Crimini informatici, protocollo tra la empolese SeSa e la polizia postale

Questa mattina, alla presenza del Questore di Firenze Filippo Santarelli, è stato sottoscritto in Questura un Protocollo di intesa dal Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Toscana Alessandra Belardini e il CEO di SeSa Alessandro Fabbroni.

Il protocollo ha l’obiettivo di condividere e analizzare informazioni in grado di prevenire e contrastare attacchi o danneggiamenti alle infrastrutture della società.

Il rapporto collaborativo tra la Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Toscana SeSa si sostanzierà nello scambio non solo di informazioni, ma anche di segnalazioni ed è improntato sulla collaborazione allo scopo di affrontare situazioni di emergenza che possano creare minacce, vulnerabilità o incidenti in grado di danneggiare la regolarità dei servizi di telecomunicazione.

"La tutela dei sistemi informatici rappresenta ormai un elemento centrale che implementa la concezione della sicurezza moderna e che ha conseguenze dirette sul meccanismo di funzionamento dei servizi a fondamento della società tutta – ha evidenziato il Questore di Firenze –. Il cyber crime è un nemico invisibile, ma altamente insidioso che non deve essere sottovalutato e la collaborazione tra pubblico e privato rappresenta uno schema vincente per poter prevenire ed affrontare i momenti di crisi".

"Il partenariato pubblico/privato è uno strumento indispensabile anche e soprattutto nel mondo della comunicazione digitale. Lo scambio circolare di informazioni sensibili rende altamente efficace la strategia di contrasto al cybercrime e crea una sinergia eccezionale tra tutte le forze in campo", ha affermato la dottoressa Belardini.

"L’integrità dei dati e delle infrastrutture digitali è uno dei cardini su cui si basa la nostra società. Per questo la lotta al cybercrime è un impegno primario per il Gruppo Sesa a garanzia della tutela del nostro patrimonio informatico e di quello dei nostri clienti in coerenza con il nostro obiettivo di responsabilità sociale" ha infine concluso Fabbroni.

Fonte: Questura di Firenze

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