Il commento di Vittorio Sgarbi, le precisazioni della vicesindaca: " La cordonatura ha l’obiettivo di proteggere il sagrato"
Vittorio Sgarbi 'assolve' il Comune di Firenze e la soprintendenza per l'operazione Santo Spirito. Lo afferma ai microfoni dell'agenzia DIRE. Su un piano puramente logico, spiega all'agenzia Dire, il cordonato intervallato dai blocchi di cemento e ferro atterrato sul sagrato per proteggere la chiesa dalla movida, "è sgraziato, brutto, ed è giusto che ci siano delle riserve estetiche". Tuttavia viene prima "la ragione civile, quella che determina nell'emergenza la volontà del sindaco Nardella e della soprintendenza a trovare una soluzione di natura emergenziale, per l'appunto".
In sostanza, "condivido le critiche" estetiche, "ma ricordo anche i brutti dissuasori posizionati nelle città quando ci fu l'allarme terrorismo". In questi casi "le soluzioni non sono mai ideali, però indicano e rispondono a un momento critico". E in quella piazza "se non bastano l'autodisciplina e le pattuglie dei vigili, non me la sento di fare una critica astratta alla bruttezza" dell'intervento, che risponde a "una valutazione di opportunità civile. L'estetica e l'educazione, in questo caso, portano a una soluzione compromissoria".
Le precisazioni della vicesindaca Bettini: "Dispositivo pensato per tutelare area dopo gravi mancanze di rispetto"
"I lavori per l’installazione della cordonatura intorno al sagrato di Santo Spirito si stanno svolgendo nei tempi che avevamo annunciato. L’intervento fa parte di un piano più ampio di protezione della basilica e della piazza risultato di un confronto anche lungo con la cittadinanza, e che comprende l’implementazione della videosorveglianza, dell’illuminazione e l’installazione di chiodi fiorentini su via de’ Coverelli, già ultimata, per inibire la sosta non autorizzata e comportamenti poco decorosi che ne derivavano. Il costo complessivo del piano è di circa 80 mila euro, 40mila per la realizzazione della delimitazione del sagrato con la cordonatura, altrettanti per l’implementazione della videosorveglianza e dell’illuminazione, non 100mila come detto dalla consigliera Bundu. La realizzazione di una cordonatura ha l’obiettivo di proteggere il sagrato, il progetto ha visto un ampio confronto dei nostri uffici con la Soprintendenza per valutare tutte le caratteristiche più opportune e compatibili con un bene monumentale come la Basilica. L’intervento prevede l’inserimento di calcestruzzo rivestiti di lamiera di acciaio con chiodi fiorentini collegati tra loro da una cordonatura. La scelta di questo tipo di arredi è motivata dal fatto che gli elementi devono essere amovibili e non fissi, come richiesto dalla Soprintendenza per non interferire in alcun modo con la superficie del sagrato, ma nello stesso tempo stabili e ben radicati sul suolo, così come di colore ben visibile, da lì lo scuro, scelto, appunto per motivi di sicurezza. Si tratta di un dispositivo, lo ricordiamo perché qualcuno pare averlo scordato, volto a tutelare il decoro e la sicurezza di questa parte delicata e importante di città, dopo episodi di ordine pubblico che l’hanno coinvolta e sui quali è stato necessario porre massima attenzione. Ogni aspetto di questo intervento è stato calibrato per venire incontro alla delicatezza del bene su cui stavamo lavorando ma, è bene ricordarlo, questo piano è dettato dalla necessità urgente e emergenziale di proteggere il sagrato, non è un’installazione per abbellire la piazza. Ci sono stati troppi episodi gravi, danneggiamenti alla struttura, imbrattamenti. Ci lascia basiti leggere consiglieri comunali come la consigliera Bundu che parlano di ‘schifo’ perché per noi è stato invece riprovevole vedere portone e sagrato spesso imbrattati, bivacchi, gente che orinava, quella totale mancanza di rispetto nei confronti di uno dei principali monumenti del Rinascimento. Comportamenti di pochi, certo, ma che vanno stigmatizzati con forza e che ci hanno costretto a prendere questo tipo di provvedimento, comportamenti rispetto ai quali alcune forze politiche mai hanno speso parole di indignazione o condanna. La nostra è una soluzione che vuole essere netta e che vuole venire incontro a chi questa piazza la vuole vivere correttamente, nel pieno rispetto di questi spazi. È proprio per loro e per questo quartiere che stiamo portando avanti questo intervento. È un punto di equilibrio tra diverse esigenze, tra la situazione sopra descritta e chi voleva soluzioni più impattanti come le cancellate, un piano completo su cui ci siamo presi la responsabilità di agire. Responsabilità, come invece non si prende chi preferisce polveroni e attacchi gratuiti senza mai portare idee e soluzioni per affrontare i problemi. Perché di certo per risolverli non abbiamo bisogno di polemiche sterili ma di un lavoro complesso e lungo per ristabilire quella cultura della civiltà e del rispetto su cui non vediamo altrettanto impegno da parte di alcune forze politiche”.
Così la vicesindaca Alessia Bettini.
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