Una famiglia solidale sostiene e aiuta un’altra famiglia in temporanea difficoltà, coinvolgendo i componenti di entrambi i nuclei: il progetto
Il Comune di Livorno sperimenta l'affiancamento familiare con in progetto "Una famiglia per una famiglia". Si tratta di una forma innovativa di intervento sociale pensato per offrire un sostegno temporaneo a famiglie fragili che vivono un periodo di difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana.
“Un progetto di prevenzione che mira a sostenere le famiglie in difficoltà e a promuovere legami di solidarietà. Sappiamo – ha dichiarato l'assessore al Sociale Andrea Raspanti nel corso della presentazione del nuovo progetto - che la qualità delle relazioni sociali e delle reti di supporto intorno alla famiglia gioca un ruolo protettivo fondamentale rispetto al rischio di esclusione sociale. In particolare, il progetto mira a sostenere le capacità genitoriali e a garantire ai bambini opportunità ed esperienze positive”.
Alla presentazione del progetto “Una famiglia per una famiglia” accanto all'assessore Raspanti erano presenti Arianna Guarnieri dirigente dei Servizi al Cittadino, Irene Pietra Caprina del Centro Affidi del Comune di Livorno, Serenella Lenzi e Antonina Marcianò entrambe dell'area Prevenzione Minori del Comune.
Con la delibera della Giunta Comunale n. 159 del 13/04/2021 è stato siglato l'accordo di collaborazione tra il Comune e la Fondazione Paideia onlus di Torino che dà avvio alla sperimentazione del progetto sul territorio livornese.
La Fondazione Paideia garantirà un accompagnamento metodologico, formativo ed una supervisione periodica per tutta la durata della sperimentazione, che è di 24 mesi, attraverso la presenza di operatori esperti che affiancheranno un gruppo di lavoro. Obiettivo della fase sperimentale è costruire le condizioni affinché il Comune possa valutare l'inserimento dell’affiancamento familiare nell’offerta dei servizi territoriali. Nel corso della sperimentazione verranno attivati al massimo dieci affiancamenti della durata indicativa di 12 mesi.
L’idea alla base dell'affiancamento familiare è molto semplice e valorizza le esperienze di sostegno e aiuto informale che, storicamente, sono sempre esistite: una famiglia solidale sostiene e aiuta un’altra famiglia in temporanea difficoltà, coinvolgendo i componenti di entrambi i nuclei.
Si tratta di un intervento dal carattere preventivo, orientato alla prevenzione dell’allontanamento dei minori dalla propria famiglia d’origine.
Si tratta di un modello di affiancamento familiare sviluppato dalla Fondazione Paideia a partire dal 2003 e oggi ampiamente diffuso sul territorio italiano (presente in 16 Regioni), con il coinvolgimento di Enti pubblici e privati.
Nel suo sviluppo operativo, l’affiancamento prevede due famiglie (una famiglia affiancante e una famiglia affiancata) che, per un periodo di tempo definito, collaborano per il raggiungimento di obiettivi concordati.
In particolare, la famiglia affiancante aiuta la famiglia affiancata ad essere maggiormente consapevole sia delle proprie potenzialità di crescita, sia dei propri limiti, con l’obiettivo di promuovere l’autonomia, intesa come capacità di individuare le risorse proprie e dell’ambiente di riferimento.
I destinatari dell'affiancamento non sono solo i bambini, ma anche le loro famiglie. “Una famiglia per una famiglia” sposta così la centralità dell’intervento dal bambino all’intero nucleo familiare ed offre uno sguardo diverso sulla famiglia, vista come risorsa e non come problema.
Questa tipologia d'intervento risulta efficace rispetto a problematiche familiari quali:
· fragilità della rete familiare;
· difficoltà a orientarsi e a utilizzare la rete dei servizi e le opportunità del territorio;
· condizioni di malattia di uno dei componenti della famiglia;
· particolare affaticamento delle figure genitoriali;
· carenze educative rispetto ai minori;
· difficoltà di conciliazione dei carichi familiari.
Per proporsi come famiglia “affiancante” è importante essere persone rispettose degli altri, capaci di mantenere un atteggiamento di ascolto non giudicante, essere una famiglia aperta alle relazioni comunitarie, essere autentici e propositivi.
Serve poi un po’ di tempo disponibile: l’impegno settimanale richiesto varia in base agli obiettivi che si pone ciascun affiancamento ed alle disponibilità della famiglia affiancante.
Ogni affiancamento prevede la presenza di un tutor, una figura con funzioni di monitoraggio e supporto della relazione tra le due famiglie. Il tutor, inoltre, ha funzioni di ascolto e di “ponte” anche con i Servizi.
A inizio progetto, le famiglie, insieme al tutor e all’assistente sociale, scrivono un documento condiviso: il patto educativo. Nel patto sono definiti gli obiettivi, le modalità operative, la durata dell’affiancamento: è lo strumento che accompagna il percorso in tutto il suo sviluppo e attraverso cui vengono resi visibili i cambiamenti che si verificano nel tempo.
Famiglie affiancanti e tutor entrano nel progetto dopo un percorso formativo iniziale: sono poi accompagnati per tutta la durata da incontri formativi periodici e da momenti di supervisione che aiutano a trasformare le esperienze in apprendimenti e a rileggere trasversalmente il percorso. Ogni affiancamento ha normalmente la durata di un anno, e può essere prorogato solo in caso di rilevanti cambiamenti della situazione che richiedano la riformulazione degli obiettivi.
Per chi fosse interessato a conoscere meglio l’affiancamento familiare ed il progetto “Una famiglia per una famiglia” sono previsti due incontri informativi giovedì 15 luglio e giovedì 16 settembre alle ore 18 nel giardino del Centro Affidi a Villa Serena (via di Montenero, 176).
Fonte: Comune di Livorno - Ufficio stampa
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