Da mesi è tornato alla ribalta il progetto di creazione di una multiutility Toscana, l’azienda candidata a gestire i principali servizi del nostro territorio.
Leggiamo da comunicati stampa dell'importanza e della bontà del progetto, e del tempo ormai arrivato al termine per assumere una decisione in merito.
Il progetto - in verità non una novità nel dibattito pubblico - prevede un'attuazione graduale: prima la creazione di una holding che accorperebbe le partecipazioni pubbliche in Publiacqua Spa e Alia Spa, e poi la creazione di una vera e propria NewCo incaricata di gestire il servizio idrico, quello ambientale e il settore energetico (vedendo rientrare Estra nel perimetro dell'operazione) .
Come coordinamento regionale di Sinistra Civica Ecologista, riteniamo necessario affrontare questo tema chiarendo alcune questioni.
La prima è di metodo e riguarda la trasparenza dei percorsi.
Una procedura di questa portata, non può essere illustrata tramite uscite sulla stampa o riunioni ristrette e non deve assumere l'urgenza come unico elemento ordinatore.
È necessario un cambio di paradigma rispetto al passato e un maggior livello di trasparenza e di partecipazione. Sappiamo che molti comuni, nei prossimi giorni saranno chiamati ad un passaggio nei rispettivi consigli, per deliberare la cessione delle proprie quote in Publiacqua ad una nuova costituenda "holding" con la finalità di "mettere al sicuro" la partecipazione pubblica rispetto ad eventuali prelazioni da parte del socio privato, e costituire così un primo nucleo della futura multiutility accorpando in una unica realtà le partecipazioni in Publiacqua e Alia.
Non crediamo che questa tempistica sia coerente con i necessari tempi di approfondimento da parte delle amministrazioni coinvolte e che abbia garantito un sufficiente approfondimento, in particolare per quei comuni di dimensioni minori e che hanno un minor peso in termini di quote detenute. Una tale scelta avrebbe invece necessitato una approfondita analisi da parte degli organi consiliari e meritato un ampio percorso di condivisione e ascolto pubblico. Suscita inoltre qualche preoccupazione la mancanza di un chiaro progetto di governance della futura multiutility, che a nostro avviso dovrebbe esplicitare in anticipo le garanzie per equilibrare i meccanismi di rappresentanza fra i vari territori, così da scongiurare che poche realtà di grandi dimensioni determinino le priorità per tutti comuni coinvolti.
La seconda è una questione di merito, e riguarda la natura dei servizi in discussione.
Non ci sfugge il fatto che grandi realtà industriali abbiano da tempo avviato politiche aggressive nel settore dei "servizi" nella nostra regione, finalizzate ad acquisire posizioni dominanti e a "portare" fuori dal territorio toscano importanti risorse economiche prodotte localmente.
Vogliamo però sottolineare che i servizi in discussione non sono rappresentabili esclusivamente in termini di valore economico. Rappresentano invece veri e propri beni pubblici, elementi fondamentali per garantire la qualità della vita delle nostre cittadine e cittadini e la sostenibilità ambientale dei nostri territori. Come Sinistra Civica Ecologista, siamo determinati a difendere ed anzi rafforzare la tutela pubblica di questi servizi, come chiaramente indicato nel nostro programma elettorale. In particolare, con riferimento al settore idrico, crediamo sia necessario dare attuazione senza indugi a quanto deciso con il referendum popolare del 2011, ed ulteriormente ribadito a livello regionale dalla decisione assunta dalle amministrazioni comunali in seno all'Autorità Idrica Toscana.
Non siamo quindi contrari a studiare una ipotesi di rafforzamento e integrazione di società di gestione dei servizi, ma a condizione che la stessa assicuri il pieno controllo e la piena potestà gestionale saldamente in mano alla parte pubblica, rinunciando definitivamente alle passate esperienze di gestione mista pubblico- privata, che non hanno portato né un abbattimento di costi né la tanto decantata efficienza del privato.
Sappiamo che, per realizzare una sana futura gestione di tali servizi, sarà indispensabile attivare una importante quantità di risorse finanziarie. Anche su questo aspetto vogliamo essere chiari. Non crediamo assolutamente che tali risorse debbano essere reperite tramite l'eventuale quotazione in borsa della nuova società. Questa procedura minerebbe l'effettiva capacità di controllo del settore pubblico. A questa operazione non siamo né saremo disponibili.
Chiediamo quindi:
- che si apra un serio confronto fra le forze politiche e la società civile, nonché fra Regione e Comuni per definire un progetto virtuoso di interazione e sinergia fra le varie società di gestione dei servizi;
- che il modello di gestione assunto garantisca strumenti di rappresentanza capaci di non creare disequilibrio fra le varie realtà territoriali;
- che sia un modello di gestione pubblica, capace di garantire le funzionalità operative e gestionali, ma che escluda il ricorso alla gestione mista pubblico/privata.
Chiediamo inoltre al Presidente Eugenio Giani, il quale ha condiviso il programma elettorale di Sinistra Civica Ecologista, di porsi come garante di queste necessità e fare da raccordo fra le amministrazioni comunali nel corso di questo processo.monic
Sinistra Civica Ecologista
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