopascio sta già facendo la sua parte per sostenere questi ragazzi, per stare accanto alla famiglia e farà tutto quello che è possibile fare per esserci, per non lasciarli soli.

A loro, a tutti loro, mando un grande abbraccio, mio personale e dell'intera comunità di Altopascio, stretta intorno ai familiari, colpita da questo ennesimo dolore.

Come sindaco sento forte il dovere di fare qualcosa in più, perché la violenza sulle donne va condannata con ogni mezzo e la cultura del rispetto va promossa in ogni ambito, ogni giorno, in ogni momento. Troppe volte rischiamo di accendere i riflettori solo quando accade il femminicidio. Dobbiamo agire prima, trovare un modo semplice, popolare, usuale di parlare di violenza sulle donne, di prevenzione, di parità di genere nel linguaggio di tutti i giorni, nella quotidianità delle comunità. Solo così denunciare non sarà più una cosa inedita. Solo così parlarne non sarà più una cosa eccezionale. Solo così si rompono i tabù e si prende finalmente coscienza che la violenza sulle donne non è un fatto che riguarda solo così la subisce, ma ci chiama in causa tutti. Tutti quanti.



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