PM10, nuove limitazioni per sentenza Corte europea

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Camini e impianti a biomasse, o comunque generatori di calore con una classe emissiva inferiore a 3 stelle, saranno oggetto di nuove e più stringenti limitazioni. Lo prevede la legge, approvata a maggioranza dal Consiglio regionale, che ha registrato 22 voti a favore, 2 contrari e 10 astensioni.

Come spiegato da Lucia De Robertis  (Pd), presidente della commissione Ambiente, l’intervento normativo è necessario vista la sentenza della Corte di giustizia europea del 10 novembre scorso che impone regole e utilizzi molto più stringenti. In sintesi: nei Comuni in cui non è rispettato il valore limite delle concentrazioni relativo al materiale particolato (PM10), istituzione di limitazioni per l’utilizzo di generatori di calore alimentati a biomasse, con una classe di prestazione emissiva inferiore a “3 stelle” ai sensi del decreto ministeriale 186/2017 (Regolamento recante la disciplina dei requisiti, delle procedure e delle competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibile solide). Le limitazioni dovranno essere recepite nei PAC (Piano di attuazione comunale) dei Comuni interessati ed attuate nei termini e con le modalità che saranno stabilite con delibera di Giunta. I limiti saranno comunque accompagnati da misure di incentivazione per la sostituzione degli impianti di riscaldamento civile a biomassa con impianti alternativi a basse emissioni, già previste dall’Accordo di programma stipulato con il Ministero della Transizione ecologica e istituite con legge regionale (97/2020).

La Toscana, ha ricordato De Robertis, è già intervenuta sull’efficientamento nel dicembre 2020 con un collegato alla legge di stabilità, mettendo a disposizione, nel triennio 2021/2023, circa 6milioni a supporto di privati e Comuni.

L’aula ha anche approvato due ordini del giorno, collegati alle legge, presentati rispettivamente dal gruppo della Lega, prima firmataria Elisa Montemagni, e dal Partito democratico, primo firmatario Marco Niccolai. Con il primo atto si impegna la Giunta “a fare il punto, in Consiglio, sul Piano regionale sulla qualità dell’aria”; con il secondo si impegna l’esecutivo “a prevedere ulteriori misure volte a contrastare le principali sorgenti da inquinamento da PM10 e a migliorare la qualità dell’aria, con particolare riferimento ai temi della mobilità e al contenimento delle emissioni industriali e domestiche; nonché a continuare e a rafforzare le misure volte a sostenere economicamente i cittadini meno abbienti, per la sostituzione o l’adeguamento degli impianti di climatizzazione ad uso civile, con impianti ad elevata efficienza energetica e a ridotte emissioni in atmosfera”.

Ad aprire il dibattito, la consigliera Montemagni, consapevole che “il problema c’è ed è nell’interesse di tutti risolverlo”, guardando non solo ai caminetti di casa, ma anche agli abbruciamenti e all’usura di freni e gomme, mettendo in atto anche campagne di sensibilizzazione verso i cittadini.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), che ha invitato ad affrontare il “serio tema” degli scarti vegetali all’interno del Piano dei rifiuti, quindi ad arrivare a definire il Piano della qualità dell’aria, “spostando su obiettivi più ambiziosi il Priim (piano regionale integrato infrastrutture e mobilità)”.

Per Marco Niccolai (Pd) “la transizione ecologica, che non è indolore, deve essere alla portata di tutti”. Da qui l’invito all’esecutivo regionale a rafforzare quanto già fatto con legge di stabilità 2021, riportando tale impegno anche nella più ampia prospettiva del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).

Da parte del portavoce dell’opposizione, Marco Landi, è arrivata solo una domanda: “gli stanziamenti regionali sono adeguati?”. Per affermare che “il provvedimento emergenziale è una pezza su un tema che la Toscana deve affrontare in maniera adeguata”.

 

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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