Le monete emesse dalle banche centrali sono, ad oggi, gli unici strumenti disponibili ad assumere una funzione essenziale: consentire all’economia di funzionare correttamente. Hanno infatti tutti i requisiti utili per fungere da misure di valore e strumenti contabili, potendo essere spese in cambio di beni e servizi o, ancora, potendo essere accantonate per il risparmio. La quantità complessiva di moneta messa in circolazione è attentamente ponderata, in modo che sia costantemente adattata alle esigenze del sistema.
Ciò premesso, è pur legittimo discutere dell’efficacia di questo meccanismo e osservare, come hanno fatto coloro che hanno dato il via alle criptovalute, che ciò non impedisce affatto periodi di eccessiva espansione del credito seguiti da periodi di recessione. Ma è vero che non vi è alcuna alternativa credibile alle valute nazionali?
A ben vedere, qualche punto in comune tra la valuta fiat e quella digitale c’è. Nel caso del Bitcoin, la criptovaluta più nota e diffusa del mondo, si prevede che l’importo massimo diffuso sarà raggiunto nel 2040 e che sarà pari a 21 milioni di unità. Si calcola inoltre che siano già in circolazione oltre l’89% delle unità previste. Dunque, con la creazione di nuovi Bitcoin che dovrebbe rallentare bruscamente nei prossimi anni, l’aumento dei prezzi della valuta potrebbe sembrare inevitabile, secondo la vecchia regola per cui tutto ciò che è raro… è più costoso.
Naturalmente, la valutazione di cui sopra apparirà ben più che semplicistica agli occhi dei più esperti. Ciò sarebbe infatti vero se la scarsità fosse sufficiente a determinare i prezzi. Un asset può essere raro ma non costoso se nessuno lo vuole. L’unico fattore determinante del valore del Bitcoin è l’equilibrio tra la domanda e l’offerta. E, in questo caso, non vi è dubbio che una piattaforma come bitcoin pro app sia molto utile.
Nel caso di Bitcoin, ovviamente, poiché l’offerta è pianificata e nota in anticipo, il fattore determinante è la domanda. L'intera questione di lungo termine è, pertanto, come evolverà la richiesta di BTC. A causa della sua elevata volatilità, Bitcoin non ha valore d’uso e, secondo il parere di alcuni esperti, non può svolgere un ruolo di rifugio sicuro.
Anche in questo ambito, però, sono numerose le discussioni proficue che si potrebbero fare. Per esempio, alcune correlazioni tra Bitcoin e oro hanno permesso a BTC di ergersi a oro digitale. E, per quanto concerne il suo utilizzo come strumento di pagamento, pur volatile in termini di controvalore, non sfugge come siano sempre di più gli esercenti, online e offline, ad accettare Bitcoin come strumento di pagamento.
Insomma, tra valuta tradizionale e valuta digitale c’è ancora una grande differenza, e difficilmente le criptovalute potranno un giorno sostituire in toto le valute fiat. A costituire una potenziale via di mezzo saranno probabilmente le valute digitali delle banche centrali, ovvero delle versioni parallele delle valute fiat, ma su blockchain, che potranno essere utilizzate per le operazioni di trasferimento di denaro e di pagamento esattamente come la moneta tradizionale, ma con maggiori termini di efficienza e di convenienza.