L'assessora regionale al lavoro e alla formazione Alessandra Nardini commenta l'accordo Governo-sindacati e la predisposizione di un piano sulle politiche attive per il lavoro e la formazione da parte di Regione Toscana.
"L'accordo tra Governo e sindacati che è stato siglato nei giorni scorsi è un fatto significativo, perché sancisce che la difesa del lavoro e dei livelli occupazionali deve essere considerata un pilastro della ripartenza. È un risultato non scontato, frutto prima di tutto delle mobilitazioni delle organizzazioni sindacali, che si concretizza nella proroga selettiva del blocco dei licenziamenti per il settore tessile e il comparto moda in generale, e nell'impegno di utilizzare prioritariamente la cassa ordinaria e non i licenziamenti, in caso di difficoltà e crisi.
Anche a chi, come me, sosteneva l'opportunità di una proroga generalizzata del blocco, non può sfuggire come questo sia un passo avanti cruciale per la tenuta sociale e occupazionale del Paese, un passo avanti che serve a guadagnare il tempo necessario a mettere in campo azioni essenziali e non rimandabili. Sicuramente c'è il tema della riforma degli ammortizzatori sociali, poiché l'attuale sistema è assolutamente insufficiente a garantire risposte adeguate alla realtà post-pandemica che dovremo fronteggiare, soprattutto per le lavoratrici e i lavoratori precari, o i piccoli autonomi o parasubordinati, che sono fuori dal sistema tradizionale degli ammortizzatori. Poi c'è la grande questione dell'inserimento e del reinserimento lavorativo, laddove la crisi attuale si incrocia con le sfide che la precedono, come la progressiva digitalizzazione e l'automazione crescente dei processi produttivi e la necessità di ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Ecco perché come Regioni siamo in campo con decisione, nell'interlocuzione con il Governo, per promuovere un investimento significativo e un'azione corposa sulle politiche attive del lavoro e della formazione.
Da questo punto di vista, come Regione Toscana, stiamo predisponendo un piano importante sulle politiche attive, sul quale abbiamo iniziato un confronto con le parti sociali e che vogliamo mettere al più presto in azione per sostenere la ripartenza e l'occupazione. Sono infatti fermamente convinta che, dopo la pandemia, si debba costruire una società più giusta ed equa di quella in cui vivevamo prima e che questo passi da una rinnovata centralità e tutela del valore del lavoro e da un forte sostegno a chi rischia di pagare il prezzo più caro: donne, giovani, lavoratrici e lavoratori meno specializzati e formati, oppure attivi in territori periferici.
Questa deve essere una priorità assoluta dell'agenda pubblica, in particolare quella delle forza progressiste, che devono far pesare il proprio ruolo nel governo portando avanti un programma coraggioso e radicale, tanto nella tutela e nella promozione dei diritti civili quanto nella difesa e nell'ampliamento dei diritti sociali".
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