Come ogni anno il 22 luglio San Miniato ricorda il tragico evento del Duomo che portò alla morte 55 inermi civili. Il fatto luttuoso fu causato da una cannonata americana caduta accidentalmente dentro la cattedrale. Per tale motivo la lapide sulla facciata del Comune, che per tanti anni aveva raccontato una falsa verità e insinuato una perfida connivenza dell’allora Vescovo di San Miniato con i presunti autori della strage, venne rimossa alcuni anni fa.
Come oramai da venti anni, da quando cioè storicamente è emersa la responsabilità, seppure involontaria, degli obici americani, la commemorazione dell’episodio si incentra giustamente sulla condanna della guerra e le parole dei relatori abbondano di sani principi di giustizia e libertà, ma si tace sulla vile accusa mossa velatamente, ma sostenuta per decenni, al Vescovo di San Miniato Mons. Ugo Giubbi di essere stato connivente con la volontà tedesca – rivelatasi poi inesistente - di uccidere proditoriamente decine di inermi cittadini. Questa calunnia è stata posta nel dimenticatoio, da anni attendiamo che in occasione della commemorazione della strage del Duomo venga riabilitato esplicitamente colui che fu gravemente e ingiustamente calunniato, ponendo fine ad un ottuso settarismo che per decenni ha pervaso una parte della comunità oltreché divulgatori culturali.
Crediamo sia giusto e denso di significati riportare in proposito il pensiero di un pastore succeduto nell’alto incarico che fu del Vescovo Ugo Giubbi.
Il Vescovo di San Miniato Edoardo Ricci in data 7 giugno 2002 – quando la responsabilità americana era oramai acclarata - nella prefazione alla “Relazione della commissione di studio sulla figura del Vescovo Ugo Giubbi” ebbe a dire “ E’ purtroppo nota l’orribile calunnia che Mons. Ugo Giubbi Vescovo di San Miniato nel tragico passaggio del fronte di guerra, sia stato perfidamente d’accordo con i dominatori nazisti per lasciar assassinare più di una cinquantina di inermi cittadini ammassati nel Duomo. Simili deliranti accuse possono sorgere ed essere compatite solo in situazioni di terrore parossistico come quello vissuto in città nella fase culminante della guerra, ma subito dopo, a mente serena, devono ricadere nel nulla. E non ha fatto onore alla nostra comunità che invece per tanto tempo la calunnia sia rimasta viva, addirittura credibile per alcuni e persino accreditata e divulgata culturalmente in qualche modo , senza che si sia fatto abbastanza per eliminarla come civilmente indegna.” Ed ancora Ricci “ Sicuramente nessuno osò accusarlo (Giubbi) ufficialmente e pubblicamente, però non pare che le autorità civili samminiatesi del tempo – ad eccezione della Commissione Giannatasio – lo abbino difeso mai con forza e decisione, anzi le periodiche rievocazioni di quel 22 luglio furono ogni volta occasione di attriti fra autorità civili ed ecclesiastiche proprio per questa ambiguità mai del tutto risolta”.
Sono trascorsi venti anni dalla individuazione dei veri responsabili della strage, sono trascorsi venti anni dalle amare riflessioni del Vescovo Edoardo Ricci, ma parole chiare di rimozione della calunnia e ripensamenti per la grave offesa inflitta al Vescovo Ugo Giubbi stentano a manifestarsi.
Lega San Miniato
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