Il Ciao riparte da Rufina: nuova vita da Ebike con il kit di Ambra Italia

ciao elettrico

Vi ricordate il mitico, vecchio motorino Piaggio Ciao? Non avrà il fascino cinematografico della Vespa e per i ragazzi di oggi apparirà solo come un retaggio del passato, ma per i non-più-giovanissimi rappresenta un pilastro della propria adolescenza. Un bel ricordo che, come tutti i ricordi, più passa il tempo e più affonda nelle pieghe nascoste della memoria; in questo caso un polveroso garage.

A Rufina, però, c’è un luogo dove i Ciao rimettono le ruote in pista. Ciclabile.

L’azienda Ambra Italia, infatti, fornisce il servizio di vendita e montaggio di un kit di propria progettazione per trasformare il vecchio ciclomotore in E-bike: una vera bici a pedalata assistita, con motore da 250W e velocità massima di 25 km/h. Una bici di città e quindi senza obbligo di immatricolazione, casco e assicurazione.

Ma come è l'idea del Ciao Elettrico?

«In realtà – spiega Tiberio Casali, progettista e titolare di Ambra Italia – la conversione del Ciao in motorino o bici elettrica non è un’idea nuova, ma va avanti da quasi 10 anni. La mia innovazione consiste in una trasformazione del mezzo che, oltre a risultare replicabile e (ovviamente) conforme alle leggi, lasci inalterato l’aspetto estetico del Ciao». Così, dopo aver delineato il progetto, ha avviato una collaborazione con Marco Batistoni, titolare de La Strana Officina, «uno dei migliori “meccanici” di biciclette della Toscana. Io mi sono occupato della progettazione e Marco ha collaborato nell’allestimento del prototipo. La sua, infatti, è al momento l’unica officina autorizzata a installare il kit».

D’altronde, non sono pochi coloro che ancora custodiscono in garage il mitico ciclomotore della Piaggio, uno dei motorini più venduti in Italia, se non il più venduto in assoluto. Dire a addio al Ciao non è facile, sia per motivi affettivi che per motivi “legali”: «Per i teenager degli Anni ’70-80, soprattutto per le ragazze – spiega Casali –, il Ciao è stato il primo motorino, la prima vera occasione di libertà e autonomia; un pezzo importante della loro giovinezza». Senza contare il vero grande problema del Ciao, ossia che è un mezzo obsoleto privo dei requisiti per circolare, dal momento che il motore termico a due tempi a miscela non è più conforme alle attuali norme anti inquinamento.

Tuttavia, Tiberio non poteva lasciare marcire quei piccoli tasselli di Storia italiana. Ed ecco il progetto di riconversione e restauro attuato dalla sua Ambra Italia per il Ciao Elettrico. «La sfida, appunto, è stata trasformare il Ciao in una più ecologica E-bike, sostituendo il motore a benzina con una batteria elettrica, senza però andare a stravolgere la fisionomia del mezzo».

Tante riconversioni, infatti, hanno portato all’installazione di batterie sul portapacchi o all’inserimento del motore elettrico nella parte anteriore del mezzo, rendendo palese – e a volte anche fuorilegge – la modifica.

«Dall’ottobre del 2019 mi sono messo a studiare la struttura del Ciao, con particolare attenzione al retrotreno: l’aggancio e la modifica della ruota posteriore sul telaio, insieme al rinforzo del telaio, sono stati i punti critici. Per come è concepito il Ciao, la rimozione del motore termico avrebbe comportato un notevole indebolimento del telaio stesso. Passo dopo passo, ho progettato strutture di rinforzo interne “non visibili”, capaci di far resistere il telaio alle sollecitazioni, e un retrotreno in alluminio aeronautico, in modo da agganciare sul telaio il motore elettrico da 250W.

A gennaio di quest’anno (tra studi, prototipo e verifiche) il kit era pronto. In pratica – spiega Casali – il Ciao ha subito una sorta di downgrade: da ciclomotore a bicicletta elettrica con pedalata assistita; una nuova vita in una veste completamente ecologica e con costi di gestione minimi».

Ottenuto la certificazione da Accredia e rispettata la legge UNI EN 15194 – la legge che disciplina gli eventi e le situazioni pericolose relativi alle biciclette elettriche a pedalata assistita – Ambra Italia è probabilmente l’unica realtà ad aver congegnato una tale pratica di riconversione dedicata al Ciao: «Credo che il mio sia l’unico telaio certificato e ho depositato una richiesta di brevetto al ministero dello Sviluppo economico per il Ciao elettrico. L’interesse c’è, ne sono sicuro. Una volta che ci saremo affermati in Toscana, vorremmo espanderci anche nel Nord Italia».

Giovanni Gaeta

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